domenica 18 marzo 2018

è un piano provinciale dei rifiuti consapevole oppure fatto per motivi elettorale?

Dopo l'assemblea dei sindaci della provincia di Latina del 23 febbraio (quasi un mese fa) in merito all'aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti, alcune domande e riflessioni vengono amplificate dal caso della vendita all'asta da parte della sezione fallimentare del Tribunale di Latina, del 51% di Ecoambiente che era detenuto da Latina Ambiente.
La questione riguarda ovviamente il futuro della discarica di Borgo Montello gestita per circa la metà appunto da Ecoambiente che ha presentato il progetto di sopralzo e conferimento di nuovi rifiuti con un progetto che è fermo (dal 30.10.2015) presso la commissione VIA della regione Lazio.
Nell'istanza di Ecoambiente si legge: (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/il-progetto-di-sopraelevazione-di.html) Discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000 mc (operazioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del D. Lgs. 152/06); discariche per rifiuti speciali non pericolosi (operazioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del D. Lgs. 152/06), ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti con capacità complessiva sino a 100.000 mc.
Nella sintesi non tecnica del progetto si legge: La presente Sintesi non Tecnica si riferisce al progetto per l’abbanco di ulteriori 400.000 m3 nella discarica per rifiuti non pericolosi attualmente attiva – c.d. “Nuovo e distinto invaso” - sita in località Borgo Montello, gestita dalla società Ecoambiente S.r.l. con la finalità di garantire la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti nel bacino servito.
L’invaso in oggetto era stato autorizzato con Determinazione Regionale n. B0605 del 25 febbraio 2009 per una volumetria abbancabile totale di 400.000 m3.
Con il rinnovo dell’autorizzazione citata, avvenuta in data 12/02/015 con Determina n. G01217, è stato autorizzato l’aumento delle volumetrie per ulteriori 25.000 ton, quale variante non sostanziale, in quanto consente di abbancare una volumetria non superiore al 10% dei quantitativi autorizzati con la Determinazione originaria e non superiore al valore soglia di 25.000 tonnellate stabilito dall’Allegato VIII della parte seconda del D. Lgs. 152/06 per la specifica attività IPPC (5.4 – discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate).
Tornando all'assemblea dei sindaci del 23.2.18, nel verbale, (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/provincia-di-latina-le-proposte-al.html) tra l'altro, si legge:i sindaci si impegnano a trasmettere alla provincia le cartografie di cui al punto sopra entro il 10 marzo del 2018” considerata la nota del comune di Latina, dopo la notizia dell'acquisto del 51% di Ecoambiente da parte della Paguro, di ferma opposizione a qualsiasi nuovo volume, viene da chiedersi se il comune di Latina ha adempiuto a tale impegno e, nel caso, se la planimetria trasmessa sia utile ad ostacolare, come dichiara, nuove volumetrie.
Interessante ovviamente la questione della frazione umida che in provincia di Latina è sotto la lente della commissione contro le ecomafie, è espressa volontà del comune di Latina conferirla all'impianto di biometano di Latina Scalo e sopratutto viene trattata in alcuni impianti esistenti, due dei quali, i più importanti attualmente sotto indagine della Procura uno sequestrato (la ex Kyklos) e l'altro (la Sep) dopo il sequestro riaperto parzialmente.
La proposta di emendamento del comune di Latina, in proposito desta non poche perplessità che fanno pensare ad una scarsa conoscenza della materia e degli impianti:
propone un impianto unico per quanto riguarda l’umido e la frazione organica, in posizione baricentrica per tutta la provincia o al massimo due impianti”.
Intanto, in provincia di Latina risultano già approvati 3 grandi impianti per la frazione umida (120 mila ex Kyklos, 49.500 Sep, 20 mila Solemme). Per i due più grandi le proteste dei cittadini si ripetono negli ultimi 15 anni denotando un grosso problema sanitario e ambientale irrisolto, visti appunto, i recenti sequestri.
Poi il delegato del comune di Terracina ne ha addirittura proposto un altro: “esiste un impianto di compostaggio realizzato decenni fa, messo a norma e predisposto per questo tipo di attività, ma non inserito nel piano, e chiede di valutare la possibilità di inserire l’area Morelle sita nel comune di Terracina, quale nuova area dove poter realizzare un apposito impianto di compostaggio anaerobico e di inserire detta area nel piano”.
Ammesso quindi che si passi ad uno o due impianti, di cui uno a Terracina bisogna capire se uno o due impianti autorizzati potranno riaprire e funzionare e nel caso come conciliarne l'ubicazione visto che si trovano a Terracina, Pontinia, Sabaudia e Aprilia facendo saltare il ragionamento di base del piano di non far percorrere oltre 30 km come tragitto dei rifiuti.
Chi ha un minimo di conoscenza del problema sa che la frazione umida da sola copre circa la metà dell'intera produzione dei rifiuti.
Infine ci si aspettava, dalla provincia di Latina e dalla conferenza dei Sindaci, che finalmente volessero andare verso l'evoluzione di un paese civile, attento all'ambiente, alla salute, ma anche al risparmio della pubblica amministrazione e quindi dei cittadini, con l'ambizione della raccolta differenziata simbolo di progresso. Invece manca un obiettivo serio e vero a breve termine. Restiamo, come cittadini e territorio, vittime di amministratori incapaci di pensare ed arrivare alla raccolta differenziata di qualità e invece manca pure la quantità. Vittime di amministratori che non vanno oltre ai soliti sconclusionati annunci. Non dimentichiamo che attuare la raccolta differenziata con l'obiettivo minimo del 65% significa cambiare radicalmente la necessità degli impianti per rifiuti. Capacità della discarica inferiore al 50% rispetto all'attuale, idem per Tmb (o Tbm) e quindi inceneritori, aumentando invece posti di lavoro (qualche migliaio) per impianti di recupero, riciclo di rifiuti. Evidentemente nemmeno i posti di lavoro interessano agli amministratori come non interessano ai sindacalisti che si agitano solo quando si tratta di appalti, magari nati da leggi definite criminogene da Cantone. Un piano provinciale serio dei rifiuti deve puntare al 65% e dire dove fare gli impianti con questo obiettivo non come se i nostri sindaci intendano ancora restare nel medioevo culturale. Anche dire ovviamente dove questi impianti sono incompatibili. Così per recuperare quella coerenza che alle dichiarazioni e interviste non fa seguire alcun atto serio e attuato.


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http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/provincia-di-latina-le-proposte-al.html
Come si può notare la questione rifiuti interessa le amministrazioni comunali della nostra provincia: 20 assenti e 13 presenti.  Il vice presidente Bernasconi, che presiede la seduta dopo le dimissioni del presidente, annuncia che l’obiettivo  “che ogni comune non debba fare più di 30 km per il conferimento dei rifiuti”. “sono state individuate aree potenzialmente idonee per la delocalizzazione dell’impiantistica, in linea con i criteri stabilito dalla legislazione regionale”. (pag. 2) Il delegato del comune di Terracina dichiara che “esiste un impianto di compostaggio realizzato decenni fa, messo a norma e predisposto per questo tipo di attività, ma non inserito nel piano, e chiede di valutare la possibilità di inserire l’area Morelle sita nel comune di Terracina, quale nuova area dove poter realizzare un apposito impianto di compostaggio anaerobico e di inserire detta area nel piano”.  Il delegato del comune di Latina: propone un impianto unico per quanto riguarda l’umido e la frazione organica, in posizione baricentrica per tutta la provincia o al massimo due impianti” “multimateriale unico impianto” individuare per il trattamento dei rifiuti “ (pag. 3) “per l’individuazione dei siti di privilegiare la scelta dei siti industriali dismessi”. “prevedere un ristoro economico per le realtà che accetteranno o si proporranno ad ospitare questi impianti e di escludere i siti di discariche non ancora bonificate o per i quali è partita una bonifica non ancora conclusa”. Il delegato del comune di Aprilia: due richieste di discariche per milioni di metri cubi”. “tali richieste hanno provocato allarme sociale tra la popolazione, per la consapevolezza degli studi epidemiologici che dimostrano gli effetti sulla salute in prossimità di impianti del genere”. (pag. 5) il sindaco del comune di Pontinia: “alcune zone del comune di Pontinia da salvaguardare e cita il che rientra in una zona verde.”. (pag. 7) emendamento: “ devono essere previsti due impianti per la frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata, il dimensionamento degli impianti di cui al punto al punto precedente”. “la scelta di massimo due impianti baricentrici per tutta la provincia di Latina per il trattamento e il recupero del multimateriale, carta plastica, metalli, etc e la produzione di CSS” (pag. 8) “va privilegiata la scelta impiantistica di proprietà pubblica”.. “deve esser previsto un ristoro economico per le comunità che ospiteranno tali impianti. Vanno esclusi i siti interessati da discariche per le quali non è conclusa la bonifica e vanno confermate le esclusioni per quanto riguarda termoinceneritori e impianti di TMB, trattamento meccanico biologico, già programmate a livello regionale”. “i sindaci si impegnano a trasmettere alla provincia le cartografie di cui al punto sopra entro il 10 marzo del 2018”

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