La questione riguarda ovviamente il
futuro della discarica di Borgo Montello gestita per circa la
metà appunto da Ecoambiente che ha presentato il progetto di
sopralzo e conferimento di nuovi rifiuti con un progetto che è fermo
(dal 30.10.2015) presso la commissione VIA della regione Lazio.
Nell'istanza
di Ecoambiente si legge: (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/il-progetto-di-sopraelevazione-di.html) Discariche di rifiuti
urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000
mc (operazioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5, della parte
quarta del D. Lgs. 152/06); discariche per rifiuti speciali non
pericolosi (operazioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5,
della parte quarta del D. Lgs. 152/06), ad esclusione delle
discariche per rifiuti inerti con capacità complessiva sino a
100.000 mc.
Nella
sintesi non tecnica del progetto si legge:
La
presente Sintesi non Tecnica si riferisce al progetto per l’abbanco
di ulteriori 400.000 m3
nella discarica per rifiuti non pericolosi attualmente attiva –
c.d. “Nuovo e distinto invaso” - sita in località Borgo
Montello, gestita dalla società Ecoambiente S.r.l. con la finalità
di garantire la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti
nel bacino servito.
L’invaso in
oggetto era stato autorizzato con Determinazione Regionale n. B0605
del 25 febbraio 2009 per una volumetria abbancabile totale di 400.000
m3.
Con
il rinnovo dell’autorizzazione citata, avvenuta in data 12/02/015
con Determina n. G01217, è stato autorizzato l’aumento delle
volumetrie per ulteriori 25.000 ton, quale variante non sostanziale,
in quanto
consente di abbancare una volumetria non superiore al 10% dei
quantitativi autorizzati con la Determinazione originaria e non
superiore al valore soglia di 25.000 tonnellate stabilito
dall’Allegato VIII della parte seconda del D. Lgs. 152/06 per la
specifica attività IPPC (5.4 – discariche che ricevono più di 10
tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000
tonnellate).
Tornando
all'assemblea dei sindaci del 23.2.18, nel verbale, (vedere
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/provincia-di-latina-le-proposte-al.html)
tra l'altro, si legge:“i
sindaci si impegnano a trasmettere alla provincia le cartografie di
cui al punto sopra entro il 10 marzo del 2018”
considerata
la nota del comune di Latina, dopo
la notizia dell'acquisto del 51% di Ecoambiente da parte della
Paguro, di ferma opposizione a qualsiasi nuovo volume, viene
da chiedersi se il comune di Latina ha adempiuto a tale impegno e,
nel caso, se la planimetria trasmessa sia utile ad ostacolare, come
dichiara, nuove volumetrie.
Interessante
ovviamente la questione della frazione umida che in provincia di
Latina è sotto la lente della commissione contro le ecomafie, è
espressa volontà del comune di Latina conferirla all'impianto di
biometano di Latina Scalo e sopratutto viene trattata in alcuni
impianti esistenti, due dei quali, i più importanti attualmente
sotto indagine della Procura uno sequestrato (la ex Kyklos) e l'altro
(la Sep) dopo il sequestro riaperto parzialmente.
La
proposta di emendamento del comune di Latina, in proposito desta non
poche perplessità che fanno pensare ad una scarsa conoscenza della
materia e degli impianti:
“propone
un impianto unico per quanto riguarda l’umido e la frazione
organica, in posizione baricentrica per tutta la provincia o al
massimo due impianti”.
Intanto,
in provincia di Latina risultano già approvati 3 grandi impianti per
la frazione umida (120 mila ex Kyklos, 49.500 Sep, 20 mila Solemme).
Per i due più grandi le proteste dei cittadini si ripetono negli
ultimi 15 anni denotando un grosso problema sanitario e ambientale
irrisolto, visti appunto, i recenti sequestri.
Poi
il delegato del comune di Terracina ne ha addirittura proposto un
altro: “esiste
un impianto di compostaggio realizzato decenni fa, messo a norma e
predisposto per questo tipo di attività, ma non inserito nel piano,
e chiede di valutare la possibilità di inserire l’area Morelle
sita nel comune di Terracina, quale nuova area dove poter realizzare
un apposito impianto di compostaggio anaerobico e di inserire detta
area nel piano”.
Ammesso
quindi che si passi ad uno o due impianti, di cui uno a Terracina
bisogna capire se uno o due impianti autorizzati potranno riaprire e
funzionare e nel caso come conciliarne l'ubicazione visto che si
trovano a Terracina, Pontinia, Sabaudia e Aprilia facendo saltare il
ragionamento di base del piano di non far percorrere oltre 30 km come
tragitto dei rifiuti.
Chi
ha un minimo di conoscenza del problema sa che la frazione umida da
sola copre circa la metà dell'intera produzione dei rifiuti.
Infine ci si aspettava, dalla provincia di Latina e dalla conferenza dei Sindaci, che finalmente volessero andare verso l'evoluzione di un paese civile, attento all'ambiente, alla salute, ma anche al risparmio della pubblica amministrazione e quindi dei cittadini, con l'ambizione della raccolta differenziata simbolo di progresso. Invece manca un obiettivo serio e vero a breve termine. Restiamo, come cittadini e territorio, vittime di amministratori incapaci di pensare ed arrivare alla raccolta differenziata di qualità e invece manca pure la quantità. Vittime di amministratori che non vanno oltre ai soliti sconclusionati annunci. Non dimentichiamo che attuare la raccolta differenziata con l'obiettivo minimo del 65% significa cambiare radicalmente la necessità degli impianti per rifiuti. Capacità della discarica inferiore al 50% rispetto all'attuale, idem per Tmb (o Tbm) e quindi inceneritori, aumentando invece posti di lavoro (qualche migliaio) per impianti di recupero, riciclo di rifiuti. Evidentemente nemmeno i posti di lavoro interessano agli amministratori come non interessano ai sindacalisti che si agitano solo quando si tratta di appalti, magari nati da leggi definite criminogene da Cantone. Un piano provinciale serio dei rifiuti deve puntare al 65% e dire dove fare gli impianti con questo obiettivo non come se i nostri sindaci intendano ancora restare nel medioevo culturale. Anche dire ovviamente dove questi impianti sono incompatibili. Così per recuperare quella coerenza che alle dichiarazioni e interviste non fa seguire alcun atto serio e attuato.
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/provincia-di-latina-le-proposte-al.html
Come
si può notare la questione rifiuti interessa le amministrazioni
comunali della nostra provincia: 20 assenti e 13 presenti. Il
vice presidente Bernasconi, che presiede la seduta dopo le dimissioni
del presidente, annuncia che l’obiettivo “che ogni comune
non debba fare più di 30 km per il conferimento dei rifiuti”.
“sono state individuate aree potenzialmente idonee per la
delocalizzazione dell’impiantistica, in linea con i criteri
stabilito dalla legislazione regionale”. (pag. 2) Il delegato
del comune di Terracina dichiara che “esiste un impianto di
compostaggio realizzato decenni fa, messo a norma e predisposto per
questo tipo di attività, ma non inserito nel piano, e chiede di
valutare la possibilità di inserire l’area Morelle sita nel comune
di Terracina, quale nuova area dove poter realizzare un apposito
impianto di compostaggio anaerobico e di inserire detta area nel
piano”. Il delegato del comune di Latina: propone un impianto
unico per quanto riguarda l’umido e la frazione organica, in
posizione baricentrica per tutta la provincia o al massimo due
impianti” “multimateriale unico impianto” individuare per il
trattamento dei rifiuti “ (pag.
3) “per l’individuazione dei siti di privilegiare la scelta dei
siti industriali dismessi”. “prevedere un ristoro economico per
le realtà che accetteranno o si proporranno ad ospitare questi
impianti e di escludere i siti di discariche non ancora bonificate o
per i quali è partita una bonifica non ancora conclusa”. Il
delegato del comune di Aprilia: due richieste di discariche per
milioni di metri cubi”. “tali richieste hanno provocato allarme
sociale tra la popolazione, per la consapevolezza degli studi
epidemiologici che dimostrano gli effetti sulla salute in prossimità
di impianti del genere”. (pag. 5) il sindaco del comune di
Pontinia: “alcune zone del comune di Pontinia da salvaguardare e
cita il che rientra in una zona verde.”. (pag. 7) emendamento:
“ devono essere previsti due impianti per la frazione organica dei
rifiuti da raccolta differenziata, il dimensionamento degli impianti
di cui al punto al punto precedente”. “la scelta di massimo due
impianti baricentrici per tutta la provincia di Latina per il
trattamento e il recupero del multimateriale, carta plastica,
metalli, etc e la produzione di CSS” (pag. 8) “va privilegiata la
scelta impiantistica di proprietà pubblica”.. “deve esser
previsto un ristoro economico per le comunità che ospiteranno tali
impianti. Vanno esclusi i siti interessati da discariche per le quali
non è conclusa la bonifica e vanno confermate le esclusioni per
quanto riguarda termoinceneritori e impianti di TMB, trattamento
meccanico biologico, già programmate a livello regionale”. “i
sindaci si impegnano a trasmettere alla provincia le cartografie di
cui al punto sopra entro il 10 marzo del 2018”
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