sabato 10 febbraio 2018

Scatta il giro di vite per le specie invasive in Italia Il 14/2 in vigore il decreto che recepisce il Regolamento Ue

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Giro di vite, dal 14 febbraio, per le specie invasive in Italia. Entrerà in vigore il decreto che recepisce il Regolamento europeo per prevenire e gestire l'introduzione delle specie esotiche considerate particolarmente invasive dall'Unione Europea.

L'Europa ha stilato l'elenco delle 49 specie invasive più pericolose, di cui 33 sono presenti in Italia, dalla tartaruga palustre americana al gambero rosso della Louisiana alle nutrie, nonché piante come il giacinto d'acqua e il Pànace di Mantegazza. Queste specie, talvolta chiamate "aliene", sono piante e animali introdotti dall'uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori della loro area di origine e una parte di queste causa gravi danni alla natura, a volte anche alla salute, e perdite economiche notevoli. Attualmente, si stima che siano ben 12.000 le specie 'aliene' introdotte in Europa, di cui più di 3.000 solo in Italia, con un incremento vertiginoso (+96%) negli ultimi 30 anni.

Il decreto prevede che tutti i proprietari di animali da compagnia inseriti nella lista (in particolare chi avesse in casa testuggini palustri americane) potranno mantenerli fino al termine della loro vita naturale, ma entro giugno 2018 dovranno comunicare il loro possesso al Ministero dell'Ambiente, fornendo indicazioni sull'esemplare (specie, sesso ed età) nonché sulle modalità che intendono adottare per impedirne la riproduzione e la diffusione. La norma prevede, oltre ai controlli doganali, che le Regioni e i Parchi nazionali predispongano opportuni piani di controllo. Zoo e giardini botanici, così come centri di ricerca, importatori e rivenditori, dovranno invece richiedere apposite autorizzazioni. Per chi non rispettasse gli obblighi, sono previste sanzioni penali, amministrative e la confisca degli esemplari.

Per il Wwf, la migliore risposta è la prevenzione: è molto più efficiente limitare l’accesso a nuove specie invasive che combatterle una volta insediate, così come ecosistemi sani e ricchi di biodiversità riescono a contrastare naturalmente l'insediamento di specie aliene in maniera molto più efficace rispetto ad ecosistemi inquinati o impoveriti.

L'associazione ambientalista suggerisce che i cittadini possono segnalare la presenza di specie esotiche tramite apposite app (www.csmon-life.eu) e partecipando ai progetti di monitoraggio scientifico (più info al sito www.lifeasap.eu), di evitare sempre di acquistare piante e animali come souvenir durante viaggi all'estero, e controllare accuratamente la pulizia della propria attrezzatura di viaggio. Infine, scegliere piante locali per il proprio giardino 

Da tartaruga a scoiattolo, le insidie degli "alieni" 
Danni a specie nostrane, e c'è una pianta che provoca bruciature 
La piccola tartaruga dalle guance rosse è un animale da compagnia, spesso donata ai bambini ed amata fino a quando non cresce: quando diventa nera e grande 30 centimetri, carnivora e vorace, non piace più e molti se ne disfano. Senza sapere, forse, spiega il coordinatore del progetto Life Asap Piero Genovesi, che "sbarazzandosene nel laghetto o nel fiume sotto casa finisce per estinguere la tartaruga nostrana" che è erbivora, danneggiando così la biodiversità. Il decreto italiano sulle specie invasive, che sta per entrare in vigore e pone regole severe per evitarne la diffusione, impone che questi animali "vengano invece portati in strutture regionali idonee dove sarà anche istituito un registro per censire tutti gli esemplari di specie esotiche invasive dichiarati dai privati", aggiunge Genovesi, con tanto di dati di identità (specie, sesso ed età). 

Fra le 33 specie annoverate nell'elenco di specie invasive animali e vegetali presenti in Italia, c'è lo scoiattolo grigio nordamericano, che, libero nella nostra natura, si è riprodotto molto velocemente decimando la colonia autoctona di scoiattoli rossi e ha distrutto parte della nostra vegetazione. A parte il divieto di commercializzazione di queste specie invasive, il decreto disciplina che quelli già presenti sul nostro territorio non debbano riprodursi, essere liberati in natura, ma anzi siano strettamente tenuti in un'area controllata in modo che non possano scappare e provocare danni. 

E fra gli esempi di piante a rischio, soprattutto per l'uomo, c'è la Panace di Mantegazza, originaria del Caucaso, del cui flagello provocato in Gran Bretagna parla anche una vecchia canzone dei Genesis, 'The Return of The Giant Hogweed'". Questa pianta, "presente in Val d'Aosta e Lombardia - spiega Genovesi - può raggiungere i 5 metri di altezza e il fiore gli 80 centimetri di diametro, è tossica e provoca bruciature. E' dunque pericolosa, e in nord Europa ha provocato 10mila ospedalizzazioni", ricorda l'esperto rilevando che si sta lavorando per eradicarla.
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