mercoledì 28 febbraio 2018

provincia di Latina, bio ossidazione di materie organiche (biogas, biomasse, biometano) l'allarme inascoltato dagli amministratori lanciato dalla commissione contro le ecomafie. Ci sarà un altro filone di indagini sulle centrali finte -bio?


significativi fenomeni illeciti e situazioni critiche tratto da tratto da Doc. XXIII



N. 32 COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI

provincia di LATINA

La provincia di Latina, sta assumendo, negli ultimi anni, un ruolo sempre più significativo in ordine ad alcune criticità di carattere ambientale, data anche la sua posizione geografica, tra i territori della provincia di Roma e la regione Campania.
Le forze di polizia pongono sotto attento esame, periodicamente, aziende che svolgono attività di rottamazione, di veicoli e parti di essi; alcuni di questi controlli sono sfociati in denunce all'Autorità giudiziaria per reati ambientali, in particolare per gestione illecita di rifiuti, ex articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo unico ambientale). In diverse occasioni, a partire in particolare dal 2016, numerosi controlli che hanno condotto a segnalazioni all'A.G., sono confluiti nel cosiddetto sistema delle prescrizioni, ovverossia la procedura […] introdotta con la Legge n. 68/2015 in materia di delitti contro l'ambiente.
Un altro settore, nel campo dei rifiuti, che vede una capillare attenzione da parte delle forze di polizia impegnate nella tutela ambientale, è quello dello smaltimento/trattamento di rifiuti solidi urbani, e soprattutto il cd. compost, risultato della bio-ossidazione e dell'umificazione di materie organiche.
Le aziende che operano in tale settore non sono particolarmente numerose in provincia. Per alcune di esse sono state riscontrate notevoli criticità nel trattamento dei rifiuti organici; si sono svolte numerose attività di controllo sia di carattere investigativo, sia con reiterati accessi alle aziende, collaborazioni con Enti terzi, quali ARPA, e unità di supporto specialistiche nelle indagini scientifiche. Attualmente è incardinato, oltre ad altri procedimenti penali presso la procura di Latina, anche un procedimento penale, presso la Direzione distrettuale antimafia di Roma, con ipotesi di reato di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti disciplinato dall'articolo 260 decreto legislativo n. 152 del 2006 (p.p. 3940/2014).

Nel gennaio [2017] la D.D.A. di Roma ha ipotizzato un traffico organizzato di rifiuti in cui sarebbero coinvolte diverse aziende di trattamento, che conferivano rifiuti pericolosi in una discarica di Frosinone nella quale potevano invece essere smaltiti solo rifiuti non pericolosi. Le investigazioni, supportate da una cospicua attività tecnica, hanno coinvolto aziende operanti nelle province di Frosinone, Roma e Latina. In questa provincia le aziende coinvolte sono state la Centro Servizi Ambientali (CSA) S.r.l. di Castelforte e la Refecta S.r.l. di Cisterna di Latina, entrambe operanti nel trattamento dei rifiuti, le quali, nel biennio 2014-15, avrebbero conferito ad una azienda di Frosinone significativi quantitativi di rifiuti pericolosi declassificandoli in non pericolosi, con la complicità di diversi laboratori di analisi chimica.
Anche nell'attività di recupero di rifiuti si assiste al proliferare di aziende che operano in regime di cd. procedura semplificata (articoli 214-216 decreto legislativo n. 152 del 2006). Al riguardo le forze di polizia hanno evidenziato che, sulla base di diversi monitoraggi e successive ricognizioni, sono emerse, per questa tipologia di aziende, diffuse criticità sotto il profilo dell’osservanza delle disposizioni ambientali. In particolare si assiste ad un significativo incremento sul territorio provinciale di aziende che trattano i rifiuti, o che hanno chiesto le autorizzazioni di rito per impiantarne di nuove, talvolta con capacità di lavorazione superiori alle attuali esigenze della provincia, segno evidente che il territorio viene individuato, a torto o a ragione, potenzialmente caratterizzato da possibili sviluppi in questo specifico settore.
Nel territorio provinciale insistono altresì aziende che trattano rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Le attività di controllo hanno riguardato sia i soggetti che, nell’ambito della raccolta e trasporto di tali rifiuti, non rispettano la normativa di settore, con contestazioni di gestione illecita oltre che di numerose fattispecie di violazioni amministrative (specie i distributori al dettaglio, anche comunque importanti centri di elettronica di rilevanza nazionale) sia una ricognizione dei centri di raccolta comunali, i quali, spesso attraverso le aziende municipalizzate, effettuano la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici domestici, sia dai privati che dalle ditte, per poi destinarle a recupero o smaltimento, attraverso convenzioni con sistemi collettivi (cd. consorzi).
Altro fenomeno segnalato dalle forze di polizia di tutela ambientale è quello relativo al traffico illecito di rifiuti transfrontaliero. In particolare, in molti casi intermediari o aziende, spesso riconducibili a brokers di nazionalità estera, per eludere gli adempimenti necessari a dimostrare la tracciabilità del rifiuto e i conseguenti controlli ambientali, attestano che lo stesso sia un bene usato, destinato all'esportazione in paesi in via di sviluppo. Al riguardo, è stata intensificata la collaborazione con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per eventuali transiti di carichi sospetti dal porto di Gaeta”1.
Le polizia giudiziarie stanno altresì conducendo indagini che traggono origine da episodi qualificabili come intimidatori di operatori del settore2.
Dal canto suo, il Questore di Latina, nella audizione del 21 febbraio 2017, aggiungeva che "bisogna capire che l'area del nord della provincia, quella che si sviluppa tra Borgo San Michele e soprattutto Borgo Montello, ha una vocazione storica per l'interramento dei rifiuti. L'area si chiama ‘Le ferriere’ perché fin dal XVII secolo c'era un'attività di escavazione, quindi sono vere e proprie cave (la località che oggi si chiama Borgo Montello era la vecchia conca) per estrarre il ferro; con il passare dei secoli si sono formate delle conche naturali, delle cave che sembravano quasi invitare chi volesse fare affari. C'è anche una situazione geologica particolare: quest'area appartiene ad un'area di terra emersa dove per secoli intorno c'era la palude, che è un terreno che ha forti infiltrazioni di falde acquifere, quindi poco si presta allo stoccaggio dei rifiuti. Tenete presente che, essendo palude, era disabitata, mentre questa è l'unica area emersa ed è destinata alla produzione vinicola. Gli interessi della camorra nella zona sono essenzialmente dovuti ad alcune dichiarazioni che abbiamo riscontrato nell'attività di polizia giudiziaria dovuta a collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi".3
Sotto il profilo più specificamente giudiziario, il procuratore della Repubblica di Latina, Andrea De Gasperis, nella audizione del 21 febbraio 2017, oltre alla vicenda della discarica di Borgo Montello, ha evidenziato la presenza di alcune discariche abusive risalenti nel tempo e in fase di bonifica, precisando che "praticamente la maggioranza dei reati ambientali sono reati «di ordinaria contravvenzione», di ordinaria amministrazione, che si definiscono in via amministrativa, perché i responsabili risanano […] Vicende di pubblica amministrazione e inquinamento non ce ne sono".
1Le forze di polizia territoriali e la Capitaneria di Porto nel biennio 2015-2016 hanno effettuato, complessivamente, 2079 controlli. Le comunicazioni di notizie di reato sono state nello stesso periodo 150 e le sanzioni amministrative 103. L'ARPA Lazio ha eseguito, nel biennio, 212 controlli, di cui 193 ai depuratori e 19 ad aziende che svolgono attività di trattamento/smaltimento dei rifiuti.
2Su questi episodi v. § 7.6
3Dei problemi storici della discarica di Borgo Montello e degli interessi manifestati dalla criminalità organizzata si tratterà nel § 7

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