altro che centrali a biogas, biomasse, biometano,
emissioni inquinanti e cancerogene anche Greenpeace diffida la Regione Lazio, è
emergenza sanitaria serve un nuovo piano di tutela dell’aria
I cittadini lo hanno detto forte e chiaro nell’audizione
alla Pisana l’11 dicembre a proposito della proposta di legge ambientale della
Regione Lazio che faceva acqua da tutte
le parti compresa quelle delle competenze delle province, come fatto notare.
I cittadini lo hanno scritto nelle osservazioni e nella
richiesta di modifica sia alla proposta di legge regionale sull’ambiente (1) che
su quella del piano regionale energetico (2).
(1)
legge regionale Lazio sull'ambiente Osservazioni e
proposte di modifica alla proposta di legge n. 402 del 26 ottobre 2017 Comitato
dei cittadini di via Monfalcone (Borgo Bainsizza – Montello / Latina) http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/legge-regionale-lazio-sullambiente.html
(2) Vedere Osservazioni e proposte di modifica al “Piano
Energetico Regionale” (P.E.R. Lazio), proposta adottata con Delibera di Giunta
Regionale del 17.10.2017 n. 65 http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/osservazioni-e-proposte-di-modifica-al.html
Purtroppo i comuni della nostra provincia sono stati
molto poco attenti, come sempre in fatto di ambiente, piano dei rifiuti, piano
energetico, tranne poi lamentarsi delle scelte romanocentriche del pd e di
Zingaretti.
Tranne fare dichiarazioni improbabili e inattendibili
sui vari progetti per i quali non è affatto vero che non ci si possa opporre e
respingere al mittente progetti incompatibili e inquinanti.
Pontinia lo ha fatto con successo, anche dopo la VIA e l’AIA,
contro delle potenze economiche come AceaElectrabel (poi Gdf Suez) e Pontinia
Rimmovabili, a dimostrazione che i comuni se vogliono, se conoscono i progetti
possono fare molto in fatto di tutela ambientale.
Oggi arriva finalmente l’ennesima diffida da Greenpeace
per la mancata tutela dell’ambiente e in particolare della qualità dell’aria.
Smog: in Lazio è emergenza sanitaria
News - 19 febbraio, 2018
Con ClientEarth abbiamo diffidato la Regione:
serve un piano dell’aria nuovo
Abbiamo notificato quest’oggi, insieme a
ClientEarth, una lettera di diffida alla Regione Lazio, con la richiesta di
adottare un “Piano di Risanamento per la Qualità dell’Aria” che individui le
misure necessarie a riportare i livelli di inquinamento atmosferico al di sotto
dei valori di legge nel più breve tempo possibile.
UK WEST MIDLANDS
BIRMINGHAM 15NOV16 - Smoke from a malfunctioning diesel van in stationary
traffic around Birmingham city centre.jre/Photo by Jiri Rezac© Jiri Rezac 2016
In Lazio non si respira più, ed è bene che i
cittadini lo sappiano, perché a farne le spese sono proprio i nostri polmoni:
il ripetuto sforamento, anno dopo anno, dei livelli di inquinamento relativi a
sostanze come il biossido d’azoto (NO2) e le polveri sottili (PM10) ha
consolidato una crisi ambientale e sanitaria che richiede provvedimenti della
massima urgenza. La Regione invece dispone invece di un piano per la qualità
dell’aria obsoleto, adottato oltre otto anni fa sulla base di una normativa
vecchia, del 1999, e che è assolutamente carente e inadeguato alla luce della
normativa attuale.
Dal 2010 infatti, in caso di sforamento dei
limiti per le concentrazioni di inquinanti, la legge impone alle Regioni di
includere nei loro piani “misure appropriate affinché il periodo di superamento
sia il più breve possibile”. A tal fine, le Regioni devono adottare un “Piano
di Risanamento per la Qualità dell’aria”, in cui siano individuati i
provvedimenti da adottare per ricondurre l’inquinamento atmosferico entro i
limiti di legge, sia definito un calendario di interventi e siano valutati gli
impatti e miglioramenti attesi. Elementi del tutto mancanti nel Piano attuale
della Regione Lazio.
Le conseguenze sono gravi per la qualità
dell’aria e la salute dei cittadini nel Lazio, costretti a subire livelli di
inquinanti costantemente fuorilegge. A 7 anni dalla data di entrata in vigore
dei valori massimi di concentrazione annuale di NO2, a Roma le soglie legali
sono superate anche del 50%. La serie storica dei rilevamenti di ARPA Lazio
rivela che la capitale ha livelli di inquinamento da NO2 minori, di pochissimo,
solo a quelli di Torino, e spesso più alti di quelli di Milano.
Non va meglio con il PM10 nel frusinate, e in
particolare nella Valle del Sacco: in dodici anni di vita della normativa su
questo inquinante, i valori limite giornalieri sono stati superati
puntualmente, anno dopo anno, fin quasi tre volte il numero consentito (fino a
93 giorni di sforamento nel 2017). Insomma, una “piccola Pianura Padana” nel
centro Italia e una qualità dell’aria tra le peggiori in Europa.
Insomma, mentre l’Italia è sotto procedura
d’infrazione in Europa, a un passo dal deferimento alla Corte di Giustizia per
la sua inazione contro l’inquinamento atmosferico, la Regione Lazio manca
persino di tenersi al passo con la legge. Chiediamo a chiunque si candidi a governare
la Regione di approntare presto un nuovo Piano di Risanamento per la Qualità
dell’Aria e chiediamo sia un impegno comune a tutti i candidati.
La Regione Lazio ha ora un massimo di 60
giorni per mettere mano al Piano per la Qualità dell’aria e introdurre misure
efficaci ed idonee ad assicurare, al più presto, il rispetto dei valori limite
previsti dalla normativa vigente. In caso di ulteriore inerzia, ci rivolgeremo
al T.A.R. del Lazio.
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