
Aspettiamo di sapere se le stesse obiezioni poste dalla provincia di Latina contro l'impianto di rifiuti di Terracina siano state applicate anche per questo impianto. (vedere
la giusta tutela ambientale della Provincia da estendere a tutti gli impianti che trattano rifiuti, alle centrali a biomasse, biogas e biometano anche alimentati da rifiuti e da FORSU. http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/la-giusta-tutela-ambientale-della.html).
La stessa centrale era stata progettata da una società all'epoca partecipata da legambiente. Adesso sembra che ci sia il pentimento del presidente regionale di legambiente contro questi progetti inquinanti. (vedere https://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/legambiente-la-sconfessione-degli.html legambiente la sconfessione degli impianti di produzione energetica da Forsu nell'audizione alla Pisana, regione Lazio per la proposta di legge regionale in materia ambientale). Di certo sono passati 16 giorni dall'incontro in regione che doveva essere risolutivo e che doveva procedere un immediato incontro in provincia di cui però non si ha nessuna notizia.
siccità nessuna soluzione per i giardini di Ninfa a 9
giorni dal tavolo tecnico regionale?
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/siccita-nessuna-soluzione-per-i.html
16 giorni fa l’annunciato tavolo tecnico per affrontare
il problema della siccità nei Giardini di Ninfa. I soliti annunci e nessuna
soluzione, anche le idee sono, tanto per cambiare, debolucce. Annunciato anche
il passaggio dal tavolo regionale a quello provinciale che non risulta ancora
convocato. Tra le “idee” quella di recuperare l’acqua “depurata” dagli impianti
di depurazione pubblici per irrigare i campi. Chi è vissuto in provincia di
Latina nell’ultimo anno, con un minimo di attenzione, sa che la siccità ha
messo in grave difficoltà sia le attività turistiche e ricettive (basta vedere
quello che è successo nel Golfo di Gaeta) che l’agricoltura. Eppure la
provincia di Latina, nel 2017, ha rilasciato una quarantina di autorizzazioni
per la perforazioni di pozzi o di ricerca d’acqua (vedere 3 documenti con la
ricerca "pozzi" albo pretorio provincia di Latina 2017
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/3-documenti-con-la-ricerca-pozzi-albo.html)
(vedere 34 documenti nel 2017 della provincia di Latina ricerca
"pozzo"
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/34-documenti-nel-2017-della-provincia.html).
In provincia di Latina sono aumentate la colture che assorbono grandi
quantitativi d’acqua e anche diminuita la permeabilità del terreno con la
cementificazione, le serre. Il consumo del suolo impedisce e diminuisce la
ricarica delle falde, aumentando erosione e fenomeni atmosferici pericolosi e dannosi.
Anche l’approvazione di impianti industriali grossi consumatori di acqua hanno
peggiorato la situazione, specialmente con emissioni cancerogene, inutili e
devastanti come le centrali a biomasse e biogas nonostante non ci sia bisogno
ne di gas, ne di energia. Il problema del ciclo dell’acqua era stato
evidenziato, negli anni ’80, dagli ambientalisti, accusati di catastrofismo, ma
i fatti sono stati peggiori di quelli temuti e previsti. Chi ha buona memoria
ricorderà che anche il bacino di Norma, vicino Ninfa, per alimentare l’impianto
di irrigazione era temuto per i danni che avrebbero provocato all’eco sistema.
Danni che si sono puntualmente verificati. La soluzione al problema della
siccità a Ninfa e non solo, è un insieme di misure, soprattutto economiche e di
programmazione. La siccità e l’abbassamento delle falde era una criticità
evidenziata una ventina di anni fa dall’Abr (autorità di bacino regionale del
Lazio) ma nemmeno all’Abr amministratori e funzionari hanno dato retta,
diventando causa del problema. La proposta di recuperare le acque depurate
dagli impianti potrebbe essere positiva se la qualità delle acque fosse idonea.
L’Arpa Lazio ha più volte certificato l’inquinamento del fiume Linea che viene
ugualmente utilizzato per la pesca (immaginiamo la qualità del pesce poi
rivenduto chissà dove e finito su chissà quali tavole da pranzo) e per
l’irrigazione di colture ad uso umano (per verdura e frutta) o animale (magari
da allevamento poi utilizzata sempre l’alimentazione umana). Poi si scopre che
la qualità dei corsi d’acqua e delle falde è molto preoccupante per l’alta e
pericolosa percentuale di fitofarmaci (sempre di chimica si tratta) nelle
falde, magari utilizzate per irrigare colture ad uso umano o animale da
allevamento per alimentazione umana. Non abbiamo letto dagli annunci di questo
tavolo tecnico nessun controllo o limitazione degli emungimenti oppure
dell’imposizione colture e attività produttive con minore richiesta di acqua.
Nemmeno delle priorità dell’emungimento, prima dell’uso umano, poi produttivo
con limitazione e infine per divertimento (piscine e giochi acquatici).
L’abbassamento delle falde poi ha creato fenomeni di cedimenti strutturali,
sinkhole e forse di microsismi, che non sembrerebbero trattati, almeno negli
annunci, nel tavolo tecnico. L’ultima stranezza di questo tavolo tecnico è che
si è parlato dei danni temuti ai giardini di Ninfa ignorando le emissioni
prossime sventure dei veleni dell’impianto a biomasse di Latina Scalo con
emissioni cancerogene e fumi che andranno a modificare l’ecosistema anche di
Ninfa.
Mentre il progetto della centrale a biomasse di Latina Scalo è
stato presentato da una società che era partecipata da legambiente, proprio la
legambiente campana si è schierata contro la centrale a biomasse di
Capaccio distante 6,3 km dai Templi di Paestum, quella di Latina Scalo è
addirittura a soli 4,5 dai giardini di Ninfa, senza contare che è a poche
centinaia di metri dal popoloso centro abitato di Latina Scalo e
Sermoneta.
La grande mobilitazione di Capaccio Paestum, del Comitato Sorvella
Sabatella, per conto del quale sono intervenuto a convegni, dibattiti e
conferenze, ha prima convinto l'amministrazione di Capaccio, poi la Regione
Campania, con un provvedimento ad hoc della giunta De Luca e quindi il
consiglio dei ministri che ieri ne ha decretato la fine del progetto e la
bocciatura definitiva. http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/08/anche-la-centrale-biomasse-di-capaccio.html
Come abbiamo dimostrato per Pontinia anche per Capaccio (tre su tre) ci si
può e ci si deve opporre ai progetti con emissioni di nano e microparticelle
(particolarmente dannose per tutte le specie viventi), cancerogene, diossine,
incompatibili con l'ambiente e la salute, con l'economia locale che può esserne
particolarmente danneggiata.
Quindi non è affatto vero che le amministrazioni comunali (e anche
regionale come ha fatto la Campania di De Luca) non si possono opporre ai
progetti indesiderati, incompatibili. Chi dichiara questo dimostra di essere,
nella migliore delle ipotesi, incompetente.
Per questo ci aspettiamo dal comune di Latina (e da tutti i
comuni della provincia pontina) una dimostrazione di volontà e una competenza
contro il proliferare di progetti incompatibili e inutili: secondo GSE e Terna
l'Italia ha impianti con la capacità produttiva pari a 3 volte il consumo medio
e 2 volte il consumo di punta.
Anche l'ISDE (associazione dei medici per l'ambiente) di Latina interviene
contro l'inquinamento cancerogeno delle centrali a biogas e biomasse.
No alla centrale di Latina Scalo a pochi km dai
giardini di Ninfa http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/07/lisde-associazione-dei-medici-per.html
Secondo il Presidente del GSE le centrali a biogas e biomasse sono
per il 64% irregolari.
distanza centrale a biomasse Capaccio - templi di
Paestum km 6,30
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