mercoledì 22 novembre 2017

La Russia ora conferma la nube radioattiva Valori anomali di rutenio-106 erano stati rilevati in Italia del nord e nel resto d'Europa tra settembre e ottobre. Anche se la concentrazione era bassissima e priva di rischi, era rimasto il dubbio sull'origine della contaminazione. Oggi Mosca ha ammesso la presenza dell'elemento "fino a mille volte oltre alla norma" vicino al confine con il Kazakhistan

http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/21/news/la_russia_ora_conferma_la_nube_radioattiva-181745439/
Mosca ora ammette (ma solo a metà). La nube di rutenio-106che ha sorvolato l’Italia del Nord e l’Europa tra la fine di settembre e la prima settimana di ottobre è stata osservata anche in Russia. Il servizio meteo Roshydromet ha fatto sapere ieri che negli Urali meridionali, al confine con il Kazakhistan, sono stati rilevati nell'aria livelli dell'elemento radioattivo mille volte oltre la norma. “E’ un grado di contaminazione estremamente alto” era scritto nel comunicato. Ma Rosatom, l’agenzia responsabile del nucleare in Russia, emanazione diretta del governo, si è affrettata a fare marcia indietro, negando ogni possibile incidente entro i suoi confini. In Italia la presenza di rutenio-106 era stata minima: pochi microbecquerel per metro cubo.
 
Il rutenio-106 impiega un anno per dimezzare la sua radioattività. “Si tratta di un metallo – spiega Federico Rocchi del Dipartimento di Sicurezza Nucleare dell’Enea – prodotto nei reattori nucleari e poi processato per essere usato in medicina, contro i tumori dell’occhio. Probabilmente il rilascio è avvenuto in questa fase di lavorazione. Se si fosse trattato di un incidente in una centrale nucleare operativa avremmo osservato anche altri elementi radioattivi. Ma così non è stato”. Le concentrazioni arrivate in Italia, prosegue Rocchi “sono milioni di volte sotto al livello di rischio”. Dapprima disperso nell’aria, il rutenio-106 finisce poi col depositarsi a terra. “Entro 10-20 chilometri dalla sorgente della contaminazione ci potrebbero essere rischi per i prodotti alimentari. Ma non oltre”.I primi valori anomali erano stati registrati in Italia del nord il 2 ottobre, per poi estendersi verso nord al resto d’Europa. In tutto 14 paesi del continente sono stati toccati, sempre in forma lievissima, non tossica per la salute umana né per l'ambiente. In una decina di giorni la nube è scomparsa. La probabile fonte del rilascio è il famigerato impianto di Mayak, uno dei luoghi più contaminati al mondo. Il picco di radioattività era stato infatti registrato nella regione di Chelyabinsk, proprio dove si trova Mayak. Qui a più riprese, fino al 2016, vennero scoperti sversamenti
di materiale radioattivo nei fiumi e nei laghi. Nel 1957 si verificò uno degli incidenti nucleari più gravi della storia: il combustibile esaurito in attesa di smaltimento provocò un’esplosione del deposito.

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