giovedì 23 novembre 2017

Hotel Rigopiano, altri 23 avvisi di garanzia per 29 morti nell’hotel travolto da valanga. Anche ex prefetto di Pescara

Nel crollo dell'hotel sotto una valanga morirono 29 persone. Il secondo filone d'indagine vede tra gli indagati anche l'ex prefetto Francesco Provolo e cinque funzionari della Regione Abruzzo. Erano già sotto inchiesta, invece, il sindaco di Farindola e il direttore della struttura alberghiera. Estraneo l'ex generale della Forestale Guido Conti, suicidatosi negli scorsi giorni La procura di Pescara ha notificato altri 23 avvisi di garanzia per la vicenda dell’hotel Rigopiano, in cui lo scorso gennaio sono morte 29 persone dopo che una valanga ha travolto la struttura. Tra i nuovi indagati ci sono anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e cinque funzionari della Regione Abruzzo responsabili della prevenzione rischi e della cosiddetta ‘carta valanghe’ che avrebbe forse evitato la tragedia ma non fu mai realizzata nonostante fosse prevista dalla legge. Gli inquirenti – guidati dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia – ipotizzano a vario titolo i reati di omicidio e lesioni plurime colpose per tutta la catena dei soccorsi, che va dagli indagati della prefettura al Comune di Farindola. Alle altre persone sotto inchiesta vengono contestati anche i reati di falso e abuso edilizio.
Erano già sotto indagati, come emerso ad aprile, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il presidente della Provincia Antonio di Marco, il direttore dell’hotel, Bruno di Tommaso, il dirigente delegato delle Opere pubbliche Paolo d’Incecco, il geometra comunale Enrico Colangeli e il responsabile della Viabilità provinciale Mauro di Blasio. “Non mi sento un omicida. Le accuse pesano sulla coscienza e proprio per questo sto lavorando con i miei legali perché voglio dimostrare la mia innocenza“, aveva detto Lacchetta rispondendo ai cronisti che lo interpellavano sulle accuse mosse da alcuni parenti delle vittime secondo i quali i loro cari sono stati uccisi.
Nell’informazione di garanzia notificata agli indagati, sono contenute anche le cause di morte delle 29 vittime del crollo dell’hotel: asfissia, ostruzione vie respiratorie e compressioni del torace, violenti traumi contusivi e da schiacciamento a seguito del crollo della struttura, crash syndrome con compartecipazione di un progressivo quadro asfittico, emorragie subracnoidea traumatica, asfissie da valanga e in presenza di basse temperature.
Non è tra gli indagati, come spiegato già nei giorni scorsi dalla Procura, l’ex generale dei Carabinieri Forestali Guido Conti, che si è suicidato venerdì scorso. In una delle due lettere ai familiari l’ex investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, aveva scritto che “da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo, di cui non so nulla, me per l’edificazione del centro benessere”. Ma secondo la famiglia non c’è alcun “collegamento diretto e indiretto” tra la sua attività e le vittime dell’hotel travolto dalla valanga. di  | 23 novembre 2017 https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/23/hotel-rigopiano-23-avvisi-di-garanzia-per-i-29-morti-nellhotel-travolto-da-una-valanga/3996216/

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