A Chiocci, i magistrati della procura di Roma contestano il reato difavoreggiamento in favore di Massimo Carminati. Nel capo di imputazione si legge che il giornalista, nell’ottobre del 2014, avrebbe aiutato l’ex Nar “ad eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria che procedeva nei suoi confronti per i delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso e di corruzione, comunicandogli per il tramite di Salvatore Buzzi di aver appreso in ambienti giudiziari della indagine a suo carico e di attività di intercettazione e di riprese video in corso“.
“Sono allibito ed enormemente sorpreso dalla decisione della procura di Pignatone che evidentemente non ha ritenuto sufficienti le dettagliate spiegazioni da me rese a verbale il 6 luglio 2015. Ribadisco, una volta di più, di non aver mai riferito notizie di indagini a Massimo Carminati” afferma in una nota Chiocci. Il giornalista spiega che le indagini della Procura erano “note allo stesso Carminati (come emerso ripetutamente al processo e come mi disse lo stesso Carminati allorché provai invano a intervistarlo) e a tantissimi giornalisti che di Carminati e dei dettagli segretissimi delle indagini di Mafia Capitale scrissero in tempi non sospetti, a più riprese, in articoli e libri, essendo evidentemente la notizia di dominio pubblico nel mondo della cronaca giudiziaria.“Ribadisco – conclude il direttore del quotidiano romano – come dalla lettura degli atti emerga chiaramente come sia stato Buzzi (che mi venne presentato da Alemanno come persona perbene) ad aver chiesto notizie a me e non sono certo io ad avergliele date. Non frequentando più da tempo i palazzi di giustizia, di quell’inchiesta non sapevo nulla, se non quello che leggevo su altri giornali”. di F. Q. | 19 settembre 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/19/roma-chiusa-indagine-sul-mondo-di-mezzo-28-verso-il-processo/3865972/
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