giovedì 10 agosto 2017

Cosa resta del leone: ne sono rimasti 25 mila esemplari Safari di caccia, bracconaggio, conflitti con gli allevatori di bestiame, incremento demografico e habitat ridotti: «Ecco perché bisogna agire subito»

l'animale più pericoloso cammina su due gambe, uccide per divertimento o per vanità. Cosa resta del leone: ne sono rimasti 25 mila esemplari
Safari di caccia, bracconaggio, conflitti con gli allevatori di bestiame, incremento demografico e habitat ridotti: «Ecco perché bisogna agire subito»
Safari di caccia, bracconaggio, conflitti con gli allevatori di bestiame, incremento demografico e habitat ridotti: «Ecco perché bisogna agire subito»
CORRIERE.IT

http://www.corriere.it/scienze/17_agosto_10/leone-rimasti-25-mila-esemplari-aee30278-7d41-11e7-9293-13df2eb6c4db.shtml

«Il leone si è addormentato/paura più non fa». Il testo della canzone che abbiamo sentito mille volte (The Lion Sleeps Tonight) rischia di essere involontariamente profetico. I leoni in natura stanno per «addormentarsi» per sempre: in pochi decenni è scomparso il 90% della popolazione mondiale di Panthera leoe in libertà ne restano meno di 25 mila (circa 500 in India, il resto in Africa).
Vulnerabile
Il leone (oggi è il World Lion Day) è inserito da oltre vent’anni nella lista rossa degli animali «vulnerabili» dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Tra le principali minacce alla loro sopravvivenza non ci sono solo la riduzione degli habitat naturali, il conflitto con gli allevatori di bestiame, l’incremento demografico, la ricerca di selvaggina per sfamarsi (bushmeat) e l’utilizzo delle ossa di leone per la medicina tradizionale (pratica sconosciuta in Africa ma diffusa in Cina e Laos), al primo posto permane tuttora il safari di caccia per trasformare i leoni in trofei da appendere alle pareti. Sui social recentemente sono comparse foto di cacciatori che si facevano ritrarre accanto alle loro prede, leoni monitorati che avevano avuto la sfortuna di uscire dai confini delle zone protette.
Declino
«In soltanto 21 anni, l’equivalente di tre generazioni per questi animali, il declino del leone africano è stato impressionante», ricorda il Wwf. L’areale del leone si è ridotto del 90%: in India sopravvive solo in un parco nazionale, è sparito dal Nordafrica e la diffusione in Africa occidentale è compromessa. In epoche storiche viveva anche in Europa, come attestato nei miti greci (Ercole che sconfigge il leone di Nemea, il giovane Alessandro Magno che uccide un leone in Macedonia). In Medio Oriente l’ultimo leone venne eliminato durante le Crociate nel XIII secolo, all’inizio del Novecento scomparve dall’Anatolia e dalla Persia.
Tendenza
Se la tendenza rimane quella attuale, il destino del leone sembra segnato: potrà continuare a sopravvivere ma solo nei parchi protetti. «Anzi, uno studio pubblicato lo scorso febbraio sulla rivista specializzata Biological Conservation dimostra come le aree protette sono in grado di sostenere una popolazione di questi grandi felini quattro volte maggiore di quella attuale», conferma Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura viva di Bussolengo (Verona), che da anni lavora al Parco di Etosha, in Namibia.
Protezione
La Iucn parla di «dicotomia» per i leoni: in cinque Stati (Botswana, Namibia, Sudafrica, Zimbabwe e India), dove sono protetti e la lotta al bracconaggio è efficace, negli ultimi vent’anni i leoni sono aumentati del 12%, mentre negli altri Stati dove vivono si sono ridotti del 60%. Senza contare che in sette Nazioni africane nello stesso periodo sono scomparsi del tutto e in altre quattro potrebbero sparire nei prossimi anni. L’eco-turismo nei parchi protetti e i safari fotografici sono forse l’unica strada per far sì che il «leone addormentato» si possa ancora risvegliare. E ruggire.
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