mercoledì 18 gennaio 2017

Il decreto-beffa Chi ha ricevuto in eredità le obbligazioni subordinate azzerate viene equiparato agli speculatori che le hanno rastrellate sperando nei risarcimenti Etruria& C. vietato morire prima del risarcimento

ZERO AUSTERITÀ
Nel 2011 il Monte dei
Paschi già in crisi pagò
2,6 milioni ai suoi vertici,
nel 2015 la cifra è scesa
di poco, 2,1 milioni
l2,6
milioni
Quanto è
costato il cda
del Monte
dei Paschi di
Siena nel 2011,
quando
la crisi
della banca
guidata da
Mussari era
già esplosa
l30%
diplomati
Secondo
un’analisi del
Sole 24 Ore
su 53 banche
italiane
un terzo dei
consiglieri
è senza
laurea.
L’età media
è di 61 anni
1.500
risparmiatori a rischio
di non avere un euro e già
scartati dai rimborsi forfait
La scheda
n REGALO
INGIUSTO
Le
obbligazioni
Mps saranno
convertite
in azioni
e comprate
dallo Stato
al valore
nominale,
nonostante la
svalutazione
di mercato.
Un
emendamento
propone di
equiparare
i clienti Mps
con quelli
di Etruria,
Marche,
Carichieti e
Cariferrara,
pagando i
bond di Siena
al prezzo
di acquisto
CARLO DI FOGGIA
E ROBERTO ROTUNNO Un nuovo ostacolo si
insinua tra molti dei
risparmiatori delle
quattro banche salvate
e la speranza di
un rimborso. Questa volta è contenuto
nel decreto sugli arbitrati
che, sebbene viaggi con un anno di
ritardo, a far arrabbiare i clienti di
Etruria e le altre ci ha messo solo
qualche secondo. La questione,
tanto per cambiare, è giuridica ma
nella pratica finirà per lasciare a
mani vuote circa 1.500 obbligazionisti.
A farla notare sono i due
Alvise Aguti e Silvia Battistelli che
seguono i risparmiatori aretini.
IN QUESTA FASE ARBITRALE, è comunque
necessario dimostrare di
essere stati raggirati allo sportello
per ottenere il risarcimento. Questa
procedura sarà però preclusa in
partenza per quelli che non hanno
acquistato direttamente in filiale il
bond che è stato azzerato con il decreto
del governo a fine 2015. Il
problema si pone per i molti che
hanno ricevuto il titolo da un proprio
famigliare mentre quest’ulti -
mo era ancora in vita o in forma di
eredità o donazione. Queste operazioni,
secondo la stringente interpretazione
data dal decreto, saranno
considerate alla stregua di
acquisti sul mercato secondario.
In pratica, se anche si tratta di un
regalo di un padre a un figlio, sarà
trattato come un rapporto tra due
investitori finanziari qualsiasi.
Nulla importa se il primo compratore
ha preso il titolo direttamente
allo sportello e il bancario che lo ha
venduto non ha adoperato l'adeguata
trasparenza.
Questo cavillo ha escluso già
nella prima fase la possibilità di
presentare istanza di “r i mb o rs o
forfettario” (l’80% di quanto perso)
che per il resto richiedeva solo
un reddito non superiore ai 35 mila
euro e patrimonio investito di massimo
100 mila euro. Ora lo stesso
cavillo chiude la porta anche all'arbitrato
gestito dall’Autorità anticorruzione
(Anac), eliminando del
tutto la possibilità di riottenere
quanto tolto il 22 novembre 2015.
Una beffa condita dall’i nc oerenza:
basta rispolverare le regole
per gli indennizzi forfettari, messe
a punto dal Fondo interbancario di
tutela depositi, per accorgersene.
Con l’approvazione di quelle linee
guida, diffuse a luglio, è stato chiarito
il diritto ai rimborsi solo per chi
ha sottoscritto l'obbligazione con
un “rapporto negoziale diretto”
con la banca. Cosa che ha già penalizzato
qualcuno: in alcuni casi,
infatti, l'istituto ha collocato presso
suoi clienti titoli che già aveva
piazzato in fase di emissione. Inoltre,
anche gli scambi “inter vivos”
tra famigliari sono stati considerati
di mercato secondario. Tuttavia, il
documento del Fitd ha chiarito per

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