giovedì 19 gennaio 2017

Campotosto Il quadro dell’Ingv. Nella zona c’è pure il grande lago con le strutture vicine alla faglia. L’Enel rassicura: “Nessun pericolo” “Possibili nuove scosse forti”, paura anche per le dighe

6.7
La magnitudo più alta
registrata nell’area (1703)
Il precedente (5) del 2009 Le nuove
scosse sono
favorite da
quelle dei
mesi scorsi,
ma non
sappiamo
in quale
misura. Ci
potrebbero
essere pure
eventi
più forti Per la sua
storia
sismica
da agosto
la zona è
monitorata
con
attenzione
Da ieri c’è
un’attivazione
importante
della faglia
CARLO
MELETTI
( INGV)» CARLO DI FOGGIA
L’ultima riunione c’è stata
solo lunedì. Tema: le tre
dighe idroelettriche di
Campotosto. Al tavolo,
gli uomini della Protezione civile,
dell’ufficio dighe del ministero
delle Infrastrutture, le prefetture
de L’Aquila e Teramo. È dalla
scossa del 24 agosto, quella che ha
raso al suo Amatrice, che l’invaso
di Campotosto è sorvegliato speciale.
Così come lo era stato dopo
il 6 aprile 2009, il sisma de L’Aquila.
Da ieri sui social e i siti locali,
gli allarmi si sono ripetuti per
tutta la giornata, tanto da spingere
l’Enel, gestore delle tre dighe (e
di altre 15 in tutta l’area) a rassicurare:
“Nessuna criticità, abbiamo
attivato i controlli immediati
e continueremo a monitore”.
IL LAGO di Campotosto è il terzo
bacino artificiale d’Europa, 300
milioni di metri cubi d’acqua di
capienza nel cuore del Parco nazionale
dei Monti della Laga a
1.313 metri d’altezza. L’invaso voluto
da Mussolini negli anni 30, fu
messo su con tre sbarramenti artificiali:
la diga di Poggio Cancelli
a nord-ovest, in terra battuta;
quella di Sella Pedicate a sud, a
gravità in terra battuta con ferro e
cemento; la diga di Rio Fucino posta
a est, a gravità in calcestruzzo
e ferro. È questa l’area che ieri ha
ballato, a metà strada tra Amatrice
e L’Aquila insieme a Montereale
(unica città compresa in entrambi
i crateri) e Capitignano. “Già nel
2009 a Campotosto si era verificata
una scossa di magnitudo Richter
poco superiore a 5, ed è il
motivo per cui la zona era monitorata
con attenzione, non si poteva
escludere un’altra scossa forte
- spiega Carlo Meletti, responsabile

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