lunedì 5 dicembre 2016

Referendum costituzionale, vince la Costituzione nonostante tutto

La “Costituzione più bella del mondo” ha vinto nonostante le reti unificate Rai – mediaset pro Renzi, giornaloni schierati, personaggi vari che sono passati sul carro renziano e che oggi guardiamo con occhi diversi. Non è bastato l’aver infranto qualsiasi regola e rispetto elettorale e di chi ha un pensiero diverso da quello unico del sistema affaristico – speculativo, regole democratiche e civili, ha vinto la Costituzione. Nonostante promesse e ricatti, 80 euro, nonostante il tentativo di falsare le opinioni con dati e proiezioni fasulle, nonostante il terrore mediatico e gli interventi esterni pro-Renzi ha vinto la Costituzione. Che non fosse esattamente un argomento prioritario per i cittadini alle prese con le difficoltà giornaliere a trovare un lavoro, poi a farsi pagare per questo lavoro in modo onesto oppure a regolarizzare il rapporto di lavoro, oppure con il problema della casa, dei mutui, degli affitti, delle tasse spesso inique, delle spese mediche, di un’Italia che frana e crolla nell’incuria, del disastro della cultura, la sanità, le scuole, i trasporti pubblici non serviva certo un esperto.  Pur essendo stato fin dall’inizio contrario a questa deforma costituzionale convinto del NO sento, di aver vinto un risultato referendario ma di avere perso come cittadino, per aver perso un altro anno.  L’aver bloccato per un anno qualsiasi decisione e scelta, discussione e intervento per le vere priorità è una grave colpa di un sistema che ci vorrebbe sudditi e servi in vendita. Ancora una volta ci hanno diviso e distolto per il loro desiderio di potere e di sopraffazione. Per rendersi di come sarebbe andata bastava chiedere ai conoscenti, in grande maggioranza per il NO. Però mi sento come chi ha sventato l’ennesimo furto: occorre prendere altre e più importanti precauzioni per difenderci dai malintenzionati. Intanto una nuova cultura per il bene della comunità, contro ciò che ci divide e chi ci vuole terrorizzare e distogliere dal nostro umile e necessario operato a servizio della società. C’è un’Italia da ricostruire dal punto di vista sociale, della solidarietà, dell’economia, del lavoro, un Paese da riunire e riappacificare dopo un ventennio berlusconiano e un triennio renziano disastrosi. Ci dobbiamo riappropriare dei beni comuni: acqua, aria, salute, cultura, trasporti pubblici, messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici, ridare la dignità alle famiglie (in qualsiasi forma e composizione) cioè al primo nucleo della democrazia e della società restituendo un lavoro fatto anche di diritti e certezze

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