domenica 23 ottobre 2016

trivelle Petrolio, adesso è liberi tutti: sei permessi in sette giorni AMBIENTE Infretta Il Tar del Lazio respinge i ricorsi contro l’uso dell’airgun per le ricerche e dal ministero arriva u n’ondata di pareri positivi. In meno di una settimana

Le autorizzazioni Due nell’Adriatico, tre nello Ionio e una in Sicilia. I comitati: “Cetacei a rischio”
VIRGINIA DELLA SALA La Global Petroleum Limited è una società petrolifera australiana e, in quanto tale, il suo obiettivo è sondare anche il Mar Adriatico alla ricerca di idrocarburi. Buono e giusto, per un’azienda e i suoi interessi. Per questo motivo, nel 2014, ha avviato le pratiche al ministero dell’A mbiente per ottenere la Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) per la ricerca in 745 chilometri quadrati tra Vieste a Brindisi. Non solo il 14 ottobre il ministero le ha concesso la Via per due permessi diricerca, main sette giorni ha ne ha concessi altri quattro. Con due implicazioni: la prima riguarda la tecnica utilizzata per cercare gas e petrolio, quella dell’a i rgun. La seconda: le aree di ricerca si trovano spesso a poche decine di miglia da riserve naturali (come Torre Guarceto).
DI AIRGUN,in Italia, si era già parlato nei mesi scorsi: si tratta di una tecnica di ispezione dei fondalimarini che permette di capire cosa contiene il sottosuolo. Si spara aria compressa a intervalli regolari e, attraverso l’a na li si delle onde riflesse, si deducono dati sulla composizione del sottosuolo. Si cerca di capire se sotto il livello del mare ci sianoformazioni checontengono petrolio o gas. Eppure ambientalisti, accademici 

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