venerdì 26 agosto 2016

terremoti, si sa dove accadranno

Carlo Meletti è responsabile del Centro pericolosità sismica, organismo che fa capo all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Entro la fine dell’anno il Centro dovrebbe pubblicare la nuova mappa sismica dell’Italia. Non avrà grandi cambiamenti rispetto a quella del 2004, le zone sismiche restano le stesse, ma ci sarà un maggior tasso di definizione. Dopo il disastro de L’Aq u i l a , con il processo alla commissione Grandi rischi, sulla predittività dei terremoti c’è stata parecchia polemica. Che strumenti predittivi ci sono? Se si intende una previsione come quelle meteorologiche, che ti dicono che domani in tale zona ci sarà un temporale, per ora nessuno. Il migliore strumento disponibile sono le mappe, che dicono dove è più probabile che si verifichi un evento sismico. Con quelle si può fare la preve n z i o n e . Il sisma di ieri era in una zona rischiosa? Sì, è in una zona ad altissima pericolosità, come tutto l’Appennino centrale. Ma non c’è stata alcuna avvisaglia, il sisma è stato totalmente imprevisto, non è stato preceduto da scosse minori. L’unica soluzione è costruire con criteri antisismici. In alcuni posti si è stato fatto e non hanno avuto infatti gravi danni. Ne facciamo troppo poca di prevenzione? La stiamo facendo poco e male. Ci vorrebbero opere piccole e diffuse, a cui potrebbero contribuire gli stessi privati interessati. Costano meno delle grandi opere. Ma finora non c’è stata volontà politica, sia a livello centrale che regionale. M.MAR

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