sabato 30 luglio 2016

commissione contro le ecomafie Borgo Montello Audizione del dirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio, Flaminia Tosini.

Seduta n. 110 di Lunedì 11 luglio 2016
Bozza non corretta
PRESIDENTE L'ordine del giorno reca l'audizione del dirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio, ingegnere Flaminia Tosini, che ringrazio per la presenza. Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque. 
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione Lazio. In particolare, la Commissione è interessata ad approfondire la situazione del sito di Borgo Montello, nonché della relativa area sud di Roma, anche a seguito del recente incendio dell'impianto TMB della Pontina Ambiente.
Avverto la nostra ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo, dunque, la parola all'ingegnere Tosini per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande e richieste di chiarimenti da parte dei commissari.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Buonasera. Il tema di Borgo Montello, per quanto concerne il mio ufficio, riguarda fondamentalmente due impianti di discarica limitrofi l'uno all'altro, ossia la discarica di Indeco e la discarica di Ecoambiente. Le due discariche sono al momento praticamente senza possibilità di ricezione rifiuti per esaurimento delle volumetrie autorizzate. La discarica di Indeco è una discarica addirittura sequestrata dalla magistratura, al momento, perché nel corso di verifiche è risultato che vi siano stati conferiti rifiuti per una volumetria superiore a quella consentita, con un superamento delle quote finali di abbancato dell'ordine di 4-5 metri rispetto alla media. Al momento, quindi, la discarica è sequestrata e non abbiamo altre notizie in merito. Il conferimento di rifiuti era già terminato dall'anno scorso rispetto ai volumi che avevo monitorato, anche personalmente da quando ci sono io, ossia da un anno e mezzo.
  Per quanto riguarda, invece, l'altra discarica, anch'essa ha terminato le volumetrie consentite e al momento non sta ricevendo rifiuti. Questa situazione ha messo in difficoltà l'ATO
della provincia di Latina come destinazione finale degli eventuali scarti che derivano dal trattamento dei rifiuti urbani.
  Le due società avevano presentato, già dall'anno scorso, una richiesta di valutazione di impatto ambientale per l'ampliamento delle discariche in sopraelevazione e in ampliamento. I procedimenti sono al momento fermi presso l'ufficio VIA perché la regione Lazio mancava anche di una programmazione adeguata; c'era un piano di rifiuti che indicava delle volumetrie previste di gestione, ma che era rimasto fermo e non aveva avuto più aggiornamenti legati a questo aspetto.
  La regione Lazio ha recentemente approvato, alla fine di aprile, la nuova determinazione del fabbisogno in questo senso: è stata approvata il 26 aprile. In questo momento si sta attivando la procedura di valutazione di assoggettabilità di questo fabbisogno, al termine della quale, se l'esito è favorevole, avremo la determinazione del fabbisogno e quindi la pianificazione corretta per poter procedere all'autorizzazione di nuovi impianti. Quindi con riferimento all'attuale situazione di Latina, da una parte c'è una discarica esaurita e sequestrata per aver superato le quote finali autorizzate, dall'altra parte, c'è l'esaurimento e quindi un termine dei conferimenti, in attesa di valutazione di impatto ambientale legata al nuovo fabbisogno di cui stiamo redigendo la valutazione di assoggettabilità.
  Contemporaneamente, abbiamo attivato le procedure per l'aggiornamento del Piano, con la consultazione delle province, di cui aspettiamo le risposte verosimilmente entro i primi di settembre. Questi sono i termini assegnati. Ricevuta tutta la documentazione, partirà l'aggiornamento del Piano. Questo è il punto per quanto riguarda Borgo Montello.
  STEFANO VIGNAROLI. Per piano, intende il piano regionale?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Il piano regionale. In questo momento è stato fatto solamente il fabbisogno. Mi spiego meglio. Nel 2012 è stato approvato il piano. Il piano aveva un capitolo che si chiamava «Scenari di controllo», che è stato sospeso dal consiglio regionale perché era basato su presupposti non esattamente coerenti – diciamo così – con la normativa europea. Pertanto questo scenario era stato sospeso ed era stato domandato di rideterminare lo scenario sulla base dei presupposti corretti, ossia, da una parte, il raggiungimento della raccolta differenziata al 65 per cento e, dall'altra, la diminuzione dei rifiuti. Queste due ipotesi, però, non c'erano in quello scenario e quindi è stato sospeso. Il fabbisogno che è stato approvato è proprio quello che va a sostituire tale scenario, basato su nuovi criteri di diminuzione della produzione di rifiuti e di aumento della raccolta differenziata, che ha avuto già un'evoluzione. Va quindi a sostituire quella parte, per quanto riguarda il fabbisogno, dopodiché ci sarà l'aggiornamento del piano. Per quanto riguarda, invece, il TMB di Pontina, c'è stato un incendio il 30 giugno, scoppiato intorno alle 19.30. A me la prima telefonata è arrivata intorno alle 20.10.
  STEFANO VIGNAROLI. Credo che sia stato alle 18 o alle 19.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. La prima telefonata mi è arrivata intorno alle 20.10 con la comunicazione dell'incendio. Questo fatto ha determinato, da una parte, un'attenzione riferita agli aspetti ambientali dell'incendio vero e proprio. Con l'ARPA abbiamo predisposto una serie di monitoraggi immediati sulle centraline fisse che erano già disponibili nell'intorno – per vedere se si leggevano già variazioni sulla rete fissa – e poi anche con una centralina mobile, che è stata messa successivamente. Proprio oggi, insieme con l'ARPA, abbiamo fatto una riunione dalla quale non risultano superamenti su questi aspetti. L'ASL ha fatto fare dei campionamenti su alcune tipologie di ortaggi – quelli a foglie larghe, più sensibili alla contaminazione – e siamo in attesa delle analisi. Questo riguarda l'aspetto più puramente ambientale e sanitario legato all'evento incendio. 
  Dall'altra parte, invece, c'era da la situazione di dover far trattare i rifiuti ai comuni che afferivano a quell'impianto. I comuni che destinavano i propri rifiuti a quell'impianto erano 15, ossia quelli dei Colli, più alcuni che venivano dalla Valle dell'Aniene, come Monterotondo, Monteflavio e altri comuni dall'altra parte.
  STEFANO VIGNAROLI. Sono stati dirottati a Viterbo e Frosinone?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Noi disponibilità residua l'avevamo, ragion per cui sono stati dirottati nell'immediato sui due impianti di Viterbo e Rida, un impianto che si trova vicino ad Aprilia, per riuscire a garantire nell'immediato il trattamento dei rifiuti e non lasciare emergenze, posto che era un venerdì (il sabato e domenica, poi, avrebbero dato ulteriori problemi). Successivamente sono state fornite ai comuni tutte le informazioni corrette per individuare il nuovo impianto di riferimento. Pertanto sono stati messi a disposizione tutti gli impianti esistenti sul territorio della regione Lazio in modo che, contattando questi impianti, i comuni hanno trovato la nuova destinazione. Già oggi abbiamo fatto una riunione, alle 14, in cui è stato verificato come si stanno orientando i comuni. Alcuni sono già sistemati negli impianti più vicini; gli altri stanno finendo di effettuare le procedure di affidamento.
  Il problema che c'è stato è stato legato fondamentalmente alle uscite dei flussi di sottovaglio e sopravaglio degli impianti TMB perché si sono dovuti affrontare quantitativi che non erano nei loro contratti e nelle loro previsioni. Gli sbocchi che aveva Pontina Ambiente precedentemente sono stati dirottati sugli altri impianti che sono subentrati. In questo modo si è ripartito il trattamento. Il disagio c'è solamente per alcuni comuni, i quali si trovano, loro malgrado, a dover affrontare più chilometri per arrivare all'impianto disponibile, che è un po’ distante. La capacità di trattamento l'abbiamo, ma non è dislocata nelle zone limitrofe ai comuni.
  STEFANO VIGNAROLI. La natura dell'incendio è dolosa o non si sa?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Personalmente non lo so. Abbiamo fatto diversi incontri, anche con i Vigili del fuoco, per capire come intervenire, nonché i tempi e la gestione dei rifiuti che erano all'interno dell'impianto. Al momento non ci sono notizie. Tra l'altro, l'impianto è stato sottoposto a sequestro dall'autorità giudiziaria – credo mercoledì scorso – ed è tuttora sotto sequestro proprio per verificare questo tipo di situazione.
  PRESIDENTE. Volevo chiedere una cosa rispetto alla discarica di Borgo Montello. Stiamo cercando di raccogliere tutto lo storico perché è una discarica abbastanza complicata. A suo tempo furono fatte delle analisi per capire se in alcune aree della discarica ci fosse la presenza di rifiuti pericolosi e addirittura radioattivi. Da quello che emerge da alcuni dati, anche giudiziari, pare che le analisi fossero state fatte in luoghi che non erano esattamente quelli in cui si ipotizzava che ci fossero questi rifiuti. A vostra conoscenza, come regione, non avete mai preso qualche decisione per approfondire una situazione di questo genere? Quello che ci risulta è che questa discarica,
prima che venisse utilizzata come discarica per rifiuti solidi urbani, fosse un comprensorio utilizzato per i rifiuti industriali, alcuni dei quali anche pericolosi.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Non avevamo parlato di questo aspetto. Mi ero limitata al fatto che si erano esauriti i volumi e non avevamo dove smaltire i rifiuti, ossia più ala parte emergenziale. Per quanto riguarda la bonifica, in questo momento nel sito c'è una procedura di bonifica in corso. Il sito perimetrato, come zona soggetta a bonifica, è quello che viene chiamato S0 e ricade all'interno della discarica attualmente gestita da Ecoambiente. All'epoca non c'era la Ecoambiente che gestiva: il sito è l'S0.
  Per quello che mi risulta dalle carte che ho letto – perché questo è precedente al mio arrivo – sono stati fatti dei monitoraggi e delle verifiche su S0 che non hanno rilevato alcun tipo di problema; anche alcune masse metalliche, che erano state trovate e riferite, non hanno evidenziato questi problemi. Attualmente c'è uno studio fatto da ISPRA ed ARPA contemporaneamente su questo sito per monitorare l'andamento della contaminazione. Sono già sei anni che esiste questo studio. L'ultimo aggiornamento risale ad ottobre 2014 e, praticamente, indica dati in diminuzione rispetto all'inquinamento. Fondamentalmente si tratta di inquinanti organici di cloro propano, che veniva misurato in questi pozzi. Al momento, non solo non c'è stato un ampliamento della zona ma sono stati identificati esattamente i livelli di flusso: laddove il fiume crea effettivamente una barriera idraulica rispetto alla contaminazione, i valori di contaminazione si sono mantenuti costanti o ridotti. Quindi, direi che la situazione è sotto controllo. Tuttora c'è questo studio in piedi e di materiale radioattivo non c'è traccia da nessuna parte. Ci sono solamente inquinanti organici. C'è una messa in sicurezza operativa con insufflazione di...
  PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'attuale autorizzazione in corso?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Una discarica è sequestrata, l'altra no.
  PRESIDENTE. E più in generale? Noi abbiamo sentito il presidente Zingaretti e avevamo posto anche a lui una serie di domande, cui non abbiamo avuto ancora risposta puntuale. Per quanto riguarda i rapporti con il comune di Roma, su questo piano e sull'ultimo era prevista la costruzione di un ecodistretto industriale. Adesso è cambiato il sindaco e non so se cambierà ancora la...
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Per quanto concerne l'istanza di AMA, riguarda esclusivamente un impianto di compostaggio a Rocca Cencia: l'unica istanza effettivamente presentata è questa.
  PRESIDENTE. Quindi voi non avete nessun altro tipo....
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. No. In effetti è già stata presentata l'anno scorso. Purtroppo, l'ufficio VIA aveva dei ritardi. Adesso abbiamo cercato di ripartire più velocemente, ma l'unica istanza presentata è un impianto di compostaggio da 30.000 tonnellate a Rocca Cencia: non c'è altro.
  PRESIDENTE. Quindi, allo stato attuale, non esiste neanche un tavolo di confronto tra il comune e la regione rispetto all'aggiornamento del piano?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Rispetto alla precedente audizione che avete avuto con il presidente Zingaretti, non ci sono stati altri tipi di interlocuzione. Nel frattempo, però, abbiamo approvato il fabbisogno sulla base dei dati che ci ha fornito il comune di Roma. Abbiamo convocato nel mio ufficio l'ufficio del dipartimento del comune di Roma, che ha portato dei dati. Abbiamo quindi fatto uno sviluppo e una proiezione di ciò sulla base del programma che ha approvato il comune di Roma a settembre del 2015 per il futuro, ossia il contratto di AMA, con tutta una serie di ipotesi che loro hanno fatto. Sulla base di questo contratto e degli scenari approvati in quel contratto è stata fatta questa valutazione.
  Nel frattempo abbiamo approvato il fabbisogno sulla base di ciò. Il fabbisogno in questo momento è in una fase di assoggettabilità VAS e, quindi, è in discussione. Contemporaneamente, abbiamo fatto partire le richieste per l'aggiornamento del piano, cosa a cui dovrebbe rispondere anche il comune di Roma, nei tempi possibili. Praticamente, il comune si è appena insediato e quindi dovrà verificarlo. Entro settembre, però, aspettiamo una risposta da parte degli enti di area vasta, ossia province, città metropolitana e Roma Capitale, proprio per andare a disegnare l'aggiornamento del piano.
  Il fabbisogno è una soluzione traghetto, transitoria, che ci permette di arrivare da oggi all'approvazione del nuovo piano, per poi sottoporlo successivamente a procedure di VAS e di AIA. Comunque sia, anche per gli impianti che vanno in AIA, nella migliore delle ipotesi passano due anni e mezzo. Il fabbisogno ci serve ad arrivare a due anni e mezzo, ovvero tre. Successivamente ci sarà il nuovo piano che diventerà operativo.
  PRESIDENTE. Allo stato attuale, avete molte richieste riguardo a eventuali ampliamenti di discariche esistenti?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. In questo momento le discariche in esercizio sono veramente poche: sono rimaste Viterbo, Colleferro e la discarica a servizio dell'ATO di Frosinone. Civitavecchia è ferma per altre problematiche. Non ci sono altre discariche.
  In più, c'è Latina, che praticamente ha presentato degli ampliamenti...
  PRESIDENTE. Latina-Borgo Montello?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Latina-Borgo Montello, esatto. Sono in procedura di VIA e sono ferme in attesa del fabbisogno, lo strumento di pianificazione che permette eventuali implementi. Al momento questi non sono previsti perché il nostro strumento di pianificazione è rimasto un po’ indietro. Con questo strumento approvato adesso dovremmo riuscire a sbloccare la situazione.
  PRESIDENTE. Quindi, con il nuovo strumento di pianificazione potreste eventualmente, se individuate un fabbisogno che necessita di ampliamenti...
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. È già individuato! È in procedura di valutazione di assoggettabilità. Terminata questa fase si può procedere, ma questa fase è limitata soltanto a uno scenario di tre anni perché poi l'aggiornamento del piano vero e proprio è quello che permetterà di superare la situazione e di fare una pianificazione corretta: il vecchio piano era 2012-2017.
  PRESIDENTE. Nel frattempo che accade nella gestione? Il problema gestionale, in realtà, vi riguarda relativamente perché voi non intervenite direttamente nella gestione. Come pensate,però, di affrontare una situazione con le attuali autorizzazioni in essere?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. In realtà il problema l'abbiamo solamente su Roma Capitale e non sulle province perché i vari ATO, al di là di Latina, che ha questa difficoltà momentanea, sono sufficienti. Frosinone è sufficiente e Rieti e Viterbo sono sufficienti perché hanno questo sfogo. Roma ha tre discariche perché, in realtà, è vero che Albano ha il TMB bruciato da una settimana, ma la discarica di Albano è tuttora valida, tant'è vero che i rifiuti trattati del comprensorio di Albano torneranno nella discarica di Albano. Colleferro è una discarica che in questo momento sta supportando l'ATO di Latina. Quindi i rifiuti di Latina si stanno spostando su Colleferro. Civitavecchia ha una problematica specifica, che dovrebbe essere risolta a breve: non è rimasto molto. Ci sono circa 160.000 tonnellate ma è prevista anche questa realizzazione. L'unico punto che veramente non ha discariche di servizio è Roma.
  PRESIDENTE. E rispetto alla governance? Mi ricordo che l'ultima volta, se non sbaglio, l'assessore regionale aveva prefigurato un ragionamento anche sulla riorganizzazione degli ATO.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Esatto. È l'aggiornamento del piano ed è la risposta che aspettiamo dalle province e dal comune per settembre.
  PRESIDENTE. Quindi, parallelamente, mentre lavorate sul piano, dovreste lavorare anche sul sistema di gestione, ossia ATO unico o non ATO unico, e sui sub-ambiti.
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Mentre questo fabbisogno, come le dicevo, è una situazione transitoria per superare questa difficoltà, l'aggiornamento del piano va ad agire effettivamente su quella che sarà l'organizzazione dei rifiuti. Individuare la sufficienza a livello regionale e provinciale ed effettuare, eventualmente, degli ambiti di raccolta, sono aspetti previsti nell'aggiornamento del piano. Aspettiamo queste prime informazioni da parte degli enti di area vasta e Roma per settembre e pensiamo di riuscire a redigere un programma per la fine dell'anno, dopodiché si aprirà la procedura di consultazione.
  Premetto che tutto questo lavoro è stato fatto perché eravamo anche in procedura di infrazione. Due settimane fa, però, la Commissione europea ha chiuso la nostra procedura di infrazione su Malagrotta. La procedura era aperta per il fatto che mandavamo rifiuti non trattati in discarica. La Commissione ha chiesto un ulteriore controllo – che sarà fornito entro luglio perché ha chiesto una cosa specifica – ma poi la procedura dovrebbe essere risolta, proprio perché abbiamo superato la fase di trattamento dei rifiuti, su cui prima eravamo insufficienti.
  PRESIDENTE. Mi interessava la questione di Malagrotta: la discarica è chiusa, dico bene?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Sì.
  PRESIDENTE. Ne avevamo discusso. Volevamo capire, dal punto di vista della bonifica, se quella è un'area che andrà bonificata. Qual è il discrimine tra la gestione post mortem della discarica e una vera e propria area contaminata da bonificare, così come prevede la normativa attuale?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Ci sono diversi procedimenti in corso sull'impianto di Malagrotta. La competenza per quanto riguarda la gestione della bonifica è del comune. Nella regione Lazio spetta al comune, che ha riattivato anche su nostra sollecitazione, la procedura di bonifica. È stato approvato il piano di caratterizzazione. C'è quindi un piano che è stato approvato da poco – veramente da pochi mesi – all'inizio del procedimento e quello è stato approvato anche su nostra sollecitazione.
  PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma tutta la discarica è considerata sito contaminato?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. No, il piano di caratterizzazione dovrà definire ciò. Il paino è stato approvato adesso per andare a definire quella che sarà poi la situazione. Contemporaneamente abbiamo lavorato per quanto riguarda la presentazione del cappingdel progetto finale. Era infatti stata presentata dalla società una proposta che non era stata ritenuta valida da parte dell'ufficio. Quindi è stata presentata un'ulteriore proposta, il 30 dicembre 2015. Un tavolo tecnico ha ridefinito ulteriormente gli aspetti che potevano essere non correttamente individuati nella procedura ed è stato consegnato il progetto di capping, che sarà inviato alla conferenza per la definitiva approvazione il 30 giugno (ma credo che la data esatta sia il 2 luglio).
  Quindi, è stato presentato il progetto di capping, così come è stato richiesto a tutti gli enti che hanno partecipato: comune, province, città metropolitana e ARPA Lazio, che ha fornito le indicazioni. Il progetto è stato quindi presentato. Quanto alla convocazione della conferenza, poiché fisicamente andrebbe a finire ai primi di agosto, forse aspetteremo settembre, ma il progetto è arrivato, secondo le indicazioni degli enti.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
  STEFANO VIGNAROLI. Sicuramente già dalla settimana prossima il comune chiederà un incontro per definire un piano. Lei ha parlato del piano rifiuti entro settembre, di diminuzione dei rifiuti e di aumento della raccolta differenziata. Mi chiedo che cosa sia stato fatto in regione per quanto riguarda il piano di riduzione dei rifiuti. Soprattutto, visto che a parte Roma, che ha percentuali intorno al 40 per cento, il resto della regione ha percentuali veramente basse, mi chiedo perché in questo piano di riduzione sia compreso il tritovagliatore, quello di Rocca Cencia del Co.La.Ri., che è stato – mi dicono – inserito anche nel fabbisogno preso a riferimento. Soprattutto c'è un problema di tariffe, che AMA ha bloccato anche per questo. Il Consiglio di Stato ha dichiarato che la tariffa di 99 euro, riconosciuta alla regione, era troppo alta, quindi ha invitato la regione a ristabilire una nuova tariffa di conferimento, che però ancora non mi risulta sia stata determinata. Con la Commissione avevamo chiesto anche le varie fideiussioni di tutte le discariche per ilpost mortem e il capping, ma dalla regione, purtroppo, non ci è ancora arrivata alcuna fideiussione o alcuna risposta a questa nostra richiesta.
  PRESIDENTE. Facciamo rispondere a queste domande o ne ha ancora tante?
  STEFANO VIGNAROLI. Ne avrei tante, sì. Per quanto riguarda la procedura di infrazione europea, questa non è ancora chiusa (ci sono ancora altre cose, ma comunque non è questo il punto). Volevo farle un'altra domanda. Quella della tariffa e delle fideiussioni era la questione principale che mi interessava, ma poi c'è la situazione di Lazio Ambiente. So che è stato nominato il signor Demetrio De Stefano. Volevo sapere per quali motivi proprio in questi giorni e com'è la situazione gestionale di Lazio Ambiente, che a me risulta un po’ precaria.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Per quanto riguarda il discorso delle tariffe, è vero che il Consiglio di Stato ha espresso un parere su come era stata approvata la tariffa: appena è stata notificata la sentenza, ho avviato il procedimento di revisione della tariffa. Il procedimento è in corso ed è in fase di conclusione. Nel frattempo, abbiamo avuto una modifica nella nostra direzione, che ha ritardato alcune cose ma è veramente questione di giorni. Abbiamo veramente da poco un nuovo direttore, che sta verificando i procedimenti.
  STEFANO VIGNAROLI. Con riferimento a quello sugli extra-costi, è a conoscenza del fatto che l'AMA ha presentato ricorso per quanto riguarda la determinazione degli extra-costi?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Il TAR non ha proceduto sulla questione degli extra-costi, proprio perché è stata rimandata alla definizione degli altri aspetti: non ha riconosciuto l'errore dell'extra-costo quanto piuttosto l'opportunità di rifare tutta la tariffa. Abbiamo avviato il procedimento: l'ho avviato io a febbraio ed è semplicemente da chiudere. Questo andava chiuso entro giugno ma abbiamo avuto questo cambio di direttore: è veramente una questione imminente e credo che prima dell'estate avremo un riscontro in tal senso. Questo per quanto riguarda le tariffe di Malagrotta. Per quanto riguarda le polizze fideiussorie, ho fatto una relazione in merito all'assessore e non so per quale motivo non sia arrivata. Nel frattempo, abbiamo cambiato anche assessore, ragion per cui, probabilmente, si è persa da qualche parte. Abbiamo una situazione di questo genere: la DGR della regione Lazio, che prevede le polizze fideiussorie, le suddivide in due diversi tipi di polizza: una polizza in fase di gestione e una polizza in fase di post-gestione. La polizza di post-gestione viene depositata al momento in cui si passa dall'una all'altra. Questa è la nostra DGR. 
  C'era stata anche una proposta da parte dell'ufficio – mia in particolare – per modificare questa DGR, ma ci siamo incrociati con il Ministero, che nel frattempo ha fatto una serie di incontri e ha definito il nuovo DM. Pertanto, ci siamo detti: perché fare una DGR nuova, se il DM sta per uscire? Ho chiesto più volte, tra l'altro, agli uffici e ho saputo che il DM è stato inviato per il parere definitivo ma non è ancora in uscita. Non appena il DM uscirà, è il primo DM. Anche in tutta Italia siamo senza decreto ministeriale sulle polizze, il che mi sembra piuttosto anomalo: pertanto, ci andremo a parificare su questo aspetto. Quindi, abbiamo polizze di gestione e polizze di post-gestione. Magari vi produrrò il documento e vediamo se l'assessore ve lo manda.
  STEFANO VIGNAROLI. Nel caso specifico Malagrotta, adesso come viene considerata? È un caso un po’ ambiguo.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Esatto. Il problema che abbiamo avuto con Malagrotta è stato esattamente questo, ma questa è una di quelle cose che forse andrebbe segretata....
  PRESIDENTE. Aspetti, se necessita di essere segretata dobbiamo interrompere il circuito audio.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Diciamo che, appena sarà approvato il apping, sarà definita la situazione di post-gestione: questo lo posso dire. A quel punto sarà individuata esattamente la dimensione, riferita anche al decreto legislativo n. 36 del 2003, della situazione amministrativa della discarica, che quindi sarà in situazione di post-gestione. Questo per quanto riguarda tutta la parte relativa alle polizze. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, come regione, c'erano stati diversi impegni triennali. Negli ultimi tre anni, questi in corso, ci sono circa 114 milioni di euro di raccolta differenziata destinati alle province, quindi ai comuni. A differenze di prima, quando c'era una sorta di difficoltà nella liquidazione, praticamente, con quest'anno, abbiamo liquidato tutti questi importi alle province e quindi, di conseguenza, anche ai comuni. Ci aspettiamo che per il 2015 ci sia una grossa differenza della raccolta differenziata perché il primo vero intervento operativo è arrivato proprio nel corso del 2015; tra quest'anno e l'anno scorso pensiamo di far partire veramente parecchi comuni con la raccolta differenziata. Abbiamo infatti la certezza che siano partiti i comuni, ma non abbiamo ancora il dato. I dati che ha riferito lei prima, sono riferiti ai dati ISPRA del 2014. Mancano ancora quelli per tutto il 2015 e il 2016 – che è in corso – periodo nel quale stanno partendo diversi comuni. Ci sono, quindi, per la raccolta differenziata, 114 milioni di euro ripartiti in tutto il Lazio. 
  Per quanto riguarda, invece, la riduzione dei rifiuti, l'abbiamo approvata, ma per diventare operativa deve andare in consiglio; tra l'altro, l'abbiamo anche trasmessa al Ministero (che però non ce l'ha accettata come delibera di giunta regionale, dovendo diventare un atto di consiglio). Sarà un allegato del piano che dobbiamo andare a rifare: questa era la collocazione corretta delle linee-guida, che peraltro abbiamo già approvato.
STEFANO VIGNAROLI. Manca la risposta sul tritovagliatore e su Lazio Ambiente!
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. È vero che il tritovagliatore è citato nel fabbisogno, ma non è considerato come impianto al servizio. È semplicemente citato perché c'è un elenco di tutti gli impianti che esistono, ma non è assolutamente calcolato per il fabbisogno: se ne valuta il fabbisogno esatto di trattamento di TMB, ma non è assolutamente calcolato. È citato perché è una realtà: è come se non dovessi citare che c'è il gassificatore a Malagrotta, che esiste, ma poi il fatto che sia in funzione è un altro discorso. Quindi, è citato ed è chiaramente indicato come tritovagliatore, ma non è considerato nel fabbisogno al trattamento: ne sono certa.
  PRESIDENTE. Quanto a Lazio Ambiente?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Su Lazio Ambiente, per la nomina non so risponderle perché non è una competenza della mia area, quindi non ho motivi per risponderle. Anche la parte legata alla società non dipende dalla mia area perché dipende da un'area che gestisce le partecipate della regione. Conosco Lazio Ambiente perché sono il soggetto che autorizza i suoi impianti. In questi termini posso riferire come sta la discarica e sugli spostamenti di elettrodotti, ma sulla società non posso esserle utile.
  STELLA BIANCHI. Intanto grazie dell'esposizione che ci ha fatto. Volevo chiederle solo due cose. Ci parlava del fabbisogno e vorrei sapere se dai vostri calcoli risulta la necessità di una discarica di servizio su Roma Capitale, di che dimensioni, in che tempi e quanto sia urgente che Roma Capitale trovi eventualmente una discarica di servizio. Che impianti sarebbero necessari o sono necessari, secondo i vostri calcoli, su Roma Capitale per consentire la chiusura del ciclo dei rifiuti?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Come dicevo prima, l'elemento più debole è proprio Roma perché ha una grossa quantità di rifiuti prodotti. In questo momento, a Roma, l'AMA utilizza i suoi impianti, anche se l'impianto di Rocca Cencia va utilizzato al massimo: circa 700 tonnellate giorno. A mia conoscenza so che non si sta mandando al massimo l'impianto di Salario perché si ritiene che sia collocato in una dimensione non idonea. Pertanto, aumentare troppo i quantitativi su quell'impianto potrebbe...
  STEFANO VIGNAROLI. Dovrebbero essere 800 tonnellate al giorno!
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Esatto, ma so che sta andando intorno a 350. Questi sono i dati. A parte adesso, in genere, va a meno. Poi abbiamo i due TMB di Malagrotta, che pure stanno andando. In parte AMA – non è una cosa segreta – ha un accordo di programma. Abbiamo un accordo di programma con l'Abruzzo per circa 170 tonnellate giorno, che viene lasciato come elemento di emergenza qualora dovesse essere necessario. In più, secondo le punte, ci si rivolge anche agli altri due impianti della provincia di Latina e della provincia di Frosinone, per circa altre 200/300 tonnellate. Questi sono i trattamenti dei rifiuti.
  Dall'altra parte, invece, abbiamo le uscite dai TMB. Mentre il CDR può uscire tranquillamente, avevamo fatto un'istanza al Ministero dell'ambiente per conoscere se gli altri potessero circolare liberamente o se fossero legati all'ambito regionale, in quanto derivanti dal trattamento di rifiuti urbani. La risposta del Ministero è stata che, se la natura del rifiuto cambia, si ha libera circolazione. Quindi AMA, praticamente, ha la possibilità di portare sia il 191210, sia il 1905901, sia il 190503, a seconda della produzione, fuori regione. Questo, in parte, so che sta avvenendo. Secondo la nostra valutazione, se tutto questo rifiuto dovesse rimanere nel Lazio, certamente servirebbe una discarica al servizio di Roma. Con le previsioni di raccolta differenziata al 65 per cento di qui a tre anni e mezzo, che sono le previsioni che abbiamo fatto, la capacità annuale diminuisce. Attualmente, su tutto il Lazio, abbiamo bisogno di circa un milione di metri cubi all'anno di discarica a servizio di tutti gli impianti. Logicamente, quello di oggi è il dato più gravoso, ma a mano a mano che si va avanti, si scende. Quindi, se a Roma la raccolta differenziata raggiunge il 65 per cento, come è nel piano di sviluppo di AMA, piano che ha approvato il comune, di qui a tre anni la capacità sarà inferiore. L'elemento che manca a tutt'oggi nel Lazio...
  STELLA BIANCHI. Lei è chiarissima, ma non ho seguito io: quindi, cosa accade prima o dopo i tre anni e mezzo?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. In quel periodo, un periodo traghetto, come le dicevo prima, ci servono circa 2,7 milioni di metri cubi per i prossimi tre anni su tutto il Lazio.
  STELLA BIANCHI. Servono 2.700.000?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Posso fornire la delibera con tutti i conti precisi.
  STELLA BIANCHI. Quindi serve una discarica di servizio a Roma?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Sì, nell'ipotesi che Roma voglia lasciare i rifiuti sul territorio di Roma e non andare fuori: questo è evidente. Si può andare fuori – mi riferisco ai codici che dicevo prima – con i rifiuti che hanno cambiato la natura perché sono stati soggetti a un trattamento vero e proprio, ossia non al tritovaglio. Tali rifiuti possono circolare liberamente sul territorio perché sono speciali a tutti gli effetti e quindi possono spostarsi fuori. Nel tritovaglio non va nulla: il rifiuto che sta nel Lazio è tutto trattato. L'elemento che oggi si è evidenziato e che risulta essere mancante è la disponibilità ad effettuare la termovalorizzazione dei rifiuti nel Lazio. Abbiamo tre impianti autorizzati, realizzati e in esercizio, che sono quelli di Colleferro, di Lazio Ambiente e di ACEA a San Vittore. L'impianto si chiama ARIA.
  Questi tre impianti non sono sufficienti per la produzione di CDR del Lazio. Quindi l'ipotesi da valutare era, così come dice il Ministero, se serva un altro impianto nel Lazio oppure se non serva. L'ipotesi fatta, se lo scenario – così come è stato costruito – porta a un miglioramento della raccolta differenziata e, contemporaneamente, alla riduzione della produzione di rifiuti, è di una quantità di rifiuti da inviare alla termovalorizzazione, di qui a tre anni, che si equivale con le disponibilità degli impianti rispetto a quello che sarà il fabbisogno da bruciare. Quindi, da qui a tre anni, siamo sicuramente in carenza ma, se le prospettive vengono mantenute, tra tre anni non servirà più l'impianto. Pertanto la scelta della regione è stata di non costruire un nuovo impianto, logicamente se rispettiamo la riduzione della produzione di rifiuti e l'aumento della raccolta differenziata. Ad oggi, però, da qui a tre anni, siamo in difetto. In questa delibera che vi fornirò ci sono le previsioni di produzione e le previsioni di crescita che danno il punto d'incontro. La curva si incontra a circa tre anni e mezzo con la sufficienza.
  STEFANO VIGNAROLI. San Vittore, se posso aggiungere, preferisce magari bruciare i rifiuti speciali o industriali e guadagnare di più, piuttosto che smaltire i rifiuti urbani di Roma! Potenzialmente, infatti, non so quanti ne riceva da Roma e a che regime di saturazione stia.
  PRESIDENTE. Se è CDR, può bruciare i rifiuti che gli pare. Infatti, la domanda che volevo fare è se tutti e tre gli impianti sono CDR.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Gli impianti di Colleferro sono totalmente CDR.
  PRESIDENTE. Quelli possono prendere il materiale da dove vogliono.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. L'impianto di ACEA ha una parte destinata ai fanghi perché nasceva come ACEA.
  STEFANO VIGNAROLI. Infatti e guadagna anche di più!
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. In realtà, hanno appena presentato un'istanza di VIA per il potenziamento a carico termico. Praticamente è previsto che possa essere aumentata la disponibilità del carico termico. In questo momento sono in esercizio due linee perché la terza è in revamping. Il termine dei lavori è previsto per ottobre di quest'anno e la messa in esercizio definitiva per marzo-aprile del 2017. Per quella data, quindi, dovrebbe essere stata esplicata la VIA che potenzia il carico termico di tutte e tre le linee. La nostra idea è che questo potenziamento vada esclusivamente nei confronti dei CDR.
  PRESIDENTE. Quindi non CDR, ma rifiuti urbani?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. No, CDR.
  PRESIDENTE. È CDR anche quello?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Anche questo è CDR: sì. Per chiudere l'argomento di Roma, c'è stato il problema dei transfrontalieri. C'è la richiesta, che è stata presentata da parte di Enki – non l'ha presentata l'AMA – per il transfrontaliero fuori Stato. Il transfrontaliero è una delle possibilità. C'è un regolamento che prevede espressamente questo tipo di possibilità. Il CDR non è in lista verde e quindi è un rifiuto per il quale va fatta una procedura di notifica. La procedura di notifica prevede una serie di elementi e di valutazioni. Il fatto di esportare rifiuti urbani indifferenziati è uno degli elementi di attenzione e di possibilità di diniego di ciò. Poiché siamo in procedura di infrazione, è evidente che se c'è necessità di trattare fuori, significa che non siamo sufficienti. C'è stata una valutazione importante in questo senso da parte dell'ufficio e c'è stata un'interlocuzione con AMA. Al di là di quello che è uscito, in realtà AMA ha chiarito che questo transfrontaliero veniva lasciato come ipotesi residua in caso di difficoltà o di altre situazioni, non come metodo sistematico e strutturale al sistema.
  I documenti di notifica sono stati consegnati al notificatore già il 19 maggio 2016. Ad oggi sono passati più di due mesi ma non sono ancora arrivati i documenti consegnati. L'ufficio non ha da svolgere nulla, ma siamo in attesa della consegna dei documenti, se questa avverrà.
  STEFANO VIGNAROLI. Da parte della Enki?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Certo.
  MIRIAM COMINELLI. Rispetto a Malagrotta e alla caratterizzazione che ha citato prima, volevo capire come si collega con la messa in sicurezza permanente che, da norma, è dovuta alle discariche e se sono state messe in atto, nel frattempo, delle azioni per il contenimento della contaminazione.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Non è proprio la mia materia. Sto facendo ad interim anche le bonifiche, ma c'è un altro ufficio che si occupa di questo. Conosco la procedura perché partecipo alle conferenze, ma come area rifiuti perché Malagrotta è una discarica di rifiuti. Quindi non posso rispondere esattamente a tutte le domande che mi pone. Il capping è un'operazione che va fatta a prescindere. Il sito poteva anche non essere inquinato ma andava comunque fatto. Dall'altra parte, in questo momento c'è un problema di battente di percolato. Tra le attività che sono state messe in piedi, in questo momento, che io sappia, non c'è la messa in sicurezza permanente, ma potrei anche dire una stupidaggine: non lo so esattamente. Per il capping, invece, lo so autorizzando ed è stato uno degli elementi definiti e su cui procedere in questo incontro-tavolo tra enti.
  Su Malagrotta ci sono tre procedimenti in corso: il procedimento di bonifica, che sta gestendo il comune, il procedimento di capping, che sto gestendo in questo momento come area rifiuti e, in più, si sta autorizzando anche l'impianto di trattamento del percolato, che non è autorizzato perché Malagrotta ha avuto l'anomalia di non avere mai un'AIA. In realtà, i decreti commissariali che si sono succeduti non hanno mai permesso a tutto il complesso di Malagrotta di avere un'autorizzazione integrata ambientale. Si è sempre andati avanti per decreti frammentati e scomposti, non omogenei. Pertanto, l'impianto di trattamento del percolato non è autorizzato. 
  Attualmente è in corso una procedura di VIA, che è stata accelerata e sarà chiusa a breve. Successivamente sarà autorizzata anche l'AIA degli impianti di percolato. Questo permetterà di aumentare le capacità di trattamento del percolato e quindi di agevolare anche tutte le operazioni successive di bonifica. Nel frattempo la caratterizzazione è in corso perché ci sono anche inquinanti che non sono tipici della discarica. La caratterizzazione serve a definire anche questo. C'è poi un altro sito vicino che ha altri problemi simili. Non è quindi così facile caratterizzare in maniera univoca il sito.
  STEFANO VIGNAROLI. Mi ero dimenticato, tra le varie domande, quella sulla depurazione. Lei ha parlato di impianto di percolato. In realtà mi risulta che questi impianti siano due. All'ultima conferenza di servizi, che credo si sia svolta pochi giorni fa, c'era anche un mio collaboratore e c'erano dei cittadini. Credo che la conferenza sia andata deserta e sia stata rinviata. Volevo capire bene la situazione perché il dubbio è che dietro un impianto ce ne sia, in realtà, anche un altro.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Le rispondo prima: la anticipo! Con riguardo all'impianto che stava in AIA, la conferenza della settimana scorsa non è andata deserta. In conferenza dei servizi chi viene viene, mentre chi non viene ha il suo procedimento. Riguardo all'impianto di percolato vero e proprio, quello che intende lei è un ulteriore impianto di cui si è vociferato ma che, in realtà, rientra nella bonifica. Vi è un'ipotesi di utilizzare un impianto già esistente come messa in sicurezza, una MISE dell'impianto, che però deve essere gestito dalla città metropolitana, cioè da Roma. In realtà, mi risulta che sia stato proposto come possibile impianto di trattamento delle acque, non interne al polder ma esterne.
  STEFANO VIGNAROLI. Non vorrei che poi diventi una scusa per utilizzarlo quando, in realtà, bisognerebbe rifare il procedimento da capo anche per il gassificatore.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. No. A parte che non sta a noi, ma sta alle bonifiche. Inoltre, è un procedimento che eventualmente rientrerebbe come MISE del comune di Roma. Non si tratta del nostro impianto, che è quello che sta in AIA: quello è chiaramente a servizio del percolato della discarica.
  PAOLA NUGNES. Buonasera. L'8 settembre 2015, quindi quasi un anno fa, venne audito il presidente della regione. Si è parlato di autosufficienza del livello regionale, della necessità di revisione del piano del 2012, di riduzione del 50 per cento, di raccolta differenziata al 40 per cento e del fatto che c'era la buona ipotesi che non fossero necessari i due impianti di incenerimento. Ad oggi, che è passato quasi un anno, mi sembra che non sia stato fatto molto: non siamo andati molto avanti.
  Un'altra questione che mi sembra giaccia senza soluzione riguarda la richiesta dell'impianto di compostaggio di Rocca Cencia. Anche all'epoca, quasi un anno fa, si parlava della richiesta di AMA di realizzare un impianto di compostaggio, di cui poi non si è parlato più. Tutte le altre domande che avrei voluto fare sono state fatte dai miei colleghi. Tuttavia, sugli impianti di compostaggio a che punto siamo? Perché i procedimenti sono così lenti?
FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. In realtà, per quanto riguarda il fabbisogno, ciò è stato fatto, ma non è stato un lavoro semplice. Approvare il fabbisogno è stato un lavoro complesso. C'è dietro tutta una parte di lavoro, ancora sommerso, che emergerà di qui a breve, specialmente per il reperimento dei dati. Con la scomparsa parziale delle province non è semplice andare a lavorare sui territori: l'ente di area vasta ha veramente difficoltà. Tutta questa parte, relativa al resto del Lazio, ha assorbito molto tempo. Secondo me approvare il fabbisogno è stato un passo avanti importante. Per quanto riguarda il discorso della VIA, non so risponderle perché non era il mio ufficio. Oggi le posso rispondere perché, temporaneamente, da circa venti giorni e non di più, sono dirigente anche della VIA. Abbiamo riattivato molti procedimenti, ma c'è un arretrato importante per motivi critici degli uffici (capita, a volte, che ci siano queste difficoltà). Quindi, quest'impianto sarà riattivato, anche se le faccio presente che 30.000 tonnellate non sono una soluzione: sono un supporto, ma non una soluzione.
  PAOLA NUGNES. Poiché, però, credo che questo sia uno dei filoni impiantistici più importanti, vorrei sapere se ne sono previsti anche altri.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Capisco perfettamente. Ci sono anche altri impianti di compostaggio e di produzione di biogas fermi alla VIA, ma saranno affrontati a breve. Abbiamo iniziato a riconvocare le conferenze, quindi credo che a breve si inizino a rilasciare o a negare. Qualunque sia la risposta, ci saranno delle risposte: o positive o negative, ma ci saranno.
  PRESIDENTE. Volevo ritornare alla questione di Borgo Montello. Ho due questioni. Hanno esaurito i volumi. Uno dei emi che abbiamo verificato con le procure riguarda tutta questa indagine sulla questione della gestione delpost mortem. Dal vostro osservatorio, le due aziende interessate hanno avviato le procedure per la chiusura delle discariche?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Per quanto riguarda la discarica della Indeco, quella sequestrata, è stato realizzato il capping provvisorio ancora prima del sequestro. Quindi sì: in questo momento la discarica è sequestrata, ma il capping provvisorio, così come previsto dal n. 36, era stato già realizzato in precedenza. L'altra società ha portato più a lungo le volumetrie disponibili. Al momento sono ancora disponibili poche migliaia di tonnellate. È questa più un'ipotesi, in attesa di verificare se la VIA uscirà o non uscirà. Questa è una valutazione che dobbiamo fare, ma dipende fondamentalmente, oltre che dal fabbisogno, come ho detto prima, anche dalla valutazione sul procedimento di bonifica: sono aspetti collegati.
  PRESIDENTE. Sull'altra questione, giustamente, lei ci ha detto che non riguarda il suo ufficio, ma le chiedo se lo sa. Giustamente lei ha parlato di tutta la partita che riguardava il sito S0. Quello che risultava a noi dalle carte, però, è che negli anni Novanta – siamo andati a vedere – ci fossero altre aree della discarica che sono state utilizzate per l'interramento di rifiuti industriali di questo genere.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Non ne so nulla.
  PRESIDENTE. Lei non ne è a conoscenza?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Sinceramente no. Anche leggendo i documenti...
PRESIDENTE. Non c'è traccia di questa questione!
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Su quelli che ho visto io, no.
  PAOLA NUGNES. Rispetto al fabbisogno di cui parlavamo, è confermata la riduzione di cui parlammo a settembre sui volumi, quasi ridotti al 50 per cento?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Sì: questo è un dato ISPRA, peraltro.
  PAOLA NUGNES. Erano dati fermi al 2013. Penso, però, che il fabbisogno si sia basato su proiezioni più aggiornate, è così?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Sì, del 2014.
  PAOLA NUGNES. Non so se è stata fatta una verifica sui dati ISPRA, ma vorrei sapere se la tendenza successiva ha confermato ciò.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Ha confermato. Vi cito un dato banale su questo per farvi rendere conto. Con riguardo alla riduzione dei rifiuti, proprio oggi che stiamo ripartendo il trattamento dei rifiuti per i comuni di Albano, per esempio Viterbo, che era autorizzato per 220.000 tonnellate anno, al momento si attesta sui 150.000: quindi ha 70.000 rifiuti in meno rispetto al trattamento di tre anni fa.
  PRESIDENTE. Dovuti a una minor produzione?
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Non so il perché ma il risultato è lo stesso.
PRESIDENTE. Va bene. Ringraziamo la dottoressa per le risposte puntuali. Se c'è qualche documento di cui avremo bisogno, glielo faremo sapere direttamente.
  FLAMINIA TOSINIDirigente dell'area ciclo integrato rifiuti della regione Lazio. Il 199 lo posso fare avere (sarebbe il fabbisogno).
  PRESIDENTE. Teniamoci in contatto, se riusciamo. La ringrazio. Dichiaro conclusa l'audizione.

tratto da http://www.camera.it/leg17/1058?idLegislatura=17&tipologia=audiz2&sottotipologia=audizione&anno=2016&mese=07&giorno=11&idCommissione=39&numero=0110&file=indice_stenografico

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