giovedì 30 giugno 2016

i rifiuti da Roma al Montello (fino ad un anno fa) sono sempre arrivati, quando la provincia di Latina starà dalla parte dei cittadini di via Monfalcone?

IL CITTADINO PRIMA DI TUTTO

Da quando sono stati nominati i consiglieri delegati dalla provincia di Latina ai vari settori più volte, i cittadini di Borgo Montello hanno chiesto di essere sentiti.
Nel consiglio provinciale del 22 marzo diversi interventi lamentavano un coinvolgimento, maggiore informazione e la mancata convocazione della commissione dei rifiuti.
Si prendeva impegno per il dopo, ma non sembra ciò sia avvenuto.
Difficile pensare che "il cittadino prima di tutto" sia un fatto operativo, un impegno reale visto che vengono trascurati i cittadini e in particolare quelli che maggiormente hanno subito e subiscono  con l'inquinamento continuo della discarica di Borgo Montello.
Difficile pensarlo visto che nessuno ha avuto mai il pudore e la sensibilità di ascoltarli questi cittadini.
Eppure la Provincia di Latina ha impegnato 37 mila € per una supervisione che, stando ai documenti rilasciati agli stessi cittadini, ha prodotto due paginette e mezza e qualche schizzo.

COPIA - Provincia di Latina

www.provincia.latina.it/flex/FixedPages/IT/AttachDownload.php?ID=17542
07 ago 2012 - nel corpo della discarica SO località Borgo Montello- Piano operativo. Artt.l97,242,248 del ... Incarico supervisione attività di indagine anomalie ...
Tra l'altro per incaricare un Tecnico che ha collaborato (o collabora tutt'ora?) con una delle società.
Ma per i cittadini non c'è tempo.
Eppure gli stessi cittadini hanno documentato più volte che (fino al giugno dello scorso anno cioè quando, secondo le cronache, si sarebbero esauriti o prossimi all'esaurimento i volumi autorizzati) sono arrivati i rifiuti al Montello romani e da altre province.
Non si amministra con i comunicati stampa, ma con gli atti amministrativi.
Quali in difesa dei cittadini "prima di tutto" che subiscono l'inquinamento?
Grazie dell'attenzione e chissà magari prima o poi vi degnerete anche di ascoltarli questi cittadini...

Rifiuti dalla capitale, la Provincia contraria e pronta a dare battaglia Latina

Il piano anti-caos riportato dagli organi di stampa e proposto da Ama per risolvere l’emergenza della Capitale impone una seria riflessione e ripropone il tema dell’esigenza di un maggiore confronto tra i territori del Lazio e la Regione in materia di rifiuti, così come per la delicata questione del servizio idrico che è oggetto di discussione in questi giorni proprio in provincia di Latina. A ribadirlo il presidente della Provincia Eleonora Della Penna.

“Leggo sulla stampa locale – afferma il presidente Della Penna – che Ama avrebbe avviato un piano anti caos pensando si smaltire altrove i rifiuti di Roma. E per altrove si pensa, come sempre, ai territori del resto del Lazio, partendo proprio dalla provincia di Latina che dovrebbe ospitarne, insieme ad altre due aree, addirittura cento tonnellate al giorno. E’ evidente che il Comune di Roma cerca di risolvere i propri problemi scaricandoli sulle aree limitrofe e questo per noi è inaccettabile. A prescindere da dove finiranno i rifiuti, comunque in zone che già rappresentano delle servitù per i nostri territori e i nostri cittadini, appare sempre più attuale il tema di una rivisitazione dell’assetto regionale relativo al piano dei rifiuti e non è ormai più rinviabile un confronto con i territori su questa delicata materia. La Provincia di Latina presenterà ai sindaci del territorio uno schema di piano, approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale, che propone un sub ambito provinciale che dovrebbe organizzarsi in autonomia, aumentando ulteriormente i livelli della differenziata e diventando uno strumento reale, concreto, di supporto per i nostri Comuni. La soluzione – sottolinea Della Penna – oggi, non può essere sempre la stessa: far girare i rifiuti in tutto il Lazio pensando di disporre dei territori a seconda delle emergenze e sottovalutando, considerevolmente, anche l’impatto ambientale che il via vai di camion della nettezza urbana ha su tutto il territorio e questo tenendo sempre in considerazione anche i problemi di viabilità”.

“Il Consiglio provinciale – afferma il delegato all’ambiente Sandro Bartolomeo – si è espresso all’unanimità proponendo un progetto che, di fatto, riporterebbe la gestione dei rifiuti sul piano pubblico. I Comuni hanno bisogno di risposte concrete a fronte di costi che diventano sempre più alti: dobbiamo sottolineare che i rifiuti non possono diventare un affare e che per questo, dalle istituzioni competenti, servono linee chiare con progetti ampiamente condivisi con gli enti locali. I sindaci diranno la loro ma, certamente, il fatto che da Roma si continui a pensare di smaltire i rifiuti della Capitale anche in provincia di Latina ci lascia interdetti. La Regione deve intervenire come elemento di garanzia anche in tal senso e darci rassicurazioni sul fatto che la provincia di Latina non diventerà, a prescindere dal ruolo e dagli interessi delle aziende private che operano nel settore, un luogo dove riversare le emergenze del resto del Lazio”. http://www.latinaoggi.eu/news/news/22468/rifiuti-dalla-capitale--la-provincia-contraria-e-pronta-a-dare-battaglia.html

caos rifiuti e la provincia di Latina ROMA, PIANO AMA: INTERVENTO DELLA PENNA E BARTOLOMEO

Il piano anti-caos riportato dagli organi di stampa e proposto da Ama per risolvere l'emergenza della Capitale impone una seria riflessione e ripropone il tema dell'esigenza di un maggiore confronto tra i territori del Lazio e la Regione in materia di rifiuti, così come per la delicata questione del servizio idrico che è oggetto di discussione in questi giorni proprio in provincia di Latina. A ribadirlo il presidente della Provincia Eleonora Della Penna.

"Leggo sulla stampa locale - afferma il presidente Della Penna - che Ama avrebbe avviato un piano anti caos pensando si smaltire altrove i rifiuti di Roma. E per altrove si pensa, come sempre, ai territori del resto del Lazio, partendo proprio dalla provincia di Latina che dovrebbe ospitarne, insieme ad altre due aree, addirittura cento tonnellate al giorno. E' evidente che il Comune di Roma cerca di risolvere i propri problemi scaricandoli sulle aree limitrofe e questo per noi è inaccettabile. A prescindere da dove finiranno i rifiuti, comunque in zone che già rappresentano delle servitù per i nostri territori e i nostri cittadini, appare sempre più attuale il tema di una rivisitazione dell'assetto regionale relativo al piano dei rifiuti e non è ormai più rinviabile un confronto con i territori su questa delicata materia. La Provincia di Latina presenterà ai sindaci del territorio uno schema di piano, approvato all'unanimità dal Consiglio provinciale, che propone un sub ambito provinciale che dovrebbe organizzarsi in autonomia, aumentando ulteriormente i livelli della differenziata e diventando uno strumento reale, concreto, di supporto per i nostri Comuni. La soluzione - sottolinea Della Penna - oggi, non può essere sempre la stessa: far girare i rifiuti in tutto il Lazio pensando di disporre dei territori a seconda delle emergenze e sottovalutando, considerevolmente, anche l'impatto ambientale che il via vai di camion della nettezza urbana ha su tutto il territorio e questo tenendo sempre in considerazione anche i problemi di viabilità".

"Il Consiglio provinciale - afferma il delegato all'ambiente Sandro Bartolomeo - si è espresso all'unanimità proponendo un progetto che, di fatto, riporterebbe la gestione dei rifiuti sul piano pubblico. I Comuni hanno bisogno di risposte concrete a fronte di costi che diventano sempre più alti: dobbiamo sottolineare che i rifiuti non possono diventare un affare e che per questo, dalle istituzioni competenti, servono linee chiare con progetti ampiamente condivisi con gli enti locali. I sindaci diranno la loro ma, certamente, il fatto che da Roma si continui a pensare di smaltire i rifiuti della Capitale anche in provincia di Latina ci lascia interdetti. La Regione deve intervenire come elemento di garanzia anche in tal senso e darci rassicurazioni sul fatto che la provincia di Latina non diventerà, a prescindere dal ruolo e dagli interessi delle aziende private che operano nel settore, un luogo dove riversare le emergenze del resto del Lazio".


Latina, 30 giugno 2016


 Ufficio Stampa Provincia di Latina http://www.provincia.latina.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13073

Greenpeace Per il nostro compleanno accendiamo il sole, per una Lampedusa 100% rinnovabile

News - 30 giugno, 2016
Quasi un anno fa, con il nostro report “100% rinnovabili: un nuovo futuro per le piccole isole” abbiamo mostrato come sia possibile per isole meravigliose come Lampedusa, Favignana, Pantelleria diventare un modello di sostenibilità energetica, abbandonando le fonti fossili per abbracciare un futuro di energie pulite.
Lampedusa e le altre isole minori italiane non collegate alla rete elettrica nazionale sono infatti oggetto di un singolare paradosso. Nonostante queste isole del Mediterraneo siano famose per il sole e il vento, producono la quasi totalità della propria energia dal petrolio. Una fonte energetica sporca, inquinante e molto costosa, pagata in bolletta da tutti noi con oltre 60 milioni di euro di incentivi ogni anno.
Nel giugno del 2015 abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di modificare il sistema di rimborsi per la produzione di energia su queste isole, poiché attualmente si incentivano fonti sporche e costose a discapito di efficienza e rinnovabili. Occorre indicare un indirizzo preciso per il futuro di queste perle del Mediterraneo, che possono (e devono) diventare un modello di sviluppo 100 per cento rinnovabile, con vantaggi per l’ambiente e per i cittadini.
Ma non possiamo più aspettare, è arrivato il momento di entrare in azione!
Vogliamo cambiare da subito questa assurda situazione grazie ad “Accendiamo il sole”, la nostra campagna di crowdfunding che parte oggi e con cui finanzieremo un impianto fotovoltaico da 40 kW da installare sul tetto del Comune di Lampedusa.
In questi giorni Greenpeace Italia compie trent’anni e per il nostro compleanno abbiamo deciso di fare un gesto concreto. Per realizzare il nostro progetto abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Insieme metteremo un primo importante mattoncino per un futuro 100 per cento rinnovabile, per Lampedusa e per tutti noi.
Questo impianto permetterà ai cittadini dell’isola di risparmiare circa 200 mila euro, evitando allo stesso tempo l’immissione in atmosfera di quasi 300 tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni catturate da oltre 7 mila e 300 alberi in 10 anni.
Il nostro inoltre è anche un gesto di pace. Lampedusa infatti non è solo un’isola bellissima, ma è anche un simbolo di accoglienza per tante persone che fuggono da povertà e guerre. Guerre in molti casi causate anche da quello stesso petrolio utilizzato per produrre energia vecchia e sporca.
Il sole invece non solo rappresenta energia pulita, ma è anche un segno di speranza. Per i nostri trent’anni non spegneremo nessuna candelina, per i nostri trent’anni vogliamo accendere il sole!
Fai la tua parte e dona su www.accendiamoilsole.it
giovedì 30 giugno 2016 http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/PER-IL-NOSTRO-COMPLEANNO-ACCENDIAMO-IL-SOLE-PER-UNA-LAMPEDUSA-100-RINNOVABILE-/

Greenpeace compie 30 anni: “Per il nostro compleanno accendiamo il sole a Lampedusa”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/06/30/greepeace-compie-30-anni-per-il-nostro-compleanno-accendiamo-il-sole-a-lampedusa/539759/
In occasione del trentesimo compleanno, Greenpeace Italia vuole continuare a rivolgere lo sguardo sul Mare Nostrum e lancia “Accendiamo il sole“, campagna di crowdfunding per regalare agli abitanti di Lampedusa energia pulita e rinnovabile: verrà finanziato un impianto fotovoltaico da 40 kWh da installare sul tetto del Comune di Lampedusa. “Lampedusa – spiega Greenpeace – è oggetto di un paradosso che accomuna molte delle isole minori italiane non collegate alla rete elettrica nazionale. Nonostante siano infatti famose per il sole e il vento, queste isole producono la quasi totalità della propria energia dal petrolio. Una fonte energetica sporca, inquinante e molto costosa, pagata in bolletta da tutti noi con oltre 60 milioni di euro di incentivi ogni anno”. “Con l’aiuto di tutti metteremo un primo importante mattoncino per un futuro 100% rinnovabile per Lampedusa e per tutti noi”, dichiara Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. Che aggiunge: “Questo impianto permetterà ai cittadini dell’isola di risparmiare circa 200 mila euro, evitando allo stesso tempo l’immissione in atmosfera di quasi 300 tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni catturate da oltre 7 mila e 300 alberi in 10 anni”. Il progetto è già stato autorizzato lo scorso anno sia dall’amministrazione dell’isola che dalla Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, ma è stato nel frattempo bloccato da un cortocircuito burocratico che ha impedito l’accesso ai fondi di finanziamento
In occasione del trentesimo compleanno, Greenpeace Italia vuole continuare a rivolgere lo sguardo sul Mare Nostrum e lancia “Accendiamo il sole“, campagna di crowdfunding…
TV.ILFATTOQUOTIDIANO.IT

Caccia: in Toscana per ungulati ok 5 giorni alla settimana Da ora al 18/9 e poi dall'1/2 fino riapertura stagione venatoria

(ANSA) - FIRENZE, 29 GIU - In Toscana la caccia agli ungulati - cinghiali, caprioli, daini, mufloni e cervi -, oggetto di selezione per il loro alto numero, sarà possibile, da parte dei cacciatori abilitati, per 5 giorni alla settimana (non martedì e venerdì) da ora fino al 18 settembre e dall'1 febbraio 2017 fino alla riapertura della stagione venatoria, entro i limiti numerici dei capi assegnati. Nel periodo di caccia (18 settembre e 31 gennaio prossimi), gli abbattimenti saranno possibili solo nei consueti 3 giorni. Lo prevede una delibera, approvata dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore Marco Remaschi, per una maggiore efficacia all'attività venatoria da parte degli oltre 10mila cacciatori di selezione che da alcuni giorni hanno iniziato la loro attività di prelievo.

In Toscana si stimano più di 400.000 ungulati - oltre 200.000 cinghiali e altrettanti caprioli, 8mila daini e 4mila cervi -, 4 volte la media nazionale e che ne fanno la regione europea con il maggior numero, inferiore solo ad alcune zone dell'Austria.

In crescita gli incidenti stradali dove sono coinvolti ungulati: erano circa 250 nel 2013, sono stati oltre 700 nel 2014 e le stime per l'anno 2015, con dati a settembre, sono di 900-1000 incidenti. Alcuni fra questi anche mortali.

"Con questo provvedimento - spiega Remaschi - continuiamo nell'opera di attuazione della legge obiettivo per il contenimento degli ungulati" approvata a febbraio, "grazie alla quale abbiamo iniziato a mettere in atto le prime azioni di controllo che stanno partendo nelle provincie. Da metà maggio ad oggi sono state emesse quasi 300 autorizzazioni all'abbattimento per un migliaio di interventi in corso di attuazione. Certamente - aggiunge - ancora alcuni meccanismi vanno messi a punto, ma nonostante le recenti vicende legate alla sentenza della Corte Costituzionale e al pronunciamento del Tar in merito alla composizione di alcuni comitati di gestione degli Atc, stiamo mettendo in campo tutte le forze utili per rispondere alle numerose richieste di intervento che ci sono pervenute da agricoltori e cittadini".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2016/06/29/caccia-in-toscana-per-ungulati-ok-5-giorni-alla-settimana_eb15fa52-4781-4d41-a1fd-aab31f672f9c.html

Galletti, nuova legge sui parchi entro fine anno Con Governance per parco Stelvio si apre una nuova era

(ANSA) - BORMIO (SONDRIO), 29 GIU - "Oggi i parchi hanno una funzione diversa da quella del passato, in cui erano vissuti dalle comunità come un vincolo. Non a caso approveremo una nuova legge, spero entro la fine dell'anno, perché crediamo che i parchi non servano solo alla tutela della biodiversità, aspetto che resta importantissimo, ma che occorra lavorare per trasformare questo immenso patrimonio in una grande ricchezza anche economica per il territorio e per il Paese". Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, che questa mattina a Bormio ha preso parte all'insediamento e alla prima seduta del Comitato di indirizzo e coordinamento del Parco Nazionale dello Stelvio, per il quale "si apre una nuova era".

"Oggi - ha aggiunto il ministro - sappiamo che i beni ambientali non sono luoghi da cui escludere l'uomo per preservarli. Al contrario una gestione oculata e sostenibile, che liberi e controlli le opportunità economiche e occupazionali legate al Parco, è la maggiore garanzia di tutela. Sono convinto che la cura della natura debba essere affidata a chi la vive e a chi la abita, a chi ha in interesse diretto e prioritario a tutelate il bene parco". (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2016/06/29/galletti-nuova-legge-sui-parchi-entro-fine-anno_a07c00c5-3ada-46a7-b617-e58304ce5f2a.html

Venezia: esperti,fondazioni legno degradate ma città 'regge' Presentati risultati studio dell'Ivalsa-Cnr

(ANSA) - VENEZIA, 29 GIU - "Il legno dei pali che sorreggono la città di Venezia non è in buono stato di conservazione, ma il sistema di fondazioni complessivo, formato da legno, suolo ed acqua, continua a funzionare". E' il responso dato oggi da Nicola Macchioni, ricercatore dell'Ivalsa-Cnr, che ha presentato in un convegno a Palazzo Ducale, i risultati di due progetti dell'istituto sul comportamento chimico-fisico e microbiologico del sistema di fondazioni lignee veneziano. "Con i tre elementi presenti in contemporanea - ha detto Macchioni - il legno, finché mantiene il suo volume, continua ad agire come compattante del suolo, anche se è degradato". Ovviamente la situazione va monitorata, ma uno dei risultati della ricerca è di aver individuato un metodo per controllare la situazione ed avere metri di paragone per capire, durante la manutenzione ordinaria dei rii, se e come intervenire. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/vivere_green/2016/06/29/venezia-espertifondazioni-legno-degradate-ma-citta-regge_58f7cc64-1fdd-4aa3-beb3-c92909684cad.html

No alle microplastiche nei cosmetici, c'è una proposta legge Firmata da 40 parlamentari. Marevivo, non si può stare a guardare

NAPOLI - Togliere le microplastiche dai prodotti cosmetici che poi finiscono a mare. Presto potrebbe essere una legge ad imporlo. La proposta, sottoscritta da 40 parlamentari, è stata illustrata oggi a Napoli. L'emergenza è stata rappresentata da Marevivo. Nei cosmetici vengono infatti introdotte delle microplastiche che sono grandi pochi millimetri, a volte centesimi di millimetro e servono a facilitare l'uso dei cosmetici. Se ne consumano 5000 tonnellate l'anno in Europa.

"La proposta di legge - ha spiegato il presidente della commissione ambiente della Camera Ermete Realacci - è stata firmata da 40 parlamentari sia di maggioranza che di opposizione su spinta di Marevivo". L'uso di molti prodotti di bellezza, sottolinea infatti Marevivo, sta alimentando il "mostro" della plastica, che sempre di più invade i nostri mari e si insinua nella nostra catena alimentare.

"Mi appello al parlamento - ha detto il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo - perché questa legge, che è semplicissima, abbia un iter rapido". La proposta di legge fa parte della campagna "Mare mostro", nata per informare e sensibilizzare sull'impatto della plastica in mare, realizzata da Marevivo in collaborazione con Marina Militare e CoNISMa e partita a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci. "Non possiamo restare a guardare cosa sta capitando al nostro mare - ha spiegato spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo - non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell'80% dell'ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell'anidride carbonica, quando è in buona salute". 
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2016/06/30/no-alle-microplastiche-nei-cosmetici-ce-una-proposta-legge_6c939712-1aab-4ad1-9117-c3a3f62ba80a.html

Industria può tagliare 10 mld di tonnellate CO2 nel 2030 Studio, risultato possibile con iniziative 'verdi' globali

(ANSA) - ROMA, 29 GIU - L'industria gioca un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici: secondo gli impegni attuali, è previsto che entro il 2030 le imprese taglieranno emissioni per 3,7 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, ma il potenziale è molto più alto e il taglio di gas serra potrebbe arrivare fino a 10 miliardi all'anno con giuste politiche ambientali a sostegno di iniziative globali lanciate per la lotta ai mutamenti del clima come la "deforestazione zero" o l'elettricità al 100% da rinnovabili. Sono già 300 le grandi imprese che hanno deciso di impegnarsi in queste azioni ma potrebbero salire a oltre 3500 nel 2030. Il quadro emerge dal rapporto "The Business End of Climate Change" presentato al "Business and Climate" summit a Londra.

Gli attuali contributi determinati a livello di imprese per l'azione sul clima equivalgono al 60% del taglio alle emissioni totali (6 miliardi di tonnellate entro il 2030) su cui si sono impegnati i Paesi con l'accordo alla Cop21 di Parigi.

L'equivalente dell'eliminazione di mille centrali elettriche a carbone fuori uso, il 75% del totale globale.

Il rapporto cita in particolare cinque iniziative per il clima, cui hanno già aderito compagnie e multinazionali, tra cui la "Zero Deforestation" con cui ci si impegna entro il 2020 a non usare materie prime che causino deforestazione, o la RE100 che impegna le aziende a usare elettricità generata completamente da fonti rinnovabili.

(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2016/06/29/industria-puo-tagliare-10-mld-di-tonnellate-co2-nel-2030_549d370d-ab6e-4d1e-91da-fbf9fc30041e.html

Oxfam, da industria alimentare più gas serra di tutta l'Ue La produzione di 5 alimenti nel mondo responsabile 25% emissioni

(ANSA) - ROMA, 28 GIU - L'industria alimentare mondiale che produce cinque materie prime - riso, soia, mais, grano e olio di palma - genera da sola una quantità di emissioni di gas serra superiore a quella prodotta da tutta l'Unione europea e da qualsiasi altro Paese a eccezione di Cina e Stati Uniti. A puntare il dito contro l'insostenibilità climatica della produzione agricola intensiva è il nuovo dossier "A qualcuno piace caldo: così l'industria alimentare nutre il cambiamento climatico", diffuso dall'Oxfam in occasione del Business and Climate Summit 2016 in corso a Londra.

Dal metano prodotto dalle risaie allagate, al protossido di azoto derivante dall'utilizzo dei fertilizzanti, nel complesso l'industria alimentare oggi è responsabile per almeno il 25% delle emissioni di gas serra a livello globale, sottolinea l'Oxfam, secondo cui senza un'inversione di rotta non sarà possibile raggiungere gli obiettivi fissati nell'accordo di Parigi sul clima in termini di taglio delle emissioni e contenimento del riscaldamento globale.

"Le grandi aziende riunite a Londra devono dar prova che Parigi è stato davvero un trampolino di lancio verso tagli più consistenti alle emissioni, e devono assicurare un maggiore sostegno agli agricoltori di piccola scala nella lotta agli effetti del cambiamento climatico", dice Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia. "Il settore alimentare è il primo ad essere chiamato in causa e dovrebbe davvero aprire la strada per gli altri settori, affinché questo processo virtuoso diventi realtà". (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2016/06/28/oxfam-da-industria-alimentare-piu-gas-serra-di-tutta-lue_d6bbcc08-614f-498a-96c5-070dfa318900.html

La battaglia del termostato, interviene l'Oms: mai più di 7° di differenza dall'esterno

Negli uffici di tutto il mondo si litiga per l'aria condizionata. E mentre una ricerca Usa rivela come un impiegato su due è insoddisfatto, l'Organizzazione mondiale della sanità avverte: mai più di 7 gradi di differenza dall'esterno per non danneggiare l'ambiente e vivere più felici

ACQUALATINA: SINDACI CONVOCATI IN PROVINCIA L'11 LUGLIO

Il presidente della Provincia Eleonora Della Penna ha convocato per il prossimo 11 luglio alle ore 17presso la sede dell'ente in via Costa un incontro tra i sindaci dell'Ato 4.

L'incontro dell'11 luglio servirà per fare il punto sugli argomenti all'ordine del giorno della Conferenza dei sindaci (la data verrà definita nei prossimi giorni) e rappresenterà anche un momento di confronto sul bilancio che il gestore del servizio idrico ha presentato nella recente assemblea dei soci poi aggiornata su richiesta di alcuni sindaci. Il presidente ha inoltre intenzione di affrontare il delicato tema della ripubblicizzazione del servizio idrico, anche alla luce delle numerose richieste di incontro avanzate alla Regione Lazio in virtù della posizione di Acea circa l'acquisizione delle quote del gruppo Voelia, socio privato di Acqualatina.

"Da mesi - afferma il presidente della Provincia Eleonora Della Penna - abbiamo iniziato un percorso di confronto che ci ha portato a chiedere al gestore di posticipare ogni trattativa relativa alla vendita delle quote proprio per consentire al plenum dell'assemblea dei soci di ricostituirsi a seguito dell'esito delle recenti elezioni. Ormai l'assemblea di Acqualatina opera con pieni poteri e questo non può che essere un elemento di garanzia per i sindaci dell'Ato 4. A questo punto siamo in condizioni di discutere in maniera più concreta della delicata questione della ripubblicizzazione del servizio idrico che deve diventare elemento centrale dell'azione delle amministrazioni locali nella loro veste di soci di Acqualatina. A tal proposito, come ho avuto modo di spiegare in altre occasioni, la Regione Lazio deve fare la propria parte chiarendo la propria posizione e definendo lo stato del fondo di ripubblicizzazione del servizio idrico, in linea con la volontà referendaria. 
E' infatti evidente, visto il momento di difficoltà che gli enti locali e la Provincia stanno vivendo, che qualsiasi operazione finanziaria di ripubblicizzazione dovrebbe comunque avere il sostegno della Regione Lazio proprio per l'impegno economico che questa comporterebbe. I sindaci - aggiunge Della Penna - sono pronti, come già accaduto nella recente assemblea dei soci di Acqualatina, a costruire una linea comune di dialogo. Linea che, sono certa, porterà alla più ampia condivisione di ogni strategia da intraprendere sul futuro del servizio idrico e quindi dello stesso gestore sia sul piano degli assetti societari che gestionale,con l'intento primario di garantire trasparenza e di gravare il meno possibile sulle tasche dei contribuenti con costi e tariffe davvero sostenibili. Questi i temi che ritengo essenziali, anche nella veste di sindaco, e che saranno oggetto del mio personale contributo nel corso degli incontri che precedono l'assemblea dei sindaci e quella di Acqualatina".



Latina, 28 giugno 2016


 Ufficio Stampa Provincia di Latina http://www.provincia.latina.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13069

Latina Borgo San Michele SP Segheria Migliara 43 chiusa al traffico il 4 luglio

IL 4 LUGLIO DALLE 8,00 ALLE 18,00 RIMANE CHIUSA AL TRAFFICO PER LAVORI LA S.P. SEGHERIA, DAL KM. 0+000 AL KM. 2+000

Il Settore Viabilità della Provincia di Latina, a seguito del sinistro per il quale è rimasta incidentata la ringhiera del ponte posto al Km. 1+700 circa, lato destro, della S.P. Segheria, con Ordinanza n. 15 del 28.06.2016  ha disposto che, per l'esecuzione dei lavori di ripristino, la S.P. Segheria venga temporaneamente chiusa al traffico veicolare dal Km. 0+000 al Km. 2+000, fatta eccezione per i residenti e per i mezzi di soccorso, dalle ore 8,00 alle ore 18,00 del  04 Luglio 2016.
L'Ordinanza verrà resa nota al pubblico mediante l'apposizione della segnaletica prescritta a cura della ditta esecutrice dei lavori.


Scarica l'Ordinanza n. 15 del 28 giugno 2016 http://www.provincia.latina.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13070

“Prof morti da amianto”. La scuola in tribunale Firenze istituto da Vinci - Petrolio Tempa Rossa Gli operai italiani bloccano i romeni davanti alla Total



FLOP Merkel ferma il salvataggio, seggio a metà con l’Olanda, zero aiuti sugli sbarchi Banche, Onu e migranti Renzi prende tre sberle Con il referendum di ottobre sempre più incerto, ripartono i traffici sull’Italicum 
Il governo tratta con la Commissione per sospendere le regole su aiuti di Stato e bail-in. La Cancelliera dice no: “Non si possono cambiar le norme ogni 2 anni”
Dopo mesi di manovre, l’Italia perde una battaglia che sembrava vinta: quella per un posto non permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Nessuna risposta dal Consiglio europeo sull’immi - grazione. Il dossier va alla commissaria Federica Mogherini che, da italiana, non può favorire il suo Paese
A settembre alla Camera si discuterà di nuovo di legge elettorale, con una mozione di Sinistra Italiana. Il Pd spera di cambiarla per bloccare M5S
Le istituzioni europee spaccate su come gestire la scissione di Londra. Boris Johnson insultato da Corbyn, Cameron e dai fratelli. E la chiamavano Un ione
Contro Descalzi Siracusa, il complotto per silurare il manager Eni, il dossier-clone che ha fatto nascere l’inchiesta dei pm
 ISTANBUL I 41 morti all’aeropor to Il governo turco incapace di fermare i kamikaze Tre settimane fa i Servizi di Ankara avevano avvertito di un possibile attacco allo scalo internazionale Sempre più probabile che il commando fosse dell’Isi s
Total, cantieri bloccati Contratti al ribasso per gli stranieri Gheorghe, Mimmo e la lotta tra i disperati di Tempa Rossa
SOTTOSEGRETARIO La Vicari (Ncd) e quell’inc arico al suo parente
I NOSTRI FIGLI E IL DOPPIO S TA N DA R D PER REGENI
NON È ORA DI ABOLIRE L’E SAME DI MATURITÀ?
L’I N C H I E S TA Il nipote del celebre fisico scomparso e una storia di famiglia SULLE TRACCE DI MAJORANA, MIO ZIO Pubblichiamo la prefazione di “La seconda vita di Ettore Maj oran a” (Ch iarel ette re) in libreria da domani » SALVATORE MAJORANA È vero, condivido il cognome e ho potuto godere di molti aspetti della vita di quella grande famiglia in cui lo stesso Ettore era cresciuto. E questo me lo fa sentire vicino. Ma l’e ccezionale grandezza dello scienziato è un patrimonio che va ben al di là della nostra famiglia: il suo lavoro è patrimonio di tutti, non sempre facile da comprendere e spesso troppo trascurato di fronte all’i ntrigante evoluzione della sua stessa vita. Eppure è un patrimonio vivo, che anima comunità di ricercatori e dimostra ogni giorno di più la profondità di visione di questo grande uomo.
BENI IN AFFITTO Il riccone Usa fa festa nel castello di Federico II
tratto da www.ilfattoquotidiano.it

tra Gaeta e Ponza velisti ciociari avvistano un'orca al largo delle isole. Latina i buchi neri il lungo elenco di errori sul cimitero. Terracina pronta la giunta di Procaccini? Camera di commercio tutto pronto per il dopo Zottola. Aprilia scacco al custode della droga. Sabaudia processo per 3 per certificati falsi per non lavorare



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Incendio al reparto ostetricia all'ospedale Santa Maria Goretti paura e disagi per i neonati. Latina per il neo sindaco Coletta il toto giunta tra nuovismo e revival, le indiscrezioni dopo Roberto Lessio all'ambiente e Chiappini allo sport. Aprilia la città della droga, trovati 15 chili di hashish, cocaina e marijuana. Drogato al volante della mini sbanda, abbatte il guard rail e la Pontina va in tilt per ore. Poi come sempre liti ed aggressioni



IL GIORNALE DI LATINA
EDIZIONE DEL 30 GIUGNO
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mercoledì 29 giugno 2016

“Banche, Onu e migranti: Renzi prende tre sberle” dalla Merkel e dall'Europa, su Il fatto quotidiano del 30 giugno 2016

BANCHE, ONU E MIGRANTI: RENZI PRENDE TRE SBERLE
Merkel ferma il salvataggio, seggio a metà con l’Olanda, zero aiuti sugli sbarchi. Di Carlo Di Foggia e Giampiero Gramaglia
QUESTI PAGLIACCI – L’editoriale di Marco Travaglio
Il 4 maggio 2015 l’Italicum veniva approvato definitivamente alla Camera, imposto dal premier e dai suoi giannizzeri a un Pd e a un Parlamento riottoso, con tre voti di fiducia. Due giorni dopo, il prode Mattarella lo promulgava con la sua augusta firma. E subito dopo la nuova legge elettorale per la Camera (per il Senato, se passa la controriforma costituzionale, non votiamo più) veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
L’ANALISI – ISOLATA O INTEGRATA: IL NEGOZIATO INCERTO SUL PAESE FUORI DALL’UE
Mercato unico: il punto più delicato è quali barriere ci saranno all’esportazione di beni e servizi. Di Stefano Feltri
CAMERON FA CONTENTI ANCHE I LABURISTI: “CORBYN VATTENE”
Primo scontro in Parlamento dopo il referendum tra il premier dimissionario e il leader socialdemocratico in bilico. Di Caterina Soffici
I FANTASMI DELL’ISIS A ISTANBUL E QUELL’ALLARME INASCOLTATO
Tre settimane fa i servizi avvertirono il governo di un possibile attacco all’aeroporto. La pista più seguita è quella della vendetta dei jihadisti. Di Marco Barbonaglia
L’ITALICUM NON È PIÙ IMMUTABILE: SE NE RIPARLA A SETTEMBRE
Dopo l’estate si parte con una mozione di Sì: sarà bocciata, ma il cantiere è aperto pure nella maggioranza e dentro al Pd. Di Wanda Marra
L’INTERVISTA – PAOLO PRODI: “LA RIFORMA È UN BITORZOLO CHE CRESCE SULLA COSTITUZIONE”
Il professore contro la legge di revisione Renzi-Boschi: “E’ assolutamente incomprensibile come i bugiardini delle medicine”.Di Silvia Truzzi
IL COMPLOTTO ENI SVELATO AI PM DAL “DOPPIO DOSSIER”
Così è nata l’inchiesta della procura siciliana sul tentativo anti-Descalzi. Di Antonio Massari
ITALIA INDIPENDENT: IN BORSA LAPO NON VA PIÙ DI MODA
Quotata col botto nel 2013, la società degli occhiali in carbonio dell’ex enfant terrible di casa Agnelli è in difficoltà: le vendite calano e in un anno ha perso il 79% degli affari. Di Salvatore Graziano
VICARI E LE CONSEGUENZE: ORA TOCCA AL PATRIGNO
Palermo, incarico dall’Autorità portuale per il parente della sottosegreteria. Di Marco Franchi
ABUSI SU 5 MINORI, CONDANNATO IL SACERDOTE DI CL
Quattro anni e 9 mesi (con lo sconto) a don Inzoli, vicino a Formigoni. Il Vaticano non ha collaborato. Di Davide Milosa
LA (NON PIÙ) MISTERIOSA SCOMPARSA DI MAJORANA
Un’enigma forse risolto definitivamente. Di Salvatore Majorana
CALCIO, UNA RELIGIONE DI PALLONI GONFIATI E CIRCONFERENZE CELESTI
L’antropologo Marc Augé e i riti collettivi di una fede chiamata football: una liturgia che dà una risposta immediata agli interrogativi del futuro (in 90 minuti). Di Vins Gallico
LA VAMPIRA IN CHADOR SULLO SKATE. METTI UN’IRANIANA A BAD CITY
L’esordio della regista Ana Lily Amirpour: un tributo ai maestri della sua infanzia, un “già visto” trasformato in qualcosa di nuovo.Di Federico Pontiggia
DA SARAJEVO A GAZA, IL DOLORE DELLA GUERRA NELLA FISICITÀ DEL CORPO
Il nuovo spettacolo di Virgilio Sieni: undici coreografie per altrettanti scenari di barbarie: “Porto sul palco il senso del tragico attraverso il paradosso della bellezza”. Di Angelo Molica Franco di  | 29 giugno 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/29/in-edicola-sul-fatto-quotidiano-del-30-giugno-banche-onu-e-migranti-renzi-prende-tre-sberle/2871157/

Strage di Viareggio, i treni con merci pericolose? A 90 orari senza studi di valutazione del rischio: non c’è obbligo

La rete ferroviaria è esclusa dalla normativa Seveso e non è considerata "stabilimento a rischio di incidente rilevante". Colpa dell'Ue, ma anche delle istituzioni italiane. Ferrovie: "Un piano nostro c'è e il treno della tragedia del 2009 lo rispettò"
In Italia i treni trasportano merci pericolose fino a 90 chilometri orari in mezzo ai centri abitati senza l’obbligo di unavalutazione del rischio per la popolazione. La rete ferroviaria, infatti, è esclusa dalla normativa “Seveso”(l’ultima direttiva Ue è stata recepita nel 2015) e non è considerata “Stabilimento a rischio di incidente rilevante”. Le prescrizioni di sicurezza riguardano principalmente le caratteristiche dei carri cisterna e l’obbligo di analisi del rischio si limita al carico e scarico – che avviene quasi esclusivamente all’interno degli stabilimenti – e al trasporto intorno ai poli chimici. Nessuna valutazione del rischio è richiesta per le tratte lunghetra porti, depositi e stabilimenti, quando le cisterne passano anche a 90 orari in mezzo alle città. Così com’è successo nel caso dellastrage di Viareggio: il treno che provocò la morte di 32 personeil 29 giugno 2009 era partito da Trecate, in Piemonte, e era diretto a Gricignano, in Campania.
Eppure il modo di valutare il rischio per gli abitanti c’è e prende in considerazione il rapporto tra la pericolosità della merce,l’intensità del traffico, le caratteristiche della linea ferroviaria e dei convogli, le condizioni meteo e la popolazione esposta. Sono metodi “consolidati e standardizzati” ricorda Sarah Bonvicini, ricercatrice dell’Università di Bologna. Noti da decenni agli studiosi che si occupano di incidenti rilevanti, ma ignorati dalla legge. “La direttiva europea – spiega – non considera come sorgente di rischio il trasporto ferroviario. Questo fatto è incomprensibile perché, se il gpl è stoccato in un serbatoio all’interno di un deposito, è considerato come una potenziale causa di incidente rilevante. Se viaggia all’interno di una ferro-cisterna, no. In passato sono stati effettuati studi di rischio per qualche scalo e anche per alcune tratte ferroviarie; ma si tratta di valutazioni eseguite a titolo volontario, non come adempimento a un preciso obbligo di legge”.
Quante cisterne cariche di sostanze infiammabili o tossichecircolano in Italia? “Questi dati sono nella disponibilità del gestore del trasporto ferroviario” dice Bonvicini. Ma i sindaci possono farseli dare, per il territorio che gli compete. Potrebbero persino, con un’ordinanza, stabilire “la non attraversabilità dei propri comuni” o “imporre condizioni restrittive” al passaggio delle merci pericolose, una “possibilità ancora poco sperimentata nel nostro Paese”, si legge in un documento della Città Metropolitana di Milano.
Ferrovie dello Stato e i suoi gruppi (come Trenitalia Cargo, responsabile del trasporto merci, e Rete Ferroviaria Italiana, dell’infrastruttura) hanno effettuato una valutazione del rischio per i centri abitati attraversati da ferro-cisterne cariche di merci pericolose? E’ possibile conoscerne i risultati? Ilfatto.it lo ha chiesto a Ferrovie, che però ha mandato solo una nota. “Nei primi anni 2000 – fa sapere l’azienda – i vertici delle Ferrovie dello Stato hanno incaricato le università di Bologna, di Roma (La Sapienza) e di Milano (Politecnico) di elaborare uno studio finalizzato ad approfondire tematiche connesse al rischio di esercizio del trasporto di merci pericolose. In tale contesto è stato anche valutato il rapporto fra itinerario dei convogli e rischio ambientale, elaborando un indice di pericolosità per tratte, connesso anche alla tipologia delle sostanze trasportate. Il risultato di tali studi è stato sintetizzato nel 2004 in un documento denominato Piano Operativo Merci Pericolose, le cui linee programmatiche sono state poi recepite”. Ilfatto.it ha chiesto di vedere questo piano operativo, ma il gruppo non ha risposto. Quanto a Viareggio, spiega Ferrovie, “nel caso del tragitto Trecate-Gricignano, il percorso assegnato al treno coinvolto nel disastro ferroviario di Viareggio era individuato come quello con minore indice di rischio secondo i criteri dello studio”. di  | 29 giugno 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/29/strage-di-viareggio-i-treni-con-merci-pericolose-a-90-orari-senza-studi-di-valutazione-del-rischio-non-ce-obbligo/2864078/

il consiglio regionale del Lazio approva (in parte) mozione del M5S per moratoria centrali a biomasse inquinanti e dannose per agricoltura di qualità

 http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/news_dettaglio.php?vms=&vmf=&id=2167&tblId=NEWS
Con la seconda mozione (n. 142), votata per parti separate, il Consiglio regionale ha impegnato la giunta affinché la programmazione degli impianti a digestione anaerobica di biomassa nel Lazio avvenga all'interno di un piano energetico regionale. Dovranno inoltre essere esonerate dalla realizzazione di questo tipo di impianti le aree con produzioni certificare (Doc, Docg, Dop, Igt, Igp eccetera), come avvenuto in Emilia Romagna per la filiera del parmigiano reggiano, in base al principio di precauzione. Bocciata, invece, la proposta formulata nella versione originale della mozione di stop a tutte le autorizzazioni in corso per impianti che prevedano in ingresso la frazione organica del rifiuto solido urbano. Respinta anche l'iniziativa di rendere obbligatoria la valutazione di impatto ambientale (Via), escludendola dal principio di assoggettabilità di responsabilità regionale, per gli impianti da fonti rinnovabili di potenza nominale complessiva superiore ai 0,25 MW.