giovedì 28 aprile 2016

amianto militari, senato interrogazione sulla presenza del materiale cancerogeno nelle caserme e strutture militari e sulle malattie dei militari

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=971358

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05715


Atto n. 4-05715

Pubblicato il 27 aprile 2016, nella seduta n. 616

LUCIDI , PUGLIA , LEZZI , SERRA , CAPPELLETTI , PAGLINI , CASTALDI , BERTOROTTA , GIROTTO , MORONESE , TAVERNA , SANTANGELO - Ai Ministri della difesa, del lavoro e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze e della salute. -
Premesso che:
ad oggi, l'Osservatorio nazionale sull'amianto (ONA onlus) e l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) riconoscono come malattie professionali, ai fini della liquidazione della rendita e delle maggiorazioni contributive per il prepensionamento, secondo il decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965 e successive modificazioni, le seguenti patologie causate dall'esposizione da asbesto: a) placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda; b) mesotelioma pleurico; c) mesotelioma pericardico; d) mesotelioma peritoneale; e) mesotelioma della tunica vaginale del testicolo; f) carcinoma polmonare; g) asbestosi; h) fibrosi polmonare; i) cancro della laringe (definita l'eziologia asbestosica nel 2009); l) cancro dell'ovaio (definita l'eziologia asbestosica nel 2009);
in materia, e precisamente sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l'amianto esistente, è intervenuta già più volte anche l'Unione europea, tra l'altro con la risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2013, 2012/2065(INI), esortando gli Stati membri a cooperare per un'attuazione efficace e incontrastata della normativa europea in materia di amianto e ad intensificare le ispezioni ufficiali, invitando gli Stati membri a portare avanti la progressiva eliminazione dell'amianto nel minor tempo possibile;
considerato che:
in Italia i dati concernenti le quantità, le bonifiche, le malattie connesse all'amianto risultano assumere una particolare gravità, dal secondo dopoguerra fino al 1992, anno di approvazione della legge n. 257 del 1992 la quale vieta l'utilizzo del materiale. Infatti, l'Italia è stata uno dei maggiori produttori ed utilizzatori di questo minerale in Europa, con la conseguenza che ancora vi sono circa 32 milioni di tonnellate di amianto in svariate forme;
la produzione e l'utilizzo improprio del prodotto assieme all'incompleta e difficoltosa bonifica concomitante ad un insufficiente controllo degli enti preposti hanno come risultato dati a giudizio degli interroganti sconcertanti: circa 3.000 i decessi legati all'amianto ogni anno, oltre 34.000 i siti inquinati, circa 16.000 casi accertati di mesoteliomi maligni. Inoltre, secondo un dossierredatto dall'INAIL, i tempi necessari per bonificare la maggior parte dei luoghi contaminati, ai ritmi di smaltimento odierni, sarà di circa 85 anni;
considerato inoltre che:
a giudizio degli interroganti, il sistema sanitario e di prevenzione sociale non appare essere adeguatamente pronto in rapporto all'elevato numero di cittadini colpiti da malattie legate all'amianto; inoltre, considerando che gli effetti negativi della sostanza impiegano dai 20 ai 40 anni per manifestarsi, vi è un alto rischio che i dati descritti aumentino ulteriormente ed esponenzialmente, andando a gravare su un sistema di prevenzione che solo sino al 2013 ha ricevuto quasi 500.000 richieste di indennizzo a lavoratori;
fra le categorie di lavoratori coinvolti, oltre a chi ha lavorato direttamente nella produzione del materiale, spiccano incredibilmente centinaia di militari e personale delle forze dell'ordine affetti da patologie legate al contatto prolungato; le motivazioni sono da riscontrarsi in due principali situazioni di contatto con l'amianto: 1) da svariate testate giornalistiche prima, e da fonti ministeriali poi, nel corso degli ultimi anni, si apprende che molti militari sono stati esposti a fibre di amianto le quali fanno parte di componentistiche di mezzi in dotazione, quali elicotteri, navi o mezzi pesanti, ma altresì in luoghi di lavoro come le caserme, o strutture di frequente fruizione da parte dei militari, come le stesse camerate; 2) uno dei principali motivi dell'esposizione all'amianto del personale militare è stato il loro impiego in ambienti ad alta concentrazione del minerale;
secondo il Ministero della difesa, come dichiarato dal ministro Pinotti rispondendo ad una interrogazione presentata alla Camera nel mese di ottobre 2015, tra il gennaio 1996 e il primo quadrimestre 2015 risultano 405 casi di "malattia asbesto correlati" con 211 decessi nello stesso periodo, in particolare: 45 decessi in Aeronautica, 50 nei Carabinieri, 39 nell'Esercito e 77 nella Marina militare;
al 30 aprile 2015, risultano essere state presentate 602 istanze dal personale militare (o dai loro superstiti) che, ammalatosi per le patologie legate all'asbesto, ha fatto domanda di equiparazione alle vittime del dovere; di queste, 243 sono state definite con esito positivo, 256 sono in fase di istruttoria e 103 respinte;
considerato altresì che il procedimento per il riconoscimento delle infermità come dipendenti da causa di servizio e riconducibili alle particolari condizioni ambientali od operative, al personale, ovvero ai loro superstiti, secondo quanto previsto dall'art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, prevede che siano corrisposte le seguenti, principali, provvidenze: a) la speciale elargizione di 2.000 euro, per punto percentuale di invalidità, soggetta a rivalutazione, in favore degli ammalati; b) la speciale elargizione di 200.000 euro, soggetta a rivalutazione automatica, per i superstiti aventi diritto; c) lo speciale assegno vitalizio di circa 1.033 euro mensili soggetto a perequazione automatica; d) un ulteriore assegno vitalizio di circa 250 euro mensili, soggetto a perequazione automatica; e) due annualità di pensione, comprensive di tredicesima mensilità, a favore dei familiari superstiti aventi diritto alla pensione di reversibilità;
considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:
sussistono casi come quello del signor A.D.C., finanziere in congedo, ora coordinatore dell'ONA (Esposti e vittime amianto dei militari appartenenti alla Guardia di finanza), affetto da asbestosi pleurica con accentuazione della trama diffusa ed altri importanti patologie, per le quali è stato riformato in data 8 gennaio 2014;
egli è stato esposto all'amianto per un periodo ultradecennale nell'ambito del suo servizio (dal 1992 al 2004), rispettivamente presso lo zuccherificio Eridania di Bondeno (Ferrara), presso l'ex brigata della Guardia di finanza di Prosecco (Trieste), il valico ferroviario internazionale di 1 categoria di Villa Opicina (Trieste), e prima del collocamento in congedo assoluto, nonostante la sussistenza di un precedente trasferimento "definitivo" concesso "a domanda" (in data 5 giugno 2006), nell'ambito delle "situazioni straordinarie" connotate da ragioni di salute "gravi", e malgrado il sensibile peggioramento del suo stato di salute, in data 30 agosto 2012, gli viene notificato un trasferimento d'autorità presso la brigata di Sabaudia (Latina), perché assegnato all'impiego di servizio operativo in una caserma con una tettoia in amianto a pochi metri dagli uffici, così da subire l'ennesima esposizione al fattore cancerogeno;
infatti, la brigata della Guardia di finanza di Sabaudia, è risultata essere una delle 111 caserme del Corpo con presenza di amianto le cui bonifiche sarebbero iniziate oltre 20 anni dopo l'entrata in vigore della legge n. 257 del 1992;
al signor D.C., ad oggi, non risulta ancora riconosciuta la dipendenza da causa di servizio e lo status di vittima del dovere, requisiti indispensabili per godere dei benefici previsti dalla legge, nonostante la cospicua documentazione della sua attività, e i luoghi nei quali ha prestato servizio;
in data 10 luglio 2013, il signor D.C. deposita una domanda di riconoscimento di vittima del dovere, per la quale ancora oggi è in attesa di risposta; inoltre, risulta che la commissione speciale vittime del terrorismo e della criminalità organizzata del Ministero della difesa ha assegnato all'interessato un punteggio di invalidità pari al 5 per cento, dato che però risulta in netto contrasto con il punteggio conferito in sede di riforma, ovvero con la IV categoria tabella A, corrispondente ad un'invalidità tabella INAIL del 60-70 per cento, solo per le patologie ivi descritte, e non per tutte le patologie contratte nei vari uffici dal 1992 al 2014;
infine, sulla questione della definizione di vittima del dovere risulta essersi espresso anche il Consiglio di Stato, Sezione Terza, nell'adunanza del 4 maggio 2010, n. 01693/2010, il quale ha sancito l'applicabilità delle norme di cui all'articolo 1, comma 564, della legge n. 266 del 2005, nei casi di insorgenza di patologie asbesto correlate, le cui vittime sono equiparate alle "vittime del dovere";
considerato infine che, a quanto risulta agli interroganti:
il signor A.D C., in data 27 luglio 2015, ha reso note le suddette circostanze alla commissione medica ospedaliera speciale vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, inviando una missiva estremamente dettagliata, nella quale ripercorre tutta la vicenda lavorativa, sanitaria e giuridica che lo ha visto protagonista;
in data 29 febbraio 2016, ha inviato una lettera al comandante generale della Guardia di finanza, generale Saverio Capolupo, per rendere nota la situazione, qualora quest'ultimo intendesse prendere le iniziative ritenute opportune,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, non intendano verificare con sollecitudine che non sussistano altre situazioni di analoga criticità ed emergenza come quella segnalata, e quali siano le iniziative che intendano mettere in atto per la tutela del personale dello Stato;
quanti siano ad oggi i militari, di ogni ordine e grado, interessati da patologie legate alla contaminazione di amianto, e quanti di questi abbiano ricevuto alla richiesta di equiparazione a vittima del dovere un esito positivo, quanti siano in attesa di risposta, e per quanti sia stata rigettata la richiesta;
quali e quante siano le caserme nelle quali sia stata individuata presenza di amianto, dal 1992 ad oggi, e per quali sia stata predisposta o effettuata la bonifica, anche se dismesse o cedute, e se non ritengano opportuno predisporre una verifica preventiva dello stato di salute di tutti i militari che hanno prestato servizio all'interno di queste strutture, includendo altresì i militari che hanno usufruito di mezzi forniti dallo Stato nei quali è stata accertata la presenza di amianto;
quali e quanti siano i mezzi e gli accessori militari, di ogni tipologia, nei quali sia stata accertata la presenza di amianto, e se ritengano sufficienti i controlli svolti sino ad oggi per la sicurezza di tutto il personale;
se non reputino opportuno, nell'ambito delle proprie attribuzioni, predisporre procedure maggiormente celeri di verifica dell'invalidità causata da amianto anche a luce della gravità delle patologie causate, le quali debilitano i diretti interessati in tempi brevi;
se siano a conoscenza della vicenda del signor D.C., come considerino l'iter medico, sanitario e lavorativo di quest'ultimo, anche alla luce della missiva inviata in data 27 luglio 2015 destinata alla commissione medica ospedaliera speciale vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, nella quale lo stesso espone e documenta la sua vicenda, e se ritengano che sia congruo il riconoscimento dei suoi diritti, nonostante sia stato congedato per motivi di salute e sia stato riconosciuto affetto da asbestosi.

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