domenica 28 febbraio 2016

Subappalto libero, il regalo di Renzi ai costruttori amici In extremisMano libera agli appaltatori della Pa. Così le imprese potranno continuare a far salire i costi. C’è lo zampino di Verdini

La manina sulla bozza Mentre si trattava sulla Cirinnà, il regalo all’Ance Meno vincoli alla qualità e alle aziende innovative
 Cosa salta  A P PA LT I Non c’è più l’obbligo di non superare il 30% di lavori in subappalto per chi vince una gara pubblica  IMPRESE I N N OVAT I V E Gli appaltatori p o t ra n n o evitare di ricorrere alle i m p re s e “super specialistiche”, le più innovative, in grado di e s e g u i re lavori specifici (tipo gli ospedali)  IL SOA Non servirà più il bollino di qualità per i lavori sopra i 150mila euro, ma solo per quelli sopra il milione
» DANIELE MARTINI S ubappalto libero per tutti. La riforma del codice degli appalti di cui si parla da più di un anno e che il governo sta varando contiene una novità sorprendente, un mostriciattolo capace di fare danni nel l’ambito delle costruzioni delle opere pubbliche, uno sgorbio contrabbandato come libertà. Libertà concessa alle imprese generali di costruzioni di accaparrarsi gli appalti e di passare tutti i lavori a ditte minori, senza limiti e con assoluta discrezionalità. Per le opere pubbliche è una svolta che lascerà il segno: c’è da aspettarsi un peggioramento della qualità dei manufatti. Per tante ragioni. Già ora le imprese generali usano il subappalto e spesso ne abusano, ma con un limite: non possono, per legge, superare la soglia del 30 per cento del totale. È FACILEprevedere che cosa succederà in futuro: cancellato ogni limite, le aziende saranno incoraggiate ad avventurarsi in una specie di mutazione genetica, avendo tutto l’interesse a trasformarsi in agenzie di subappalto, riducendo ai minimi termini operai e dipendenti diretti e arruolando invece una schiera di “manager delle relazioni”, lobbisti capaci di acciuffare i lavori facendosi ascoltare con gli argomenti giusti dalla politica, cioè dai committenti delle opere. E lasciando fisicamente sui cantieri le ditte vassalle, scelte ovviamente con il criterio del massimo risparmio, tra quelle co

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