tra parentesi la data di scrittura, gli articoli sono stati pubblicati il sabato successivo su Il settimanale di Latina
Pontinia e le consultazione referendarie 3. parte (1999 -2005)
(16 febbraio 2011)
La consultazione referendaria potrebbe
essere posticipata alla primavera del 2012 solo nel caso di elezioni
anticipate, con lo scioglimento delle camere che deve avvenire entro
il 15 giugno. Secondo chi scrive è improbabile ma di certo, in
questi mesi ci saranno avvenimenti eclatanti considerato che la posta
per il presidente del consiglio è sempre più alta e rischiosa.
Tornando ai referendum dopo le 2 puntate precedenti (fino al 1997)
passiamo ad analizzare l’andamento nel periodo fino al 2005
compreso. A livello nazionale nessun quesito sarà valido non avendo
raggiunto il quorum. Il 18 aprile 1999 il quesito referendario era
l’abolizione della quota proporzionale, il referendum non è
risultato valido in quanto in Italia hanno votato il 49,60%, mentre a
Pontinia i votanti sono stati il 53,75%, sì 90 (in Italia 91,5%),
no 5,78 (oltre alle schede bianche). Il 21 maggio 2000 diversi
quesiti, nessuno raggiunge il quorum, con la percentuale nazionale
dei votanti di circa il 32% per i vari referendum. A Pontinia invece
la percentuale è ancora più bassa: abrogazione spese consultazioni
elettorali (finanziamento partiti) (v. 25,39%, sì 75,29, no 24,71),
abolizione voto lista attribuzione metodo proporzionale camera
deputati (v. 25,44, sì 82,03 no 17,97), abrogazione sistema
elettorale componenti magistrati liste contrapposte (v. 23,24%, sì
73,24 no 26,76), ordinamento giudiziario (v. 23,24% sì 74,94 no
25,06), incarichi extragiudiziari magistrati (v. 25,33%, sì 76,82 no
23,18), licenziamenti abrogazione norme reintegrazione posto di
lavoro (v. 25,42% sì 42,35 no 57,65), abolizione trattenute
sindacali (v. 25,36% sì 67,90 no 32,10). Quindi il voto influenzato
dai partiti e dai sindacati, a Pontinia sono contenti di pagare le
spese elettorali della casta politica. Anche il 15 e 16 giugno 2003 i
referendum non ottengono il quorum, con la media di nazionale di
circa il 25,5%, a Pontinia il quesito per la reintegrazione dei
lavoratori illegittimamente licenziati (v. 18,73%, sì 85, no 15), e
quello per servitù coattiva di elettrodotto (18,75% v., sì 84, no
16) ottengono risultati ancora peggiore che a livello nazionale. Non
interessa la difesa dei diritti dei lavoratori, viva gli
imprenditori. Allo stesso modo non interessa la tutela
dall’inquinamento elettromagnetico né della proprietà dalle
servitù di elettrodotto. Questo spiega anche le scelte sbagliate in
termini di progetto incompatibili con il territorio. Ancora una volta
si dimostra la scarsa sensibilità sociale, di difesa del posto di
lavoro, dell’ambiente e della salute. Tutti bocciati i referendum
del 12 giugno 2005 sulla fecondazione assistita e i quesiti, con la
percentuale nazionale del 25,5% di votanti. A Pontinia le
percentuali, ancora una volta più bassa: limite alla ricerca clinica
e sperimentale sugli embrioni (v. 15,38%, sì 84,66, 15,34 no), norme
sui limiti di accesso (15,40% v., sì 86,72, no 13,28), norme sulla
finalità, diritti soggetti (v. 15,38%, sì 85,11, no 14,89), divieto
di fecondazione eterologa (v. 15,38%, sì 77,59, no 22,41).
Pontinia e le consultazioni referendarie 2. parte (1990 – 1997)
Considerato
che il 15 e 16 maggio si terrà il primo (per i comuni con oltre 15
mila abitanti, per quelli al di sotto come Pontinia è un unico
turno) delle elezioni amministrative per il rinnovo dei consigli
comunali. Il 2. turno dopo 15 giorni. E’ probabile, quindi, che
saremo chiamati a votare per i quesiti referendari il 12 giugno.
Difatti il governo cercherà, ancora una volta, di stancare gli
elettori, già fin troppo disgustati dai governanti, sperando nella
giornata di sole e di inizio vacanze scolastiche per non far arrivare
al quorum del 50% per la validità dei referendum. Difatti i sondaggi
danno vincenti i diritti civili e sociali contro la selvaggia
speculazione sull’acqua e le energie naturali e rinnovabili contro
i danni certi delle centrali nucleari e dei depositi di scorie. Ma è
una questione economica. Qual è quel furbo che accetta l’aumento
ingiustificato (del 7% annuo) della bolletta dell’acqua? La stessa
agenzia nucleare ammette poi il costo superiore dell’energia
atomica rispetto alle rinnovabili. Passiamo alla 2. parte della
storia dei quesiti referendari, analizzando i dati dei voti e
dell’affluenza nel comune di Pontinia (dove si sta costituendo il
comitato referendario). Il 3 giugno 1990 i quesiti erano sulla
disciplina della caccia (26,34% v, sì 89,23, no 10,76), accesso dei
cacciatori ai fondi privati (v. 26,33%, sì 90,94, la più
alta percentuale di voti a favore del quesito referendario di sempre,
no 9,06), uso dei pesticidi (v. 26,38%, sì 88,28, no 11,71). Il
quorum non venne raggiunto (circa il 43% in Italia) a Pontinia il
partito fortissimo dei cacciatori era rinforzati da quello dei
pesticidi per l’agricoltura. Il 18 aprile 1993 i quesiti: unità
sanitarie locali (v. 79,63, sì 78,51, no 21,49), stupefacenti
(79,62% v., sì 55,27 no 44,73), finanziamento pubblico dei partiti
(v. 79,62%, sì 83,65, no 16,35), casse di risparmio e monte di pietà
(v. 79,63%, sì 81,93, no 18,04), soppressione ministero
partecipazioni statali (v. 79,61%, sì 82,66, no 17,34), elezioni
senato (v. 79,63, sì 77,51, no 22,49), competenze ministero
agricoltura (v. 79,60, sì 56,88, no 43,12), soppressione ministero
turismo (v. 79,60, sì 72,36, no 27,64). Raggiunto il quorum a
livello nazionale (circa il 77% dei votanti) e a Pontinia superata la
media nazionale. Tutti i referendum approvati, a Pontinia in forte
controtendenza il partito in difesa del ministero dell’agricoltura
che è stato il grande serbatoio della DC. Il 15 giugno 1997 si è
votato sui quesiti: privatizzazione (votanti 32,18%, favorevoli
70,94, contrari 29,06), caccia (v. 32,13%, sì 75,85, no 24,15),
carriere dei magistrati (v. 32,16%, sì 78,60, no 21,40), ordine dei
giornalisti (v. 32,13%, sì 63,72, no 36,28), incarichi
extragiudiziali dei magistrati (32,17% v., sì 79,38, no 20,62),
ministero delle politiche agricole (v. 32,12%, sì 59,35, no 40,65).
Il quorum non viene raggiunto (circa il 30% il dato nazionale),
quindi a Pontinia la media è stata superiore.
Storia dei referendum
1. parte 2 febbraio 2011
Nella
prossima primavera, se non ci saranno le elezioni anticipate
dovrebbero svolgersi 2 referendum per il ritorno alla gestione
pubblica dell’acqua e per impedire gli aumenti della tariffa idrica
senza giustificato motivo, 1 contro il nucleare e, se la Corte
Costituzionale lo riterrà ammissibile dopo la bocciatura del lodo
Alfano, sul legittimo impedimento. Analizziamo le precedenti
consultazioni referendarie con i dati relativi al comune di Pontinia
sulla partecipazione e sul gradimento dei quesiti. Come si noterà la
percentuale dei votanti è alta fino al 1987 (tra gli altri con i 3
quesiti sul nucleare) per poi scendere anche al di sotto del quorum,
rispecchiando la tendenza a livello nazionale. E’ noto che i
conservatori, contrari ai quesiti referendari, spesso fanno una
campagna in favore dell’astensione. Oppure il governo indica una
data in modo da far diminuire la partecipazione, spostandola da altre
consultazioni. In questo modo, ovviamente, aumentano le spese e i
disagi. Molto sentiti gli argomenti sull’agricoltura, sempre in
difesa dell’uso dei pesticidi, del ministero rispecchiando il forte
consenso politico e associativo da parte della Col diretti e della
relativa componente democristiana (a livello nazionale e locale).
Consenso che ha seguito il tracollo dell’agricoltura proprio a
causa dei suoi rappresentanti, con i problemi della mucca pazza e di
inquinamento dovuto all’uso dei pesticidi. Forte anche la
componente favorevole alla caccia, con la più bassa percentuale di
votanti della provincia dopo Ponza. Sia in tema di centrali nucleari
che di elettrodotto e conseguente inquinamento i dati sono in
controtendenza a livello nazionale. Questo spiega i progetti
incompatibili con il territorio nati da una in cultura scalfita
solamente in parte dalle forti percentuali di malattie riconducibili
al nucleare (leucemie anche infantili, mal funzionamento della
tiroide). Tornando alle consultazioni referendarie oggi analizziamo
la prima parte fino al Nel 1974 c’è stato il referendum per il
divorzio del 1974 con 93,2% di votanti (superiore alla media
nazionale del 87,70%), la più alta percentuale di affluenza di
sempre, sì 46,06 (contrari al divorzio, dato nazionale 40,7), no
53,93 (favorevoli). Il 17 maggio 1981 si è svolto il referendum con
i seguenti quesiti: ordine pubblico (v. 82,47%, sì 13,6, no 86,4),
ergastolo (v. 82,47%, sì 14,3, no 85,7), porto d’armi (v. 82,47%,
sì 11,1 no 88,9), e 2 sull’aborto (partito radicale v.
82,49% sì 11,3 no 88,7 dato naz. Sì 11,6 – movimento per la vita
v. 82,49% sì 29,8 no 70,2, dato naz. Sì 32). L’8 novembre 1987 i
quesiti abrogazione commissione inquirente (v. 69,82%, sì 78,48, no
21,51), localizzazione centrali nucleari (v. 69,82%, sì 75,62, no
24,37), abrogazione contributi enti locali per costruzione centrali
nucleari (v. 69,82%, sì 74,05, no 25,94), realizzazione da parte
dell’Enel di centrali nucleari all’estero (v. 69,83%, sì 67,62,
no 32,37). In Italia sul nucleare votanti il 65,1%, sì 80,6, 79,7 e
71,90.
Nessun commento:
Posta un commento