Quelli erano gli anni della partecipazione popolare, della cittadinanza attiva e vigile sull’inquinamento ambientale. Nel 1998 la rivolta organizzata dei genitori della scuola elementare Giacomo Leopardi di Roma arrivò alla costituzione di ‘Bambini senza Radiazioni’, un’associazione della zona di Monte Mario impegnata su più fronti (scientifico, politico, legale e sociale): dopo una serie di monitoraggi, esposti e azioni simboliche (alcune mamme si incatenarono fuori scuola per tutelare i piccoli!) riuscì a far smantellare dall’area i tralicci dell’Enelportando al sequestro dei ripetitori di Radio Maria e di quelli di telefonia mobile della Telecom.
La media più alta in Italia di incidenza di tumori e leucemie infantili nel territorio intorno a S. Maria di Galeria, spinse poi altri papà e mamme alla formazione del comitato ‘Bambini senza Onde’: dieci anni di processo penale (due sessioni di primo grado, altrettante d’appello e ben tre in Cassazione!) servirono ad arginare l’eccesso di elettrosmog prodotto dai ripetitori di Radio Vaticana. Getto pericoloso di cose. Costate le vite di uomini e donne, e di troppi bambini: “Lo Studio Marconi – terminato nel 2010 – suggerisce che vi sia stata un’associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all’emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia”. Lo dice la storia: dalle nostre parti, quando arrivano (se arrivano) le certezze, si manifestano decenni dopo la consumazione dei fatti. Col senno di poi. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/28/elettrosmog-a-roma-per-parlare-di-bambini-a-rischio-e-mamme-per-la-verita/2255956/