mercoledì 26 agosto 2015

Il governo impone 3 inceneritori vicino Castelli, litorale romano e Agro pontino

Altri inceneritori per rifiuti nel Lazio: uno nell'area dei Castelli Romani, da anni in attesa e fermato finora dalla protesta popolare organizzata, un altro a soli 30 km da quello, a Malagrotta, e un terzo poco più giù, a San Vittore del Lazio, a 80 km dal centro di Latina, vicino Cassino.
Questo il triangolo dei bruciatori d'immondizia che il governo nazionale vuole imporre, attraverso un decreto del Ministero dell'Ambiente che sarà votato dal Consiglio dei Ministri il 9 settembre, per poi passare al voto della Conferenza Stato - Regioni. Inchiesta domani sul nuovo numero (326) de il Caffè cartaceo, in distribuzione da domani, giovedì 27 agosto.
VECCHI FORNI INVECE DEL RICICLO
Questi tre nuovi impianti, a tecnologia obsoleta, si aggiungono ai 42 inceneritori operativi in tutta Italia ed ai cinque inceneritori già presenti nella nostra regione, di cui quattro attivi: due a Colleferro, due a San Vittore. Un quinto è a Malagrotta, Roma, fermato nel 2009, poi ripartì ma venne nuovamente bloccato a seguito dell'intervento della Magistratura per problemi autorizzativi e progettuali. Alcuni dipendenti mandati a casa lamentarono malfunzionamenti. Ora il governo vuole non solo rimettere in funzione questo forno, ma pretende di farcene costruire accanto un secondo.
Quello che il consorzio Co.E.Ma. (Ama, Acea e gruppo Cerroni) vuole invece fare ad Albano, al confine con Ardea e Pomezia e con Campoleone di Aprilia, è stato presentato nel 2007, ed autorizzato in modo quantomeno irrituale dall'allora presidente del Lazio Piero Marrazzo. Autorizzazione poi prorogata dalla sua successora Renata Polverini e in scadenza a novembre prossimo. Infine, il terzo altoforno per bruciare rifiuti sarebbe la terza linea accanto alle due già attive a San Vittore del Lazio.
LA RICERCA: TUMORI E RICOVERI. A DECIDERE DOVRÀ ESSERE ZINGARETTI
In tutti e tre i casi, comunque, per realizzare questi impianti e sbloccare la prima linea di Malagrotta servirà l'autorizzazione della Regione Lazio. Questi impianti, come al solito, se realizzati godranno di ingenti sussidi pubblici.
Un recente studio scientifico regionale denominato “Valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione esposta a processi di raccolta, trasformazione e smaltimento dei rifiuti urbani nella regione Lazio”, nell'ambito del programma “Eras Lazio, Epidemiologia, ambiente e salute”, ha notato impatti assai negativi di questi impianti sulla popolazione, ossia più malattie e ricoveri in ospedale. Per chi vive in prossimità degli inceneritori di Colleferro e San Vittore, "la valutazione degli effetti sulla salute [...] - dice lo studio - suggerisce un possibile effetto per alcuni esiti riproduttivi (malformazioni congenite, nascita pretermine e basso peso alla nascita) e alcune forme tumorali (laringe, polmoni, esofago, stomaco, intestino, fegato, reni, vescica e seno). [...] L’analisi della morbosità (incidenza delle malattie, ndr) associata all’inquinamento prodotto dai termovalorizzatori dopo la loro entrata in funzione ha evidenziato, per i residenti di sesso maschile nelle zone ad alta esposizione, un eccesso di ospedalizzazioni per malattie dell’apparato respiratorio (HR=1.26-I.C.=0.99;1.60) e malattie polmonari cronico ostruttive (HR=1.86-I.C.=1.04;3.33) - [...] I risultati indicano un chiaro effetto dell’esposizione all’inquinamento degli inceneritori con un incremento delle ospedalizzazioni per disturbi respiratori nel sesso maschile. È quindi opportuna una continua sorveglianza epidemiologica della popolazione residente in una delle aree a più elevata criticità ambientale del Lazio. [...].
PIÙ MALATTIE ANCHE TRA I BAMBINI
"Si è così osservato - aggiungono i ricercatori del programma Eras finanziato dalla Regione Lazio - come gli uomini residenti in aree identificate dai valori massimi di PM10 (le particelle inquinanti, ndr) emesso dagli impianti mostrino un eccesso del 31% di ospedalizzazioni per malattie dell’apparato respiratorio e del 79% per malattie polmonari cronico ostruttive (BPCO), rispetto ai residenti in aree meno esposte". Effetti negativi non solo sugli adulti, ma anche sulla salute dei piccoli: "Anche tra i bambini esposti a concentrazioni medie ed elevate di PM10 si è osservato un aumento di ricoveri per infezioni acute delle vie respiratorie (+78%)".

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