giovedì 27 agosto 2015

anatre e oche uccise dal botulino, colpa delle centrali inquinanti a biogas?



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IL TIRRENO Asl spiega la causa della moria di uccelli nei corsi d’acqua, ma chiarisce: nessun pericolo per l’uomo
Anatre e oche uccise dal botulino
di Melania Carnevali wMASSA Gli uccelli acquatici trovati morti nel Lavello e nel Fosso Brugiano sono stati uccisi dal botulino. Probabilmente anche quelli trovati nel torrente Carrione a Carrara, dove la moria non è ancora cessata e i risultati dei campionamenti non sono ancora arrivati. È quanto emerso durante la commissione Ambiente del Comune di Massa, ieri mattina, a cui ha partecipato il veterinario della Asl, Armando Tognoni (che è il responsabile dell’unità funzionale di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare). Una promessa: non c’è nessun rischio sanitario per gli uomini; «Se così fosse - chiarisce Tognoni - se ci fosse stato anche il minimo rischio per le persone, la dirigente del settore igiene pubblica e quella del settore prevenzione avrebbero sicuramente preso altri provvedimenti». Le spore del botulino infatti si trovano nel fango sul letto fiume e sono dormienti. Con la siccità e l’abbassamento del livello dell’acqua gli uccelli riescono a pescare dal fondo, mangiando quindi questi germi e diventando portatori sani di botulino. Essendo però bassi i livelli di tossina presente nel corpo, non muoiono. Quando si è scatenata quindi la moria? Quando un o più uccelli sono morti, per altre cause: le loro carcasse sono rimaste negli argini putrefacendosi e attirando le mosche, le quali hanno lascito le uova da cui sono nate le larve. Queste larve sarebbero ghiotte di carcasse e nutrendosi da loro si sarebbero imbottite di tossina. Ma le anatre, a loro volta, sono ghiotte di larve. E bastano tre o quattro larve imbottite di tossine butoliniche per uccidere un’anatra, una per uccidere un uccello più piccolo. Ed è così che è si è innescato quel meccanismo vizioso che ha portato alla moria di volatile: 32 gli esemplari trovati morti nel Lavello, 24 nel Fosso Brugiano. Molto più intensa invece la moria nel Carrione dove continuano ad apparire carcasse. Per l’uomo, dicevamo, non è pericoloso, proprio perché dovrebbe mangiare quelle stesse larve che si depositano sulle carcasse, o toccare le carcacasse, per prendere il botulino. Per maggior sicurezza è stato messo anche il divieto di accesso ai vari corsi d’acqua, «per evitare - spiega Tognoni - che i cani si avvicinino alla carcasse, ma il rischio per le persone non c’è». Come si esce da questo circolo vizioso? La soluzione più efficace sarebbe una pioggia intensa che alzi il livello dell’acqua impedendo quindi che le anatre continuino a nutrirsi dal fondale. «Un’altra soluzione potrebbe essere, anche per il futuro - continua il veterinario - la copertura per evitare che picchi il sole, il quale alza il livello di tossina nell’acqua. Oppure dragare il letto del fiume per togliere la melma piena di germi». Intanto va avanti il trattamento anti mosche e la derattizzazione. Ci vorranno probabilmente ancora diverse settimane prima che vengano rimossi i divieti di accesso ai tre torrenti e che la normalità, in quelle che fino a qualche settimana fa erano oasi felici di animali e visitatori, venga ripristinata. #carrarasiribella#nonabbandoanrelacittà #siamotutticittadini#pertornareliberi

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