mercoledì 29 luglio 2015

Energia, la grande guerra delle poltrone Il Pd vince sempre

Top manager Francesco Sperandini guida la società energetica del Tesoro, ma lasciò Acea dopo una operazione contestata dall’ex ad Gallo
 idea sembrava sensata e gira- va da mesi: accorpare due so- cietà pubbliche in declino e affidarle a un commissario, risparmiando costi e poltrone e facendo fuori qualche nemi- co politico. Al governo ragio- navano sull’ipotesi di affidare alla dirigente del ministero dello Sviluppo economico Sara Romano la Sogin, con- trollata del Tesoroche si oc- cupa di gestire l’eredità del nucleare italiano, e il Gse, il Gestore dei servizi energetici che amministra gli incentivi alle rinnovabili, in contrazio- ne di anno in anno dopo la pioggia di miliardi dell’ul ti- mo decennio. Con questa mossa Matteo Renzi si sa- rebbe liberato in un solo colpo di Nando Pasquali, storico ad del Gse considerato vicino a GianniLetta, edei duever- tici di Sogin, Fabrizio Casale (ad) e Giuseppe Zollino (presidente), nominati dall’altro Letta, Enrico, quando era premier.
E INVECE NO: a sorpresa la So- gin continua per la sua strada, in attesa del famoso deposito unico nazionale delle scorie che nessun politico vuole dav- vero, e il Gse ha un nuovo am- ministratore delegato con pie- ni poteri, alposto di Pasquali, arrivato a fine mandato. Si chiama Francesco Speran- dini, da quasi due anni era al Gse in una posizione impor- tante, direttore della divisione operativa. Sperandini ha lavo- rato quindici anni in Acea, l’en orme mu ltiu tili ty c o n t r ol l a t a dal Comune di Roma di cui è socio i mp or ta nt e l’i m pr e nd i- tore France - sco Gaetano Caltagirone. Ai tempi di Acea, Sperandini era legato al l’allora capo della finanza, quell’Andrea Mangoni, oggi nel cda di Fincantieri che è sui giornali in questi giorni per es- sere finito sotto inchiesta in
2,5 mln La perditadella municipalizzata romana nell’affare Sienergia col Comune di Perugia
NOMINE Il governo voleva affidare a un commissario il Gestore dei servizi elettrici e la Sogin (nucleare). E invece ha scelto un nuovo ad per il Gse, sempre meno utile
quantoex ad diSorgenia(in- dagato nell’inchiesta sul pre- sunto disastro ambientale di Tirreno Power, centrale che era controllata da Sorgenia). Come Mangoni, Sperandi-
ni è un manager di area Pd: in Acea lo ricordano tra gli ani- matori del circolo interno all’azienda (sì,a Roma,c’è un circolo Pd dentro l’Acea) e an- che per il congedo dalla socie- tà. Una storia ricostruita in dettaglio dal Sole 24 Ore n el novembre 2014: nel 2010 Acea eroga 2,5 milioni di prestiti a Sienergia, una joint venture costituita con il Comune di Pe- rugia (una curiosa alleanza). Con 1,7 milioni di quei due mi- lioni e mezzo, Sienergia com- pra la quota di controllo - il 51%perla precisione-diSie- nergy Project, altra società che contiene un impianto di teleriscaldamento a Perugia. Otto mesi dopo Gaia, l’azienda titolare dell’altro 49%, vende il 10 per cento di Sienergy a una terza società, la I3G per 150 mila euro.
EPPURE, se Sienergy valeva sempre uguale, I3G avrebbe dovuto pagare330 milaeuro. Quindi o era troppo alto il pri- mo prezzo, o troppo basso il secondo. La I3G, la società che sembra aver comprato a un prezzo scontato, era di Luca Di Carlo, l’am mi ni s tr at or e delegato di Sienergia quando venne proposto per la prima volta in cda l’investimento, e di sua madre Venera Musume- ci. Francesco Sperandini era anche lui nel cda di Sienergia, in rappresentanza proprio di Acea. Poi Sienergia è fallita e
non ha mai rimborsato i 2,5 milioni avuti in prestito da Ro- ma. Tutto questo è rilevante perché, secondo quanto risul- ta al Fatto Quotidiano, l’ad di Acea Paolo Gallo(succeduto aMario Staderini, al coman- do aitempi dell’azione Siner- gia) stava valutando un’azione di responsabilità nei confronti di Sperandini. Che lascia Acea nell’ottobre 2013, pochi mesi dopo la nomina di Gallo come ad. L’azione di responsabilità, per chiedere conto a Speran- dini di quella strana operazio- ne umbra e dei 2,5 milioni spa- riti, sarebbe probabilmente arrivata a compimento, ma poco più di un anno fa il sin- daco di Roma, Ignazio Mari- no, decide di licenziare Gallo. E chi arriva? Alberto Irace, perfetto per la nuova stagione renziana (in quell’epoca i rap- porti tra Campidoglio e palaz- zo Chigi erano migliori): ex ad della toscana Publiacqua, a- mico del ministro delle Rifor- me Maria ElenaBoschi, an- che leia suotempo nelcda di Publiacqua. Irace non dà se-
guito all’azione di responsabi- lità e così, senza strascichi, Sperandini può essere pro- mosso alla guida del Gse, fa- cendodimenticare ancheche uno dei suoi amici politici im- portanti era l’ex presidente del Consiglio comunale roma- no Mirko Coratti, poi arre- stato nell’inchiesta MafiaCa- pitale . Tenere la politica lontana dalla gestione dell’en e r g i a sembra impossibile. Anche gli altridue candidatiinternidel Gse avevano le loro sponde politiche: Massimo Ricci, guida il Gestore del mercato e- lettrico, una controllata del G- se che è sempre stata al centro delle attenzioni dell’Udc e in particolare diLorenzo Cesa. Il terzo aspirante, Paolo Vige- vano, amministratore delega- to dell’Acquirente unico (altra controllataGse), èconsidera- to anchelui inbuoni rapporti col Pd, lato Pier Luigi Bersa- ni.
MA SE QUESTI manager pos- sono rivendicare comunque curricula coerenti con le am- bizioni ed esperienza nel set- tore, c’è un altro segnale che indica un eccesso di influenza politica: il Gse è sempre meno rilevante, i programmi di in- centivi iniziano a scemare, ma idipendenti non smettonodi crescere. Erano 1.076 a fine 2011 e sono lievitati a 1.186 nel 2012 e 1.277 nel 2013. Il Movi- mento Cinque Stelle, col de- putato Andrea Vallascas, ha presentato un’interrogazione parlamentare dopo gli articoli di La Notizia Giornalesui tanti “figli e parenti di”tra gli assun- tial Gse:“Traglialtri, viope- rano la figlia del consigliere di- plomatico delministro Guidi, il figlio del consigliere del Qui- rinale per la conservazione del patrimonio artistico, la figlia di una storica segretaria di Bersani, vari parentidi depu- tati di Forza Italia vicini a Ber- lusconi”. Il ministero ha rispo- stoche leregole sullaprivacy impediscono di indagare sulle famiglie degli assunti che, co- munque, superano una sele- zione “attenta e trasparente”, assicura il Gse nel bilancio. Chissà se nella gestione Spe- randini i dipendenti inizie- ranno adiminuire inveceche aumentare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
il fatto quotidiano 29 luglio 2015
S ogin R icca rdo Casale è stato nominato dal governo Letta alla guida della Spa che gestisce i resti del nuclerare italiano Ansa

I punti 1 Il numero dei dipendenti del Gse continua ad a u m e n t a re , nel 2013 e ra n o 1 27 7 anche se la co n t ro l l a t a dal Tesoro conta meno di una volta. 2 Dopo le denunce del quotidiano La Notizia, il M5S ha chiesto al m i n i s te ro dello Sviluppo se c’è una p a re n to p o l i . 3 Il ministero replica che non può raccogliere e d a re i n fo r m a z i o n i sui dipendenti per privacy.
Re n z i a n i ve cch i e nuovi Da l l’alto il nuovo ad del Gestore elet- trico, France- sco Sperandi- ni, e l’ad di A- cea, Alberto I- race, nomina- to da Ignazio Marino e ami- co del mini- stro Maria E- lena Boschi A n s a / La Pre ss e

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