martedì 30 giugno 2015

da legambiente a mafia capitale Le botte con i fascisti, l’O nu e le mille vite di Odevaine - Mafia CapitaleL’esordio al liceo Mameli, l’India, la droga e i cambi di cognome del manager in cella da sette mesi

Il curriculum Luca Odevaine, 58 anni, è stato vicecapo di gabinetto di Veltroni quando era sindaco di Roma, capo della polizia provinciale con Zingaretti e membro del Tavolo nazionale per l’accoglienza ai migranti fino all’arresto, il 2 dicembre 2014, nell’inchiesta su Mafia Capitale L’accusa di corruzione Odevaine è accusato di corruzione aggravata per i suoi rapporti con le cooperative sociali del gruppo guidato da Salvatore Buzzi ritenute nell’orbita di Mafia Capitale. Sarebbe stato stabilmente retribuito per favorirne l’a cce ss o a commesse pubbliche

Anni Settanta Si scontrava con i “neri” Appena 20enne le consulenze in Asia. Nell’89 il primo arresto
Due passaporti Odevaine e Odovaine, due documenti per il Venezuela. E Alfano non risponde
ANUBI L. D’AVOSSA LUSSURGIU Da dicembre scorso è in carcere, accusato di corruzione quale referente istituzio- nale del “mondo di mezzo”, la presunta Mafia Capitale dell’ex terrorista nero dei Nar Massimo Carminati e del si- gnore delle Coop sociali “ros - se”Salvatore Buzzi. Eppure Luca Odevaine, già vicecapo e poi direttore di gabinetto di Veltroni in Campidoglio e fi- no all’arresto seduto al Tavolo nazionale dell’accoglienza al Viminale, 40 anni fa aveva al- tre idee sul rapporto tra rossi e neri. Il 20 febbraio 1975 due senatori del Msi presentano un’interrogazione al ministro degli Interni su una “catena di aggressioni”aidanni dimili- tanti del Fronte della Gioven- tù nel borghesissimo quartie- re Parioli di Roma. E indicano come “responsabile d’istituto del Pci”nel liceo Mameli Luca Odevaine, che si diplomerà quell’estate. Nella Fgci roma- na d’allora lo ricordano per la
fama di “bellissimo”e un gran successo con le ragazze. Qual- cuno lo accompagnò più volte “col servizio d’o rd i ne ”a ll a sua casa ai Parioli, “perché era minacciato dai fasci”.
POI IL GIOVANE comunista pa- riolino scompare. Luca dal primo gennaio 1976 si registra all’Inpscome “coltivatore di- retto”,annotano icarabinieri del Ros. E nel ’77 a soli vent’an - ni diventa “consulente ester- n o”d el l ’Onu proprio sullo “sviluppo agricolo”: spedito fino all’82 in India, Afghani- stan, Pakistan, Nepal, Buthan, Laddhak e Birmania. Torna e ha la prima figlia, Ginestra, nell’84. Ma non a Roma: a Nar- ni. Ancora nel Ternano è de- nunciato per assegni a vuoto nel ’91, proprio quando è con- dannatoa2 anniemezzoper droga in seguito a un arresto dell’89:indulto einfineriabi- litazione, nel 2003, quando Luca è da due anni con Veltro- ni al Campidoglio, dopo esser stato consigliere della mini- stra Giovanna Melandri dal 1998 al 2001 e prima per 4 anni
in Legambiente. Solo che Ode- vaine nelle istituzioniusa an- che un altro cognome, Odo- vaine con la “o”. Lo sottolinea la gip Flavia Costantini nell’ordinanza del28 novem- bre 2014. E ne chiede conto un’interrogazione al ministro Alfano dei deputati del M5S Roberta Lombardi e France- sco D’Uva, da 6 mesi senza ri- sposta. Nell’unica registrazione di Luca (Odevaine) all’anag rafe di Roma il padre, Remo, com- pare appunto come Odovaine. E Remo, oltre a Luca e alla so- rella maggiore Paola, ha un al- tro figlio: Mauricio,anche lui Odovaine, nato nel 1973 a Ma- drid da Amparo Lopez Rubio, già nel cast d’uno spaghet- ti-western prodotto nel ’66 . Perché Remo era produttore cinematografico. Come Tul- lio, lo zio di Luca. Entrambi si sono sempre firmati Odevai- ne. Anche nelle produzioni maggiori: per Tullio, L’Atten - tat del 1972, con Gian Maria Volonténelruolo diBenBar-
ka; per Remo, Barbablù sem - pre del ’72, con Richard Bur- ton e una schiera di bellone dell’epoca, da Raquel Welch a Virna Lisi a Karin Schubert. Un tonfo fragoroso, costato u- na barca di soldi. Certo, quan- do Remo muore a Madrid nel 2005 da 15 anni è attivo in Spa- gna dove si firma Odovaine: ma i necrologi in Italia, com- preso quello di Veltroni, lo piangono come Odevaine. E cosìaveva firmato,dopoBar - bablùe una lunga pausa, le ul- time produzioni italiane nell’82 e nell’87.
REMO ETULLIOsono rintrac- ciabili comeOdevaine sinda- gli anni 1937-’40, quali convit- tori del Nobile Collegio gesui- tico Mondragone, nella villa di Frascati, di gran prestigio: nel ’39 vi si diploma Adolfo Letta, figlio dello zio di Gianni, il pre- fettissimo Guido (che nel “feudo”abruzzese di Aielli gli dedica la chiesa di Sant’Adolfo in cui lo fa ritrarre, avanguar- dista, con Maria Teresa Letta,
giovane fascista). E a Roma di- rettore della sede della Ras As- sicurazioni dal ’34 al ’43 è Claudio Odevaine: l’ultima re- lazione al presidente della Banca Commerciale Italiana data al 19 luglio 1943. Nonni del Ventennio, padri turbo- lenti dei Parioli: e figli dall’an - tifascismo militante a disin- volte doppie identità. Fino alla perquisizione, il giorno dell’arresto per Mafia Capitale, nella casa di via Mar- co Aurelio, al Celio. Spuntano due passaporti validi: uno ri- lasciato il 10 ottobre 2006 a Luca Odovaine, l’altro il 12 maggio 2011 a Luca Odevaine. E c’è un “decreto per mutato c og n om e”. Solo che il passa- porto del 2006come Odovai- ne ha l’ultimo visto il 9 ottobre 2013, in Venezuela. E quello del 2011 come Odevaine ce l’ha del 18 aprile 2014, sempre in Venezuela. Usati entrambi, con cognomi diversi, per oltre due anni. Una vita, molte vite: quali amici a garantirle? © RIPRODUZIONE RISERVATA
il fatto quotidiano 28 giugno 2015 

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