domenica 31 maggio 2015

MOSE, LA SORPRESA NEI CONTI: MAZZACURATI S’È DATO 7 MILION

GLI UOMINI DI CANTONE SCOPRONO LA BUONUSCITA DEL PATRON DEL CONSORZIO
DOPO GLI ARRESTI Gli amministratori straordinari sono riusciti a bloccare solo l’ultima tranche da 1,15 milioni. Il bilancio ne ha 30 di perdita
di Davide Vecchi Un milione di liqui- dazione ogni due di tangenti distri- buite. Il patron del Mose, il grande burattinaio della cricca in San Marco, il “santo finanziatore”della po- litica in Laguna (e non) si era auto-riconosciuto un tratta- mento di fine rapporto dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) di 7 milioni di euro. I tre amministratori straordinari nominati dall’autorità anti- corruzione hanno trovato la sorpresa approvando il bilan- cio consuntivo al 31 dicembre 2014 del Cvn e hanno tentato di limitare i danni riuscendo a bloccare poco più di un mi- lione: l'ultima t ra n c h e . L’unica non ancora corrisposta.
DEL RESTO l’ottantenne Gio- vanni Mazzacurati per far an- dare avanti i lavori del Mose e ottenere i finanziamenti del Cipe si è dato un gran da fare. La mole di lavoro è riassunta nell'ordinanza di arresto a ca- rico di 35 persone emessa il 4 giugno 2014 dai magistrati ve- neziani che hanno stretto le manette attorno ai polsi, tra gli altri, all'ex governatore veneto e ministro Giancarlo Galan e all'allora sindaco di Venezia Giancarlo Orsoni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Mazzacurati ha corrotto tutti i corruttibili. Ge- nerali della Guardia di Finanza fino ai Magistrati delle Acque,
passando per ministri, sotto- segretari, presidenti di Regio- ne, assessori, fondazioni poli- tiche, sottosegretari, finanzie- ri. Chiunque potesse essere utile alla causa. Un gran lavo- ro: corruzione, concussione, riciclaggio, finanziamento ille- cito. Oltre a 25 milioni di so- vrafatturazione e 40 milioni di euro sequestrati agli oltre cen- to indagati. I magistrati avrebbero voluto fermare anche Mazzacurati, ma lui, nel frattempo, era vo- lato a San Diego nella villa a La
Una scena della serie “G o m o r ra ”
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Jolla affittata dal 2005, dove vi- veva la moglie a spese del Con- sorzio. Ancora oggi è in Ca- lifornia. Del resto l'ingegnere era già stato detenuto agli ar- resti domiciliari nel luglio 2013 nel primo filone dell'in- chiesta.
LE DIMISSIONI dalla presi- denza del Consorzio le presen- tò il mese precedente e ven- nero accolte dal consiglio di- rettivo il 28 giugno. Infine il 20 dicembre 2013 firma l'accordo che riconosce “all'ingegnere la somma complessiva di euro 7.000.000 a completa tacita- zione di ogni pretesa e/o ri- chiesta, a qualsiasi titolo fon- data sul cessato rapporto la- vorativo”. Dell'importo previ- sto dalla transazione non è sta- ta corrisposta una parte pari a 1.154.000. Ed è intenzione de- gli amministratori straordina- ri, si legge nella nota integra- tiva al bilancio, “procedere ad un approfondimento in punto di fatto e di diritto circa la sus- sistenza di tale debito”. Ciò che è stato versato non sarà recuperabile ma gli ammini- stratori vogliono in pratica tentare di non versare quel mi- lione, considerata l'inchiesta penale e i “meriti”dell’inge - gnere. Anche perché la liqui- dazione non è l'unica sorpresa emersa dai resoconti finanzia- ri. Mazzacurati deve ancora versare alla società 317.797 eu- ro per azioni della Thetis Spa ricevute il 27 settembre 2007 e mai pagate. L'importo doveva
essere corrisposto il 31 dicem- bre 2013 ma il 18 settembre 2014 Mazzacurati, già a San Diego, ha comunicato “di non essere nella possibilità di adempiere al pagamento”. In- soluto che ovviamente grava sul conto finanziario. Bilancio che, ripulito da ogni fronzolo e riordinato correttamente dai tre amministratori nominati da Raffaele Cantone, registra una perdita di 28 milioni 700 mila euro. A fronte di debiti verso banche per 521 milioni complessivi e verso imprese controllate di 13 milioni. No- nostante i costi di produzione siano passati dai 584 milioni del 2013 ai 350 del 2014. Sa- ranno ora le imprese consor- ziate al Cvn a dover recuperare i mezzi finanziari per il ripia- namento dei conti.
Q U E ST I i risultati della gestio- ne Mazzacurati. L'ingegnere purtroppo non ricorda più nulla. Interrogato a San Diego si è sostanzialmente rimangia- to quanto raccontato ai pm di Venezia nel 2013 dopo il pri- mo arresto. Tanto che martedì scorso, ricevuto il verbale d'in- terrogatorio, il gip Alberto Scaramuzza ha stabilito che l’ingegnere “soffre di demenza senile”ed è da ritenersi “inat - tendibile”perché non è in gra- do di “ricordare pienamente i fatti avvenuti”. Chissà se si di- mentica anche di quel milione di liquidazione che deve an- cora ricevere. d.vecchi@ilfattoquotidiano.it
il fatto quotidiano 31 maggio 2015

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