sabato 31 gennaio 2015

Sergio Mattarella nuovo presidente della Repubblica? Armi all’uranio. Da ministro non negò

il fatto quotidiano 31 gennaio 2015 L’ACCUSA SU BEPPEGRILLO.IT
di Tommaso Rodano L a prima bordata politica al grande favorito per il Colle arriva dal blog di Beppe Grillo. E dalla testimonianza di un giornalista, Lorenzo Sani, inviato del Resto del Carlino. Sul sito del leader dei 5 stelle è pubblicato un lungo intervento del cronista, con un’accusa specifica: Sergio Mattarella ha negato a più riprese il collegamento tra l’uranio impoverito e le malattie tumorali che hanno colpito centinaia di soldati italiani in missione all’estero. “Ho avuto occasione di incontrare il candidato di Renzi al Quirinale – scrive Sani – quan - do questi era ministro alla Difesa del governo Amato. Lavoravo da qualche mese sulla vicenda dell’uranio impoverito e sull’impressionante numero di leucemie linfoblastiche acute e linfomi tra i nostri militari che erano stati in missione nei Balcani, soprattutto in Bosnia, ma non solo. Sergio Mattarella negò a più riprese il nesso tra l’insorgere delle patologie e il servizio. Negò che la Nato avesse mai utilizzato proiettili all’uranio impoveriti (Du, Depleted Uranium), tantomeno che questo fosse contenuto nei Tomahawk (missili) sparati in zona di guerra dalle navi Usa in Adriatico. Insomma, Mattarella, (...)forse prossimo presidente della Repubblica, negò su tutta la linea”. La vicenda dell’uranio impoverito è una delle più controverse e dolorose della storia italiana recente. Il caso è scoppiato nel 2001. La “Sin - drome dei Balcani” ha preso forma con la presa d’atto del numero vertiginoso di soldati italiani ammalati o deceduti dopo aver partecipato alle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo. Due Paesi bombardati dalle forze della Nato con proiettili all’uranio impoverito. ARMI di cui la ricerca scientifica ha riconosciuto la pericolosità sia per le emanazioni radioattive, sia per il rilascio di polveri tossiche. Senza considerare le conseguenze devastanti per i civili degli Stati bombardati con proiettili Du, solo tra i militari italiani le vittime dell’uranio impoverito sarebbero oltre 300 e gli ammalati più di 3.700. Le cifre sono tenute in aggiornamento dall’Osservatorio Militare, un’associazione nata per far luce sulle responsabilità della Difesa grazie al lavoro dell’ex maresciallo Domenico Leggiero. Ma a distanza di anni, due commissioni d’inchiesta parlamentare non sono state in grado di stabilire la certezza del rapporto causa-effetto tra l’uranio impoverito e le malattie dei soldati. Secondo le conclusioni del Senato, che ha cessato i suoi lavori nel gennaio 2013, “la tossicità chimica e radiologica dell’uranio impoverito” non può essere messa in discussione, ma è impossibile escludere che sulla salute dei militari abbiano agito altri “fattori potenzialmente nocivi”. L’uranio fa male insomma, ma tutte quelle morti – per lo Stato – rimangono un mistero. Un mistero sul quale Sergio Mattarella non avrebbe contribuito a far luce, secondo l’accusa di Grillo (e di Sani). Per il giornalista, l’ex ministro non si limitò a negare il rapporto tra l’uranio impoverito e le patologie dei soldati. Addirittura “rifiutò di ammettere pure che quelle armi fossero state utilizzate dalla Nato, ciò che era possibile reperire nei primi giorni di internet sugli stessi siti della Difesa Usa”. Ma, invece, il ministro della Difesa Mattarella rispose in modo chiaro il 21 dicembre 2000, nel corso di un’audizione alla Camera, senza negare proprio nulla: “Sono in grado di comunicare alla Camera, tramite questa Commissione, che è pervenuta oggi la risposta da parte dell’Alleanza atlantica: nelle operazioni effettuate dagli aerei A-10 sono stati utilizzati in attacchi alle forze serbo-bosniache circa 10.800 proiettili all’uranio impoverito. La Nato ha comunicato nel maggio 1999 di averne fatto uso. Nell’ottobre 1999 l’Onu ha fatto richiesta di conoscere i siti bombardati, che sono stati comunicati il 7 febbraio 2000

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