lunedì 26 gennaio 2015

Pe t ro s i n o ce lo insegna: le spiagge sono nostre, l'Italia delle buone pratiche

di Domenico Finiguerra L a penisola da Trieste a Ventimiglia, la Sicilia, la Sardegna, l’Elba, le decine di arcipelaghi minori e le isole sparse. L’Italia ha 7458 km di coste. Ma chi li possiede davvero? Basta un volo sul Tirreno per contare decine di porti e filari di case e alberghi con lido privato; oppure un viaggio in treno sul versante adriatico per osservare la riviera inghiottita da condomini; e ancora una passeggiata sul lungomare, anzi, sul lungomuro di Ostia alla ricerca di un accesso al mare. Tutte spiagge e scogliere che sono state espropriate a noi che in realtà, come ci insegna il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, saremmo i veri proprietari del territorio. In barba ai costituzionalisti e ai legittimi proprietari, proprio a ridosso delle spiagge più comode e delle scogliere più affascinanti, ad immobiliaristi e imprenditori è sempre stato concesso di puntare gli occhi e mettere in moto le ruspe, macinando soldi su soldi con alberghi di lusso, ville da favola, condomini, ristoranti d’élite, disco-pub e dancing. Privandoci così del legittimo diritto al mare. A quasi tutti gli italiani, o almeno a coloro i quali non sono abituati o non si possono permettere di prendere lettini e ombrellone nelle spiagge attrezzate, sarà capitato almeno una volta di dover retrocedere di fronte ad un cartello “lido privato”. Oppure di essere sloggiati da un bagnino pochi secondi dopo aver adagiato il proprio asciugamano a 30 cm dalla battigia. Ma a Petrosino (Trapani) hanno deciso di non mollare e di non arretrare di un centimetro… di sabbia. L’amministrazione guidata dal sindaco Gaspare Giacalone, insieme ai comitati di cittadini e al circolo di Legambiente si sono messi in testa di riprendersi la spiaggia di Torrazza e di farla tornare un bene comune. E lo stanno facendo davvero! Innanzitutto il primo cittadino ha emesso un’ordinanza di demolizione per un ecomostro che occupava la spiaggia. Ordinanza eseguita nel luglio 2014. Poi, tutta la comunità è partita per riappropriarsi di ciò che gli spetta di diritto. La bella spiaggia di Torrazza, che si trova tra l’al - tro in una zona protetta, ricade in parte su terreni “privati” ed ovviamente è nato un contenzioso. Perché il privato, al contrario di quello che fa solitamente il pubblico, non molla l’osso facilmente. Però qui il pubblico e la comunità hanno scritto un’altra storia. Comune e comitati hanno saputo ben utilizzare gli strumenti a loro disposizione: la partecipazione e la legge. Da un lato la mobilitazione popolare, arrivando anche ad occupare fisicamente la spiaggia dove avrebbero voluto far sorgere il classico stabilimento privato da affiancare al cemento. Dall’altro la legge, che parla chiaro con l’art. 28 del codice della navigazione: lidi, spiagge, porti e rade fanno parte del demanio marittimo e quindi appartengono ai cittadini. Così, in questi giorni, nei locali del comune di Petrosino si srotolano mappe catastali. Ma per una volta non è il gesto di chi si prepara a speculazioni. Questa volta si scrive # s p i a g g i a b e n e co m u n e . il fatto quotidiano 26 gennaio 2015

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