giovedì 29 gennaio 2015

Nuove direttive sul ciclo rifiuti, Regione Lazio «contestata» Il gran pasticcio degli Ato, il sud pontino sta con Frosinone La mappa sballata

DETTAGLI UN GRUPPO DI COMUNI «COSTRETTI» A PAGARE DI PIÙ SERVIZIO E TRASPORTO  Nuove direttive sul ciclo rifiuti, Regione «contestata» Stretta tra le inchieste e le azioni legali minacciate dai grandi gruppi, la Regione Lazio ha preso un altro provvedimento «contingente» in materia di gestione dei rifiuti e in specie del trattamento della cosiddetta frazione indifferenziata. Con una nota ai Comuni la Direzione Ambiente ha ribadito che ogni amministrazione deve conferire i rifiuti presso gli impianti del «proprio Ato di competenza». Apparentemente sembra un documento scontato ma in realtà si può trascinare dietro una serie di problemi sia economici che ambientali. Tutto ruota all’obbligo di conferire nel proprio Ato mentre sinora alcuni Comuni si erano organizzati su base logistica ed economica e avevano conferito lì dove era più conveniente o più facilmente raggiungibile. Sulla base dell’ultima comunicazione della Regione tutti i Comuni della provincia di Latina devono conferire presso l’impianto Rida di Aprilia poiché è quello dell’Ato di competenza. Eccezion fatta per una piccola porzione di territorio del sud pontino che include Minturno, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Spigno Saturnia e Itri che già ora conferiscono presso la Csa di Castelforte, il cui impianto è considerato di competenza dell’Ato di Frosinone, così come deciso dal piano rifiuti varato dalla Giunta Polverini e ribadito da quella attuale. Dalla prossima settimana quindi i Comuni pontini che non rientrano nell’Ato di Frosinone, ossia Formia, Fondi, Terracina e Itri non potranno più conferire presso Csa come fanno adesso ma dovranno portare i rifiuti ad Aprilia, con un costo aggiuntivo sul trasporto che andrà a gravare sulle bollette, secondo quanto fanno notare alcune delle amministrazioni interessate. La stessa Csa si prepara a dare battaglia alla Regione poiché ritiene di essere penalizzata dal nuovo provvedimento. L’im - pianto di Castelforte per il trattamento meccanico dei rifiuti ha una capacità di 48mila tonnellate annue che non riesce a coprire senza i Comuni più grandi del sud pontino e d’altro canto non può contare sul conferimento dei Comuni che si trovano in provincia di Frosinone perché quelli sono consorziati e hanno un loro impianto pubblico di cui sono direttamente soci. Ciò significa che risparmiano certamente se conferiscono presso il loro impianto, sito a Roccasecca. Se ne deduce che in questo momento la provincia di Latina ha meno rifiuti di quanti ne sarebbero «necessari» per alimentare gli impianti autorizzati dalla Regione Lazio, la quale con l’ultimo provvedimento di fatto riconosce di avere sul territorio un surplus di offerta impiantistica. Concetto emerso già con il braccio di ferro aperto con la Rida di Aprilia, autorizzata per oltre 400mila tonnellate per coprire le quali è stato necessario autorizzare anche il conferimento dai Comuni della provincia di Roma. Ciò nonostante la Pisana sta per autorizzare altri impianti di trattamento dei rifiuti. Ma per chi? Se quelli esistenti hanno difficoltà a reperire il materiale da trattare? E annunciano cassa integrazione, come nel caso della Csa di Castelforte. ©RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUOTIDIANO - Giovedì 29 Gennaio 2015 6 Latina

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