domenica 30 novembre 2014

Scandalo discarica di Borgo Montello, la Procura ricorre in Cassazione Rifiuti, il pm rilancia contro le società Indeco e GreenHolding

Dopo il pronunciamento del Riesame sul peculato
Per i sei indagati il quadro indiziario era cambiato
RETROSCENA
AL TELEFONO
GLI INDAGATI
PARLANO
DI UN CANALE
«BUONO»
CHE C’E’
IN REGIONE
Se il Tribunale del Riesame
di Roma poteva aver sparigliato
le carte decretando
l’annullamento della prima misura
cautelare nei confronti degli
indagati della prima tranche sullo
scandalo di Montello, il pubblico
ministero Luigia Spinelli che aveva
richiesto la prima ordinanza di
custodia cautelare, non molla la
presa e ha presentato ricorso in
Corte di Cassazione. 
I magistrati romani infatti avevano
«rivisitato» l’inchiesta che lo
scorso 16 ottobre aveva portato
agli arresti domiciliari i vertici
della Green Holding, tra cui proprio
Andrea Grossi e poi erano
stati arrestati anche Ernesto
D’Aprano, residente a Latina,
presidente del Cda della Indeco e
poi Enzo Cimini, consigliere del
consiglio di amministrazione della
Green Holding spa e Stefano
Lazzari, 51 anni consigliere del
Cda della Indeco, Antonio Romei
e poi Paolo Titta.
La difesa nel suo ricorso aveva
puntato l’indice sull’insussisten -
za dell’ipotesi di reato contestata
nel provvedimento cautelare e
cioè quello di peculato per distrazione
e alla fine i giudici romani
avevano accolto questa linea su
cui aveva poggiato le basi gran
parte del ricorso.
Ma come erano nate le indagini
sulla discarica di Borgo Montello?
Dopo una serie di esposti dei
residenti di Borgo Montello, gli
investigatori della Squadra Mobile
coordinati dal vice questore
aggiunto Tommaso Niglio, avevano
puntato sulla discarica e anche
i filmati della doppia pesatura
dei camion sembravano fin troppo
eloquenti sul sistema dei rifiuti. In
realtà come è emerso dall’inchie -
sta, gli indagati avevano architettato
una finta emergenza per ottenere
l’ampliamento della discarica
e fare in questo modo altri
affari. Come è emerso anche in
una intercettazione telefonica annotata
dalla Squadra Mobile e che
risale allo scorso giugno quando
Vincenzo Cimini, membro del
Cda della Green Holding, la società
per azioni che controlla Indeco,
ad Andrea Grossi, il rampollo
della famiglia, general manager
della Green Holding che
«in Regione c’è un canale proprio
buono, lì c’è il responsabile
d el l ’area... dell’as s es s or at o .. .
quello lì che fa il factotum area
tecnica dell’assessore e con gli
uffici preposti...». Già proprio in
Regione nessuno si è accorto di
quello che accadeva a Latina, una
svista clamorosa, con i soldi che
finivano in Lussemburgo. Adesso
la Procura torna alla carica.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 28

8 Latina

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