mercoledì 26 novembre 2014

DISCARICA DI BORGO MONTELLO, RIFIUTOPOLI Truffa con fondi della Regione Lazio, 7 arresti. Nel mirino anche la Indeco

Nelle prime ore del mattino, su delega della Procura della Repubblica di Latina (Sostituto Procuratore Luigia SPINELLI), la Polizia di Stato ha eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare in regime di detenzione domiciliare, emesse dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo pontino (Giuseppe CARIO), a carico di altrettanti individui appartenenti al GRUPPO GREEN HOLDING di Milano, del quale fa parte la società INDECO che gestisce la discarica di BORGO MONTELLO.
I reati contestati dall’Autorità giudiziaria vanno dal falso ideologico alla frode in pubbliche forniture nonchè alla truffa aggravata dall'essere stata commessa in danno di enti pubblici territoriali, segnatamente dei Comuni della provincia di Latina che hanno conferito rifiuti nella discarica di BORGO MONTELLO, gestita dalla INDECO.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Latina e coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pontino hanno permesso di disvelare un articolato meccanismo truffaldino messo in piedi dal management del GRUPPO GREEN HOLDING con la complicità degli amministratori di un’altra società del predetto gruppo industriale (ALFA ALFA), riconducibile a sua volta alla famiglia GROSSI per il tramite di altre società del GRUPPO milanese ( ADAMI SRL e la RAPS SAS), tale da indurre la regione Lazio in errore nella determinazione della tariffa d’ingresso del rifiuto in discarica.
In particolare, atteso che il Gestore della discarica, nel caso di specie INDECO srl, nella presentazione della domanda di autorizzazione è tenuto ad elencare i costi per l’avvio, l’esercizio e la chiusura della discarica, al fine di consentire all’ Ente preposto, in questo caso la Regione LAZIO, la determinazione di una tariffa congrua, è stato accertato nel corso delle indagini una sovrastima dei costi per noleggio dei mezzi d’opera necessari allo smaltimento dei rifiuti nella discarica di BORGO MONTELLO.
L'amplificazione fittizia dei costi ha determinato una quantificazione della tariffa maggiore rispetto a quella che sarebbe stata applicata ove fossero stati computati i costi reali, con conseguente danno per i Comuni conferenti.
Le società locataria dei citati mezzi d’opera ad INDECO srl è risultata ALFA ALFA srl., il cui presidente del consiglio di amministratore è GROSSI Simona mentre il fratello, Andrea, è risultato consigliere delegato. I citati provvedimenti restrittivi della libertà personale sono stati emessi in seguito alle fonti di prova raccolte all’esito delle perquisizioni disposte dall’Autorità giudiziaria di Latina il decorso 16 ottobre 2014, in cui è stata sequestrata copiosa documentazione da cui è stato possibile risalire agli illeciti commessi dai soggetti sottoposti agli arresti domiciliari in data odierna.
Nell’occasione l’Autorità giudiziaria ha disposto altresì il sequestro delle quote sociali della società INDECO srl in quanto la disponibilità delle stesse è verosimile che possa aggravare gli effetti della condotta illecita rilevata, nonché arrecare ulteriori danni alla collettività.
E' stata inoltre delegata alla Polizia Giudiziaria l'acquisizione presso gli uffici della Regione Lazio delle polizze fideiussorie dovute da Indeco a tutela degli impegni finanziari riguardanti la gestione post-mortem del BACINO S4 tenendo conto che quest'ultimo è stato autorizzato ad un innalzamento (cd "ricarica") che ha consentito di abbancare ulteriori 600 tonnellate circa (per un totale di 2.610.800 tonnellate), con conseguente importo da garantire pari a circa 36 milioni di euro.
IERI ALTRA PAGINA STORICA SU RIFIUTOPOLI AL PROCESSO CERRONI Gli arresti di oggi sono un altra scossa del terremoto che ha investito la gestione dei rifiuti nel Lazio e non solo. L'operazione della Polizia di stamattina arriva giusto all'indomani di un'altra importante pagina giudiziaria su affari e politica: l'udienza di ieri del processo a Manlio Cerroni (ras dei rifiuti anch'egli coinvolto nella gestione delal discarica di Borgo Montello), nella quale i giudici del Tribunale penale di Roma hanno confermato la validità ed ammissibilità di un'enome quanittà di preziose intercettazioni e registrazioni ambientali. Materiali che descriverebbero - secondo gli investigatori - fatti, misfatti, nomi e cognomi di un sistema malato che da decenni ammorba la nostra regione. Anche queste indagini parlano di truffe e sovraffaturazioni che potrebbero aver contribuito a far gonfiare i costi delle tariffe.

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