lunedì 27 ottobre 2014

discarica di Borgo Montello, arresti, sequestri, indagini Indeco, Ecoambiente Il ruolo dei comitati La «battaglia» civica sulle indagini nella discarica

E intanto Ecoambiente conferma l’accantonamento dei fondi post mortem 

Mentre proseguono
le verifiche sulla
docu mentaz ione
acquisita dalla polizia nelle
sedi di Ecoambiente circa
l’accantonamento delle
quote per la gestione post
mortem del sito di Borgo
Montello, la stessa società
ribadisce che esiste in bilancio
una quota di dodici
milioni di euro sui sedici
totali. I restanti quattro sono
parte dei dieci milioni
di euro di crediti che la
società vanta nei confronti
dei Comuni che hanno
conferito i rifiuti e non
hanno ancora saldato il
conto. Dal canto suo la spa
Latina Ambiente, in relazione
a quelle che erano
state le dichiarazioni rese
nel 2010 da Bruno Landi
alla Commissione Ambiente
della Provincia, tiene
a sottolineare che i crediti
vantati dalla partecipata
che gestisce la discarica
vengono regolarmente pagati
in virtù di un recente
accordo su un piano di
rientro che nel giro di un
paio di anni ha già riportato
nelle casse di Ecoambiente
almeno la metà dei 7 milioni
vantati. Come è noto gli
accertamenti complessivamente
avviati sulla discarica
di Borgo Montello nascono
da più esposti dei
cittadini della zona che da
un anno e mezzo chiedono
controlli più stringenti ed
efficaci a causa dei fortissimi
miasmi promanati dai
siti in coltivazione. Le analisi
di Arpa, Asl e polizia
provinciale sono partite in
netto ritardo e la loro divulgazione
pubblica è stata
ancora più lenta, ma alla
fine, anche considerate le
proteste civiche, è stata la
Procura di Latina ad intervenire
per cercare di risalire
alle cause. Buona parte
delle quali erano comunque
state accertate già la
scorsa primavera da Arpa
Lazio che aveva rilevato il
malfunzionamento del
processo e delle strutture
utilizzate per lo stoccaggio
e il trattamento del materiale
proveniente dagli impianti
di trattamento meccanico
biologico, l’unico
che ora può entrare nelle
discariche. Nel caso di Indeco
la Procura ha contestato,
anche sulle base delle
intercettazioni telefoniche,
che il processo di
stoccaggio produceva cattivi
odori perché si era
scelto di risparmiare sulla
tipologia di trattamento necessario
per tamponare,
appunto, i miasmi. L’atti -
vità di protesta dei residenti
riuniti in comitato e in
attesa di un risarcimento,
almeno morale, da queste
inchieste, ha prodotto in
seconda battuta l’accerta -
mento finanziario sui bilanci
e il movimento di
denaro di Indeco e da cui è
emerso che non c’è stato
accantonamento dei fondi
destinati alla tenuta della
discarica quando sarà
esaurita l’attività corrente
per i successivi 30 anni.

IL QUOTIDIANO - Domenica 26 Ottobre 2014

8 Latina

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