domenica 27 luglio 2014

“La Terra dei fuochi, un terribile sfregio” Papa Francesco a Caserta ha esortato i fedeli a tutelare l'ambiente

RICHIAMANDOLI AL CORAGGIO DI OPPORSI A ILLEGALITÀ E CORRUZIONE
L’OMELIA
Le feste patronali
devono essere libere
da qualsiasi
condizionamento, e
gli immigrati sono
una risorsa per tutti”
di Andrea Pustiglione
Caserta
Chi diventa amico di
Dio ama i fratelli, si
impegna a salvaguardare
la loro vita e la
loro salute anche rispettando
l’ambiente e la natura”. Le parole
tanto attese dai duecentomila
fedeli assiepati in piazza
Carlo III a Caserta, arrivano
quasi alla fine dell’omelia di
Papa Francesco. Dall’enorme
prato che circonda il palco allestito
di fronte alla Reggia di
Caserta si leva allora un lungo
applauso che interrompe la
lettura del testo del Pontefice.
Qui dove la camorra domina
ormai da anni e il territorio è
stato forse irrimediabilmente
deturpato, i fedeli si aspettavano
una presa di posizione forte
da parte del Papa contro la criminalità
e l’inquinamento. E
così è stato. Anche perché, prima
di arrivare in piazza, Francesco
ha potuto vedere con i
suoi occhi lo stato in cui versa
questa fetta di terra, che i romani
chiamavano Campania
Felix .
NEL VIAGGIO in elicottero da
Roma, Bergoglio ha sorvolato a
lungo tutta l’area della Terra
dei fuochi. E ha commentato:
È terribile che una terra così
bella sia rovinata così”. Inevitabile,
quindi, che riprendesse
il tema anche dal palco: “Oggi
un fedele si è avvicinato e mi ha
detto: “Padre ci dia la speranza”.
Io non posso darvi la speranza,
ma posso dirvi che dove
c’è Gesù c’è la speranza, ci si
impegna a salvaguardare la vita
e la salute. Questo è particolarmente
importante in questa
vostra bella terra che richiede
di essere tutelata e preservata”.
Poco dopo, Francesco dedica
anche altri passaggi del suo discorso
al tema della criminalità.
Prima esortando i fedeli ad
avere il coraggio “di dire no al
male, alla violenza, alle sopraffazioni”.
Poi, memore di quanto
accaduto di recente in Calabria
e negli anni passati anche
in Campania, ha chiesto che la
festa di Sant’Anna, patrona di
Caserta, fosse “libera da ogni
condizionamento, espressione
pura della fede di un popolo”.
Si è soffermato anche sulla questione
immigrazione, sottolineando
come “la gioia della
presenza nella vita di Gesù”
renda “aperti alle esigenze dei
fratelli”, “ad accogliere ogni altra
presenza, anche quella dello
straniero e dell’immigrato”.
Insomma, nella sua prima visita
da Pontefice in Campania
Bergoglio non ha evitato di affrontare
temi scottanti e tra i
più sentiti dai suoi fedeli. Ai
quali, poi, ha chiesto di non
farsi “rubare la speranza”. E loro,
arrivati da tutta la regione,
l’hanno applaudito ancora, inneggiando
a lui anche quando,
poco prima di andare via, ha
promesso di tornare in Campania
entro quest’anno, questa
volta a Napoli. “Ho sentito che
forse i napoletani sono un po’
gelosi – ha detto – ma voglio
rassicurarli: quest’anno andrò
sicuramente da loro”.
IL RIFERIMENTO, neanche
troppo velato, è al Cardinale di
Napoli, Crescenzio Sepe, presente
ieri sul palco. Poco dopo
che Bergoglio fu eletto Papa,
Sepe assicurò di avergli già proposto
di visitare il capoluogo
campano. Ma il Pontefice ha
scelto come prima tappa Caserta,
dove è Cardinale Giovanni
D’Alise, insediatosi da
soli due mesi. L’altro ieri, un
comunicato ufficiale della Curia
partenopea annunciava la
presenza di Sepe a Caserta per
accogliere il Papa: “Per l’occa -
sione - veniva aggiunto - non
mancherà di annunciare la data
della sua prossima visita pastorale
a Napoli”. La data, però,
ancora non c’è. L’unica certezza
è che il Pontefice tornerà in
Campania domani, di nuovo a
Caserta. Stavolta non per una
messa pubblica, ma per incontrare
un suo amico di vecchia
data, il pastore evangelico Giovanni
Traettino, suo caro amico
dai tempi di Buenos Aires.
Ancora una volta, il Vesuvio
Francesco lo vedrà solo da lontano.

il fatto quotidiano 27 luglio 2014 

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