lunedì 30 giugno 2014

DISCARICA DI BORGO MONTELLOFalde acquifere avvelenate, ennesimo rinvio dell'udienza

Le analisi sulle campionature non sono pronte e il perito ha chiesto un'ulteriore proroga. Il giudice Marcelli ha fatto slittare il confronto in aula a fine ottobre

Occorre ancora tempo. Per arrivare alla verità su quanto avvenuto nella discarica di Borgo Montello, o almeno provarci, è necessario attendere ulteriormente. Il perito nominato dal giudice Guido Marcelli, con l’incarico di fare piena luce sull’avvelenamento delle falde acquifere nei pressi del sito di via Monfalcone, ha chiesto l’ennesima proroga, specificando che non sono pronti i risultati delle campionature effettuate. L’udienza è stata rinviata al prossimo 29 ottobre e, forse, solo in quella data il giudice potrà avere a disposizione tutti gli elementi per decidere se rinviare a giudizio i tre manager dei rifiuti finiti sotto accusa.
L’INCHIESTA. Dopo le analisi compiute dall’Arpa sui pozzi di controllo della discarica, nel 2005, la scoperta di un profondo inquinamento della falda acquifera e le indagini della polizia provinciale, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha chiesto il rinvio a giudizio di Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, all’epoca dei fatti al vertice di Ecoambiente, società che nel borgo gestisce la discarica dove vengono smaltiti i rifiuti di Latina, e di Nicola Colucci, anche lui imprenditore nel settore dei rifiuti, ritenuti responsabili dell’avvelenamento delle acque. I tre imputati, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili dell’inquinamento non avendo controllato la sicurezza degli invasi S1, S2, S3 ed S0. I tre inoltre, non avendo eseguito le opere di impermeabilizzazione di tali impianti, nonostante le carenze fossero a loro note a partire dal 1995, avrebbero consentito al percolato di fuoriuscire dagli invasi e “avvelenare” appunto la falda acquifera.
L’UDIENZA. Il giudice Guido Marcelli, ormai un anno e mezzo fa, affatto convinto sulle effettive responsabilità di quanto accaduto in via Monfalcone, ha disposto una perizia, per stabilire una volta per tutte chi e come ha inquinato l’ambiente, mettendo a rischio anche la salute dei cittadini. Un incarico affidato al dott. Tomaso Munari. Quest’ultimo, però, ha richiesto diverse proroghe, specificando che il lavoro è complesso, facendosi infine affiancare da altri due esperti, di Aprilia e Pomezia.
PERIZIA TORMENTATA. “C’è stata soltanto la difficoltà di trovare dei professionisti a cui far compiere le analisi, visto che le strutture pubbliche non hanno accettato e non è stato semplice trovare dei privati disposti a svolgere un simile lavoro. Ora però tutto è risolto e le operazioni inizieranno a giugno”, ci ha assicurato il dott. Munari due mesi fa, raggiunto telefonicamente da Corrieredilatina.it. In questi mesi il perito ha già raccolto e ordinato tutta la mole di documenti storici relativi alla discarica e compiuto un sopralluogo in via Monfalcone. http://www.corrieredilatina.it/news/ambiente/7777/Falde-acquifere-avvelenate--ennesimo-rinvio.html

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