venerdì 30 maggio 2014

“ABBANDONATI NELLA NOTTE A TERMINI” ALTRA VELOCITÀ, DISPERAZIONE DALLA CAPITALE AD APRILIA: “NOI PENDOLARI TRATTATI COME PACCHI, 45 CHILOMETRI IN QUATTRO ORE”

SU GOMMA
“Convoglio soppresso
m e zz ’ora prima dell’inizio
dello sciopero: illegale
Soltanto alle 3 di notte
ci hanno mandato
un autobus”
SC AU R I - RO M A
Treno in ritardo,
macchinista picchiato
il fatto quotidiano 30 maggio 2014

L’autrice della lettera è Rosalba
Rizzuto, 51 anni, geologa,
pendolare della tratta
Roma-Nettuno da 37 anni. Nel
2009 ha fondato il “Comitato
pendolari FR ottava carrozza”
per risolvere il problema
del sovraffollamento
e dei ritardi. Tra i fondatori
della rete di comitati
per i diritti dei pendolari.
Roma Termini-Aprilia
Caro Direttore, sono
le 3:50 del 29 maggio
2014, ora in cui per
me si è concluso un
viaggio inverosimile di 45 chilometri
iniziato a Roma Termini
alle 23 del 28 maggio. Altri
27 passeggeri con destinazione
diversa da Aprilia stanno
ancora in viaggio per raggiungere
le proprie case, la
propria vita, che non ci appartiene
più, deprivata di ogni
tempo, spazio, affetto, diritto,
da chi gestisce questi treni
pensando di spostare pacchi.
Arrivata alla stazione Termini
intorno alle 23, mi accorgo che
sul tabellone l’ultimo treno
utile per il profondo sud (il regionale
12285 delle 23:36 per
Formia) non ha ancora assegnato
il binario. Alle 23:10 appare
la ferale conclusione dei
nostri timori: “Soppresso”.
Niente altro. Devono essere
impazziti, è stato il primo pensiero:
non possono sopprimere
l’ultimo treno dei lavoratori,
come facciamo a tornare a
casa? Ci precipitiamo in massa
all’ufficio assistenza clienti e
esigiamo delle spiegazioni.
Provano a rifilarci la balla dello
sciopero. Nossignori, lo
sciopero inizia alle 0:01 e tutti i
treni prima di quell’ora devono
espletare il servizio fino a
fine corsa, questo è il mio punto
fermo. E voi ci dovete fornire
un mezzo sostitutivo per
ritornare a casa! Arrivano una
dozzina di poliziotti, noi ci
barrichiamo dentro l’Assistenza
ed esigiamo che i responsabili
siano tirati giù dal
letto per risolvere il problema,
che dalla sala dei bottoni hanno
liquidato con una comunicazione
a display alla clientela.
La prima risposta è che il regolamento
non prevede mezzi
sostitutivi in caso di sciopero.
Insisto che qui non si anticipa
di un’ora uno sciopero proclamato
a partire dalle 24, che le
regole vanno rispettate, che è
folle privare di un servizio costituzionalmente
sancito (art.
16) con la consapevolezza che
la gente non ha alternative.
Dopo un’ora di diatribe arriva
la seconda proposta: vi apriamo
la sala d’attesa e aspettate il
prossimo treno del mattino
(alle 6:07 per Nettuno e 6:26
per Formia, i primi in fascia
garantita durante lo sciopero).
A quel punto non ho più trattenuto
l’indignazione e ho gridato
loro che noi non siamo
pacchi da lasciare in banchina
o spostare in sale varie. Quel
servizio universale che è il trasporto
ferroviario lo abbiamo
pagato e Trenitalia ce lo deve
fornire a tutti i costi!
Si riunisce nuovamente il
sommo consiglio e alle 2, finalmente,
deliberano che per
risolvere questo problema di
ordine pubblico chiameranno
una ditta di autobus. Molto
gentilmente ci offrono di accomodarci
nella sala d’attesa e
distribuiscono un pacchetto
ciascuno con bevande e
snack.
Alle 3 arriva un autobus gran
turismo che imbarca i 28 tenaci
pendolari che si erano arroccati
a Termini per esigere il
rispetto di un diritto negato.
Domani, a mente più lucida,
formulerò la denuncia a nome
di tutti. Chi ha responsabilità
di questo grave disagio deve
pagare.
Abbiamo subito un danno
biologico (tutta la notte svegli),
un danno esistenziale
(privati della possibilità di tornare
a casa), un danno economico
(impossibilitati a riprendere
il treno del mattino presto
per ritornare a lavoro). Ci
aspettiamo un risarcimento e,
per una volta su un milione,
un po’ di giustizia.

Rosalba Rizzuto

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