giovedì 24 aprile 2014

Green Economy? No, grazie al volto sporco dell'energia pulita | di Lucie Greyl

[di Lucie Greyl* su Comune Info]
Dopo un anno e mezzo di ricerca, di lavoro di campo e di montaggio,  si è tenuta mercoledì 2 aprile a Bologna la prima nazionale del documentario Green Lies. Il volto sporco dell’energia pulita. Una sala colma ha accolto con entusiasmo il film indipendente realizzato attraverso le modalità della produzione dal basso dal collettivo SMKVideoFactory con il sostegno del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali (CDCA) e dell’Associazione A Sud.

Il documentario, articolato in tre puntate, mostra situazioni geograficamente e tecnologicamente diverse: il progetto eolico nel comune di Camugnano (progetto oggi ritirato), la geotermia in Amiata e il fotovoltaico al suolo in Salento, casi che condividono più di quanto possa sembrare: illustrano lo scempio in corso nel paese sotto l’egida di una energia che così verde non è. Attraverso il racconto delle cittadine e dei cittadini, Green Lies disegna il quadro di un modello energetico (quello italiano) prigioniero di un sistema economico e finanziario  condizionato da poteri forti e guidato da sistemi di incentivi distorti e da speculazioni che con lo sviluppo delle rinnovabili riproducono il modello delle energie fossili: accentramento dei profitti e della produzione in zone sacrificate e riduzione dei cittadini a consumatori acritici.

“Tredici miliardi di euro sono destinati ogni anno per gli incentivi per le rinnovabili – ha spiegato Paola Campori del Comitato in difesa del paesaggio di Camugnano -, incentivi che ognuno di noi paga nelle sue bollette. Se siamo noi a pagare lo sviluppo delle rinnovabili perché non ne possiamo decidere la destinazione e il modello sotto il quale vengono impiegati?”.

Cosa ha portato finora il sostegno delle rinnovabili nel paese? A ben guardare anche questa opportunità si è tradotta in una nuova forma di sviluppo selvaggio che colpisce sopratutto zone rurali, snaturando aree di destinazione agricola, paesaggistica e turistica in zone industriali per la produzione energetica di fronte alle quali le comunità locali hanno iniziato a mobilitarsi, comprendendone le dinamiche locali e globali, e accumulando conoscenze e competenze dal basso per diventare attori di cambiamento, di sperimentazione e di promozione di pratiche alternative. Dalla difesa del territorio e dalla rivendicazione dei propri diritti, allo sviluppo dei Gruppi d’acquisto solidale fotovoltaico e alla creazione di cooperative di comunità per lo sviluppo del solare sui tetti gestito collettivamente, Green Lies diventa uno strumento di diffusione di pratiche ancora troppo ignorate dando voce alle esperienze collettive che provano a spingere un’altra idea di produzione e di consumo energetico.

La green economy resta per la maggior parte dell’opinione pubblica una dimensione sconosciuta, idealizzata come una soluzione tecnologica ai problemi dei cambiamenti climatici e della distruzione ambientale. E’ complicato far percepire come avviene in maniera immediata per il nucleare o il carbone, l’inappropriatezza del modello che nega una sostenibilità di tipo ambientale e sociale.

Greenlies peró non è solo la denuncia di un modello malato. E’ anche un messaggio di speranza, uno strumento di coscientizzazione e di promozione di modelli alternativi per la produzione e il consumo di energia, di quelle pratiche rese possibili dall”intelligenza collettiva delle nostre comunità, pratiche che dovrebbero essere la regola ma rimangono però l’eccezione… La rivoluzione energetica non può venire dai poteri forti ma può diventare uno strumento nelle mani dei cittadini: le comunità dell’energia.


Sostegni il film e acquista il film su www.greenlies.it
Per informazioni e per organizzare proiezioni scrivere a info@cdca.it
Clicca qui per vedere il TRAILER

Contatti
Lucie Greyl – A Sud / CDCA
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*Lucie Greyl, Associazione A Sud e Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali
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