martedì 8 aprile 2014

Biogas. Uno strano fenomeno colpisce i terreni inondati di digestati Campi trasformati in coltivazioni di funghi

La denuncia di un agronomo bolognese, Stefano Poppi, di S.Giovanni in Persiceto, che ha osservato uno strano ed inquietante fenomeno, indice di gravi alterazioni dei terreni che subiscono la "cura del digestato" (ma non era un ottimo ammendante?) http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2014/04/biogas-uno-strano-fenomeno-colpisce-i.html

(06.04.14) San Giovanni in Persiceto (Bologna) - Un fenomeno inedito interessa alcuni campi dove è stato abbondantemente smaltito il digestato di un impianto a biogas: la presenza di migliata di corpi fruttiferi (carpofori) di un fungo saprofita che viene anche coltivato, il Coprinus comatus



Il fungo si consuma quando è bianco, ovvero quando il fungo è giovane, immaturo e freschissimo. Le lamelle, però, diventano rapidamente scure in relazione alla sporificazione e il fungo perde ogni valore commestibile (nella foto sotto funghi coltivati immaturi)



Sotto, invece, i campi in località Le Budrie ( comeune di San Giovanni in Persiceto ) dove da alcuni anni è entrato in funzione il biodigestore (da 999 kW, tanto per non sbagliare,  dell’azienda Orsi–Mangelli) che vediamo sullo sfondo nella prima foto della sequenza (qui sotto).




Su questi campi, nel 2013, è stato coltivato mais e si è smaltito in abbondanza il famoso, o meglio famigerato, digestato. 


"Qui nel bolognese è successo che i biogassisti disponessero solo di una piccola parte dei terreni necessari a produrre il mais" dice il dr. Poppi. "Così i prezzi degli affitti dei terreni intorno alle centrali sono schizzati in su". "Per non dover pagare affitti esorbitanti i biogassisti, a caccia di silomais per nutrire i biodigestori sovradimensionati, hanno dovuto reperire terreni in affitto sempre più lontano". "La conseguenza - prosegue Poppi - è che, a causa della scarsissima propensione dei proprietari dei terreni in affitto a lasciarvi spargere il digestato (che temono danneggi per sempre i campi) e a causa della distanza di questi terreni affittati, il grosso del digestato proveniente dalle centrali viene sparso nei pochi terreni di proprietà dei biogassisti, nei pressi delle centrali".


Le foto qui riportate sono state scattate da Poppi il 5 aprile.  L'agronomo ritiene che la causa di questa anomala produzione di funghi: "E' da mettere in relazione alla quantità abnorme di digestato smaltita tale da mantenere elevati livelli di sostanza organica non humificata  nei  primi strati del terreno". Ma adesso arriva il brutto.
Se è vero che nel digestato si trova solo una minima parte della sostanza organica delle biomasse di partenza è anche vero che, se il digestato viene applicato in dosi massicce su piccole superfici esso apporterà al terreno molta sostanza organica sotto forma di lignina (non humus - come fanno credere i biogassisti - in quanto l'humificazione è un processo lento che coinvolge parecchie categorie di molecole organiche di partenza e richiede anni).
Guarda caso è su cataste di legname in decomposizione che viene coltivato Coprinus comatus.


Il dr. Poppi, però, si chiede anche tra preoccupato e indignato: "Cosa sta succedendo alla popolazione microbica di questi suoli ?". "Quale è il reale impatto sui delicati equilibri del ciclo dell’azoto?" 

Egli osserva che, se c’è accumulo e persistenza di biomassa in fase di mineralizzazione (come evidenzierebbe la trasformazione del terreno in substrato per la "coltivazione" di funghi saprofiti), c’è inevitabilmente anche liberazione di azoto in forma minerale in esubero (nitrica e ammoniacale ). Ma dal momento che i terreni sono appena stati seminati  - e quindi  non ci sono radici in grado di captare i nitrati,  inevitabilmente essi per lisciviazione vanno a percolare nelle falde. E a inquinarle in modo pericoloso.

L'agronomo bolognese, sulla base di queste inquietanti evidenze, è deciso a chiedere all’ufficio ambiente dell’ ASL di Bologna di provvedere con urgenza alla verifica della concentrazione di azoto nella soluzione circolante di questi  terreni utilizzando appositi lisimetri.

Quanto agli speculatori biogassisti, in caso di dimostrato danno ambientale, essi saranno chiamati a rispondere, delle loro pratiche antiecologiche e agronomicamente sconsiderate.

Sul piano tecnico ed economico peraltro, essi stanno già iniziando a pagare gli errori della loro avidità, che li ha condotti ad ascoltare i tanti gatti evolpi che dipingono il biogas come una panacea, un rimedio di ogni male ambientale e... un mezzo infallibile per riempire il portafoglio. Quello di industriali, consulenti, finanziarie, progettisti, esperti, dirigenti della pubblica amministrazione, politici, amministratori pubblici, però.  

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