venerdì 28 marzo 2014

Nel mirino le tariffe pagate dal Comune per scaricare nella discarica di Malagrotta

Esplode il filone d’indagine sul «sistema rifiuti» a Malagrotta. La Procura della Repubblica ha delegato accertamenti ai consulenti di analizzare gli accordi fra Ama e Colari, relativi alle tariffe... Esplode il filone d’indagine sul «sistema rifiuti» a Malagrotta. La Procura della Repubblica ha delegato accertamenti ai consulenti di analizzare gli accordi fra Ama e Colari, relativi alle tariffe pagate dalla società pubblica per conto di Roma Capitale al consorzio presieduto da Manlio Cerroni. L’indagine si basa su un’ipotesi: ci sarebbe stata una truffa legata alle tariffe pagate dal Comune per il trattamento dei rifiuti urbani nei Tmb (trattamento meccanico biologico), per renderli Cdr (Combustibili da rifiuto). Il sistema è lo stesso già delineato nel primo troncone d’indagine, in cui sarebbero finiti vittima di truffa i comuni di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Pomezia e Rocca di Papa. I rifiuti di questi enti locali, secondo appalto, sarebbero dovuti diventare Cdr dopo il trattamento negli impianti di Tmb. In realtà, questo non sarebbe avvenuto, al punto che i rifiuti speciali finivano direttamente nella discarica di Malagrotta. A parte le indagini dei carabinieri della Tutela ambiente, che hanno svelato l’architettura di questa truffa, i periti della Procura hanno quantificato il presunto danno. È emerso, infatti, come il sodalizio capeggiato da Cerroni abbia indotto in errore le amministrazioni locali, «conseguendo nel periodo dal 2006 al 2012 un ingiusto profitto patrimoniale pari a euro 10 milioni 900mila, di cui 4 milioni 902mila 507 per il minor avviamento al termovalorizzatore (i Cdr devono finire in questi impianti e non nelle discariche in quanto è un rifiuto speciale)». Oltre a questo, i magistrati contestano anche «un aumento unilaterale delle tariffe per l’avviamento alla termovalorizzazione» dei rifiuti, «per 5 milioni 998mila 403 euro e 5 milioni 998mila 403». Il timore è che lo stesso identico sistema sia stato adottato anche per il Comune di Roma. In sostanza, i cittadini avrebbero pagato un servizio che sarebbe stato compiuto solo in parte, consentendo al Colari di avere guadagni extra. Nel filone Malagrotta, ci sono da esplorare anche i capitali legati alle presunte pressioni sul Gse (Gestore servizi elettrici) per avere i contributi in proroga per il gassificatore e l’Aia del 23 dicembre, con cui l’ex commissario governativo per l’emergenza rifiuti, il prefetto Goffredo Sottile, aveva concesso l’autorizzazione al funzionamento del Tmb linea 2.

Ivan Cimmarusti
http://www.iltempo.it/roma-capitale/2014/03/28/nel-mirino-le-tariffe-pagate-dal-comune-per-scaricare-a-malagrotta-1.1234316

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