mercoledì 26 marzo 2014

Ilaria Alpi, ecco i documenti desecretati Tra faccendieri, traffico di armi e di rifiuti

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/03/26/news/ilaria-alpi-ecco-i-documenti-segreti-1.158530

La lunga lista di misteri sulla morte della giornalista si ricostruisce dai verbali della commissione di inchiesta, a cui fu tolto il segreto nel 2006. E da cui emerge l'interesse per il ruolo di Giancarlo Marocchino, Guido Garelli e Said Omar Mugne. Ma solo i fascicoli dell'ex Sismi potrebbero gettare luce sul caso



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Ilaria Alpi, ecco i documenti desecretati 
Tra faccendieri, traffico di armi e di rifiuti
Forte Braschi, armadio 133, fila D, scaffale 5. E’ uno dei tanti indirizzi dei segreti su quello che avvenne a Mogadiscio il 20 marzo 1994 , quando un commando di sette persone ucciseIlaria Alpi e Miran Hrovatin. Qui sono custoditi settantasei fascicoli intestati a Giancarlo Marocchino, l’imprenditore italiano che per primo arrivò sul luogo dell’agguato.

Mai indagato, ma da sempre ritenuto uomo chiave nello scenario somalo. Espulso dalla Somalia nel 1993 dal commando Usa, con l'accusa di essere coinvolto nel traffico di armi; poi riammesso e utilizzato come logista un po' da tutti, dall’esercito alle imprese italiane pagate con quei 1400 miliardi della cooperazione che tanto interessavano la giornalista del Tg3. Indagato a lungo dalla procura di Asti, con l’accusa di essersi appropriato di un container di documenti del ministero degli esteri e per un presunto traffico di rifiuti. Prosciolto poi dal Gip, che ha ritenuto non sufficienti gli indizi presentati dal pm Luciano Tarditi. Difeso dall’avvocato Stefano Menicacci, ex deputato missino, grande esperto di questioni somale, a sua volta già indagato dalla procura di Palermo nell’inchiesta “sistemi criminali”, poi archiviata.


La lunga lista dei misteri somali - un elenco di protocolli indecifrabili, sigle e date - è nota fin dal 2006, quando il verbale di acquisizione dei documenti da parte della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin venne desecretato. Top secret sono per ora i contenuti dei fascicoli dell’ex Sismi - oggi Aise - che potrebbero chiarire i tantissimi punti oscuri sui traffici italo-somali. Note informative, relazioni, messaggi criptati e analisi che il governo di Matteo Renzi ha promesso di rendere pubblici lo scorso 20 marzo , accogliendo la petizione di Articolo 21, firmata da settantamila cittadini .

Oltre al nome di Giancarlo Marocchino, i fascicoli acquisiti dai consulenti della commissione guidata dall’allora deputato Carlo Taormina - che concluse i lavori sostenendo la casualità della morte dei giornalisti, arrivando a dire che in fondo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin “erano in vacanza” - riguardano i principali personaggi chiave della vicenda somala. Imprenditori al centro del crocevia di interessi tra il nostro governo e i signori della guerra somali, che hanno sempre visto il corno d’Africa come una straordinaria occasione di business.

Come ad esempio il direttore della compagnia di pesca italo-somala Shifco, Said Omar Mugne. Settantatré, in questo caso, i dossier a lui intestati, che vanno dal 1985 al 1998, coprendo tredici anni di attività di intelligence. L’interesse, d’altra parte, è centrale: il nome di Mugne era annotato sui bloc-notes di Ilaria Alpi e la compagnia di pesca Shifco. Nell’intervista a Abdullahi Musse Yusuf, il fratello dell’allora sultano di Bosaso, Ilaria Alpi citò apertamente questa società, che aveva la base italiana a Gaeta. Nelle acque del nord della Somalia uno dei cinque pescherecci della Shifco, la Farah Omar, era stato bloccato il 4 marzo del 1994 dai pirati migiurtini. E proprio durante i lavori della commissione guidata da Carlo Taormina apparvero diversi documenti che ipotizzavano l’utilizzo della compagnia italo-somala nel traffico di armi provenienti dai paesi dell’est europeo; sospetto poi confermato nel 2003 da un rapporto delle nazioni unite. “In passato il Munye - si legge poi su una nota desecretata del Ministero dell’interno, datata 4 agosto 1994, - avrebbe acquistato armi dell’ex Jugoslavia vendendole poi al deposto regime somalo di Siad Barre e facendo ritorno in Italia con carichi di pesce”. Sospetti che i dossier classificati potranno probabilmente chiarire.


La lunga lista dei documenti segreti o riservati depositati negli archivi della Camera toccano anche il traffico dei rifiuti. Centinaia le pagine sul faccendiere Guido Garelli, autoproclamatosi colonnello del Sahara occidentale e seguito dal Sismi fin dagli anni ’70. Interrogato a lungo dal pm di Asti Tarditi, Garelli descrisse nei dettagli l’uso del deserto tra il Marocco e la Mauritania e - dagli anni ’90 in poi - della Somalia come la più grande piattaforma per l’interramento delle scorie industriali e radioattive provenienti da Europa e Stati Uniti. Arrestato alla fine degli anni ’80 dalla procura di Brindisi, Garelli è stato spesso ritenuto un millantatore. Eppure l’interesse dei servizi militari nei suoi confronti appare quasi ossessivo scorrendo l’indice delle annotazioni sotto segreto acquisite dalla commissione nel 2004. Il primo dossier, in ordine cronologico, proveniva dal disciolto Sios dell’esercito (servizi segreti poi confluiti nel Dis) ed è datato 21 giugno 1970. Di lui si sono occupati i centri di Bari, Torino, Firenze, Bologna, Verona e Genova, fino al momento del suo arresto avvenuto nei primi anni ’90.

Oltre ai documenti provenienti dai servizi di sicurezza - sulla cui desecretazione la competenza è dell’esecutivo - negli archivi della commissione sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono conservati moltissimi atti riservati prodotti dagli stessi commissari. Carte, queste, che la Camera potrebbe desecretare direttamente. Riguardano il ruolo di testimoni chiave, molti dei quali arrivati - sotto protezione - direttamente dalla Somalia, con vere e proprie attività d’indagine ordinate dal presidente Taormina. Un groviglio di dichiarazioni, spesso contraddittorie che ancora oggi mostra punti oscuri. Un ventennio di misteri che potrebbe tra poco finire. http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/03/26/news/ilaria-alpi-ecco-i-documenti-segreti-1.158530
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