domenica 23 febbraio 2014

Maenza Farneto i roghi Realacci: la mia azienda estranea agli affari del biogas PUNTUALIZZAZIONE

Il capanno incendiato non è coperto da pannelli fotovoltaici «NON SONO LO SCUDO DI NESSUNO E LA MIA IMPRESA NON HA CONTATTI CON CHI FINORA È STATO COLPITO DAL FUOCO» ESTRANEI NON HA MAI RICEVUTO MINACCE CONFERISCE IL LATTE BUFALINO AD AZIENDE ROMANE DI MINA PICONE Mai ricevute intimidazioni; non ci sono concetti logici per dare un senso all’incendio che ha devastato la mia azienda; non sono mai stato interpellato né per il fotovoltaico né per un eventuale conferimento del letame in qualche centrale di biogas». Romano Realacci è chiarissimo: l’episodio che lo ha riguardato la sera di giovedì non può essere immesso «forzatamente» nella rete degli allevatori di bufale che, a Farneto di Maenza, in questi giorni sono costretti a sbarrare gli occhi sulle immagini spettacolari degli incendi ai capannoni del foraggio animale e a respirare fumo tossico per i giorni successivi. «Io non sono lo scudo si nessuno - aggiunge l’allevatore il giorno dopo, mentre il capannone – 26x16 - costruito da una ditta di Sonnino, non ha più una briciola di fieno per le oltre trecento bufale che, al momento dell’incendio erano nel recinto a ridosso del capannone e da sole si sono allontanate all’interno della mangiatoia per mettersi in salvo. Preferisce lasciare alle istituzioni, di cui Realacci ha il massimo rispetto, il compito di seguire le piste che il caso «vuole che si seguano». «Qui sono venuti tutti e ognuno ha lavorato con il massimo scrupolo». «Io penso alla mia azienda e a quello che è capitato a me e alla mia famiglia; la nostra è una società semplice - la Sar -formata da Romano, e dai figli Stefano e Americo; buttiamo sudore dalla mattina alla sera; oggi siamo costretti a contare danni ingenti per un’atti - vità di sopravvivenza». Realacci, dunque, preferisce attenersi alla chiave di lettura di un incendio che costituisce un caso a sé e che non può essere accomunato ad altri incendi che stanno funestando la pianura tra Maenza e P r ive r n o . L e bu f a l e del’azienda Realacci, una delle più grandi in zona, producono latte che un raccoglitore della provincia romana viene a prendersi per farne prodotti caseari. L’azienda zootecnica ha un suo passato storico. La famiglia Realacci veniva da Vallecorsa e ha trovato a Farneto di chi lavorare. Oggi, nella «Sar ss» a dare un forte contributo al padre ci sono Stefano, laureato in Scienze e Tipologie della produzione industriale e Americo, perito industriale. Ieri, verso le 13, in una splendida giornata di sole, lungo la via, tutta buche e crateri, che congiunge lo «Stradone Largo » con «Madonna dei Martiri », qualche residente si è lasciato andare allo sfogo: «Siamo stanchi; la notte nessuno dorme; i bambini sono terrorizzati; una volta eravamo in pace, oggi regna la pazzia». Da Realacci a Perfili, anche nel mirino dei piromani in questa settimana, il passo è breve. Ieri pomeriggio ancora «fumavano» le balle di fieno andate distrutte dal quinto rogo doloso di Farneto. Il fatto quotidiano 22 febbraio 2014

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