domenica 23 febbraio 2014

La distruzione delle armi chimiche della Siria. Una lettera aperta di Greenpeace.

Cosa succede con le armi chimiche della Siria? 
Le informazioni fornite a riguardo sono scarse e frammentarie e per questa ragione i direttori degli uffici mediterranei di Greenpeace (Grecia, Italia, Spagna, Francia, dell’ufficio dell’Europa Centrale e Orientale, che include la Slovenia e dell’ufficio Mediterraneo che include Turchia, Libano, Israele, Giordania ed Egitto) hanno scritto una lettera all’Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche – OPCW). 
Sintetizziamo qui il contenuto della lettera aperta: 
1. Greenpeace sostiene l'importante lavoro che l’OPCW fa per eliminare le armi chimiche, ma chiede una maggiore trasparenza della comunicazione sui piani per rimuovere e smaltire le armi chimiche della Siria. 
2. Greenpeace ritiene che il compito urgente di distruggere le scorte mondiali di armi chimiche dovrebbe in generale avvenire a terra, in piena trasparenza, partecipazione pubblica e valutazioni di impatto ambientale. 
3. Le attuali circostanze in Siria sono eccezionali e complesse e Greenpeace riconosce che in tali condizioni l’idrolisi in mare è una soluzione praticabile; tale situazione eccezionale non deve però creare un precedente. E' chiaro che l'intera operazione solleva legittimi interrogativi. Ed è altrettanto chiaro che non esiste una soluzione perfetta, ma solo una per minimizzare il rischio. 
Lo scorso 16 gennaio sono state diffuse informazioni sulle misure e le tecnologie adottate che, in particolare, escludevano ogni ipotesi di rilascio in aria e/o in mare di prodotti pericolosi e/o di loro derivati da idrolisi; da allora non si è più saputo nulla. 
Per questa ragione Greenpeace ha chiesto all’OPCW di garantire trasparenza e informazioni su ciò che sta accadendo e, più in particolare, che debba essere data regolare diffusione di informazioni ai governi interessati, tra cui:
  • Dettagli, scadenze e aggiornamenti sui piani.
  • Dettagli su tutte le precauzioni adottate per evitare possibili incidenti (a terra e, soprattutto, in mare) e le relative responsabilità.
  • Modalità e garanzie su come potrete ottemperare ai vostri obblighi e agli impegni per la salvaguardia dell'ambiente marino.
  • Dettagli dei piani in caso di incidente, compresi i modi per informare immediatamente i governi, le autorità locali e tutta la popolazione coinvolta.
  • Dettagli sia sulla destinazione e le quantità da avviare a incenerimento con il consenso delle comunità locali.
  • Dettagli e scadenze relativi ai quantitativi di sottoprodotti del processo di idrolisi e il loro destino finale.
L’OPCW ha come controparti i governi. Greenpeace contestualmente chiederà ai governi di rendere tali informazioni disponibili ai cittadini.
Giuseppe Onufrio - Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/la-distruzione-delle-armi-chimiche-della-siri/blog/48285/

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