giovedì 27 febbraio 2014

Gioia Tauro: trasporti di materiali pericolosi, Greenpeace chiede trasparenza

A breve il porto di Gioia Tauro sarà sotto gli occhi di tutti per le operazioni di trasbordo di parte dell’arsenale chimico siriano. Tonnellate di materiali pericolosi (Classe di rischio 6.1) arriveranno a bordo - probabilmente - della nave danese “Ark Futura”. Circa 560 tonnellate di queste sostanze, stipate in 60 containers, saranno quindi trasferite a bordo della nave statunitense Cape Ray. Nessun Paese ha accettato di distruggere sul suo territorio queste armi di distruzione di massa e distruggerle in Siria non è ovviamente possibile. Resta la soluzione di una distruzione per idrolisi mediante un impianto “confinato”, montato appunto sulla Cape Ray, che eseguirà queste operazioni (ci dicono: senza rilasciare sostanze in aria e in mare) in acque internazionali. Sulla necessità di garantire maggiore trasparenza per questa operazione, Greenpeace ha inviato una nota all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche – OPCW), ma ci sono altri interrogativi che meritano una risposta.
Per informarci di quel che succederà a Gioia Tauro è stato diffuso un opuscolo dalla Protezione Civile che garantisce il  “rigoroso rispetto delle procedure e delle misure (incluse quelle per la gestione di eventuali emergenze) già previste ed adottate nel porto per la movimentazione di merci pericolose”. L’opuscolo ci informa poi che “già oggi il porto di Gioia Tauro: movimenta normalmente merci appartenenti alla Classe 6.1 e che nel biennio 2012-2013 nelle sue banchine sono stati trasbordati 3.048 container contenenti sostanze pericolose della stessa classe di quelle provenienti dalla Siria [la Classe 6.1] per un totale di 60.168 tonnellate”. Oltre al semplice transito, siamo stati informati anche del fatto che, almeno a Gioia Tauro, le operazioni di sbarco e imbarco (che implicano un trasporto via terra da e verso il porto) sono di routine: 1.644 tonnellate di sostanze di Classe 6.1 sbarcate e 646 tonnellate imbarcate, negli ultimi due anni.
Queste attività di movimentazione di sostanze chimiche pericolose avvengono anche presso altri terminali? Percorrono le nostre strade, viaggiano sui nostri treni? Per i cittadini (di Gioia Tauro e per tutti noi) questo è un po’ un fulmine a ciel sereno: nessuno era informato di questi particolari. Gli opuscoli non dicono chi sarà, materialmente, a movimentare sostanze così pericolose a Gioia Tauro. Greenpeace ha ricevuto informazioni circostanziate, che non è in grado di verificare direttamente, sulle condizioni non ottimali in cui sarebbe costretto oggi a operare il Nucleo Batteriologico Chimico Radioattivo (NBCR) dei Vigili del Fuoco che, si sostiene nella nota che abbiamo ricevuto, sarebbe incaricato di operare il trasbordo di Gioia Tauro. Questi timori sono presenti in un comunicato stampa dalla Unione Sindacale di Base (USB) dei Vigili del Fuoco che afferma che “sono anni che il personale non viene più formato in materia NBCR e per i mezzi acquistati per questo scopo, buttati in capannoni oppure impiegati per altri servizi d’istituto, non è possibile la manutenzione perché mancano i fondi…”. Seguono, nel sito dell’USB Vigili del Fuoco altri interrogativi sugli sprechi del sistema e una rassegna di foto sullo stato dei materiali che il nucleo NBCR dovrebbe usare che non è del tutto rassicurante: “…materiali scaduti, senza batterie, inservibili..ecc. ecc.”.
Ovviamente, il problema non è circoscritto solo alla vicenda del trasbordo delle armi chimiche siriane e nemmeno a Gioia Tauro. Ci attendiamo risposte da parte del Ministero dell’Interno sulle effettive condizioni di sicurezza delle operazioni di movimentazione di sostanze così pericolose sul territorio italiano.

Alessandro Giannì - Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/trasporti-di-materiali-pericolosi-chiediamo-t/blog/48335/

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