domenica 26 gennaio 2014

«Io sono il pianeta e gli altri i satelliti» La verità di Cerroni davanti al giudice interrogatorio scandalo rifiuti Malagrotta e Borgo Montello

L’interrogatorio.«Alemanno e Rutelli? Mi ringrazino». «Alemanno mi porti in Campidoglio con la carrozza della Regina d’Inghilterra» ROMA - «Dissi ad Alemanno: “Tu non sei un sindaco valido. Guarda, la Regina Elisabetta ha rinnovato tutte le carrozze perché ha fatto il matrimonio di Kate... fattene mandare una a Roma, ce la mandi a Malagrotta, salgo io, Giovi, Rando e qualche altro tecnico e ci porti in Campidoglio per dirci solo grazie a nome di Roma per quello che stiamo facendo”. E l’ho detto anche a Rutelli: “Se tu fossi un sindaco capace, la mattina quando esco di casa dovrei trovare due motociclisti, uno davanti e uno dietro e quando li vedo dico “Aoh! Ma voi che state a fà?” e loro dicono: “Niente, il sindaco ha detto di controllare che non ti fracassi, che non fai incidenti”. .. Non per me, ma perché se si spegne questo, si spegne Roma».

Nel dibattito (ri)nato dopo l’arresto di Manlio Cerroni su quanto siano ampie le sue colpe (penali) e i suoi poteri di pressione più o meno lecita sugli amministratori e quanto invece abbia giocato l’ignavia della politica nel rendere il padrone di Malagrotta signore incontrastato dei destini della Capitale in materia rifiuti, il «re», il «monnezzaro», il «Padreterno di Pisoniano» - tutte definizioni sue - porta consistenti quantità d’acqua al mulino dell’inerzia di partiti e istituzioni. Lo fa nell’interrogatorio di garanzia reso davanti al gip Massimo Battistini e alla presenza del pm Alberto Galanti lo scorso 15 gennaio. Oltre due ore e 100 pagine in cui le lodi al proprio operato da parte del principale indagato nell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti romani sono inversamente proporzionali all’esaustività delle risposte rispetto alle contestazioni che gli vengono fatte.
Il laghetto scomparso dalle foto prodotte per sostenere la candidatura di Monti dell’Ortaccio, «col rischio - sottolinea il pm - di fare una discarica galleggiante»? «Non lo so perché l’hanno fatto sparire. Se Baruchello (il tecnico che produsse lo studio, ndr) dice che io Cerroni lo sapevo, prendo la cicuta». La decisione di far nascere il termovalorizzatore di Albano Laziale su presunte procedure irregolari e «(parole del gip, ndr) escamotage amministrativi» per aggirare i pareri tecnico-giuridici negativi? «L’impianto nasce come una necessità assoluta. Non sono escamotage, sono state adottate tutte le motivazioni e le documentazioni necessarie per dire: “No, si può fare e abbiamo diritto a farlo”». E ancora, sull’approvvigionamento del terreno per il cosidetto capping di Malagrotta, prelevato da Monti dell’Ortaccio senza autorizzazione: «Ma voi lo sapete - dice Cerroni ai magistrati - che se non c’è, non ci fosse stato e non ci sarà l’Ortaccio per approvvigionare di materiali per la ricopertura i costi saranno enormi,perché bisogna andare a prendere argilla...? E poi a me è sempre stato riferito che i documenti in nostro possesso consentivano questa operazione».

Insomma, un solutore di problemi, uno che conosce come nessun altro la materia e va dritto al punto con buona pace di chi non è d’accordo. Così l’87enne avvocato racconta dagli inizi la sua carriera ai pm, anche attraverso una lunga premessa all’interrogatorio: da messo in bicicletta ad assoluto monopolista nella Capitale e «innovatore apprezzato in tutto il mondo. Quando fanno gli incontri in Regione in questa materia,signor giudice, se non ci sono io manco li cominciano, come dire “Che stiamo a fare? Scherziamo?”. Io sono concretezza, io regno da solo, io sono il pianeta e tutti gli altri satelliti. Roma, l’Italia, il mondo mi devono ripagare di 1.850 giorni di mancate vacanze. Faccio il monnezzaro e ho fatto fatica a trovare moglie. Un uomo di servizio mosso dalla necessità imprenditoriale». Poi, la doccia fredda del gip: «Necessità imprenditoriale sua, non della collettività». 
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