E in Canada le sabbie bituminose utilizzate per aumentare la produzione di combustibili fossili provocano un impatto ambientale micidiale ancora impunito: per ottenere un barile di petrolio si usano fino a cinque litri di acqua e i liquami tossici vengono scaricati in vasti laghi ormai colmi di residui di benzene, composti policiclici aromatici, mercurio, piombo e arsenico. Nella carne di alce, elemento essenziale della dieta dei popoli nativi del Canada, si è trovato un livello di arsenico fino a 33 volte superiore a quello accettabile per legge.

“Lo scopo del nostro lavoro”, spiega Antonino Abrami, presidente della Fondazione Sejf (Supranational Environmental Justice Foundation), “è preparare un vero e proprio Atlante dell’ecocidio su scala planetaria e creare gli strumenti capaci di intervenire quando gli Stati nazionali, perché troppo deboli o ricattabili, sono conniventi con gli inquinatori. Servono, insomma, un Tribunale internazionale contro i crimini ambientali e strumenti di governance ambientale che mettano in condizione di competere chi non bara: le industrie della green economy e quelle che sono in viaggio verso una reale sostenibilità ecologica e sociale”. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/01/30/news/fermare_gli_ecocidi_l_appello_dell_ame-die-77312858/?ref=HRLV-18