giovedì 30 gennaio 2014

Arrestato il socio di Cerroni: bloccati beni per 270 milioni

di Sara Menafra
Appalti per le pulizie con lo Iacp del Lazio, le Ferrovie italiane, l’aeroporto di Linate.
Ma, ed è uno degli aspetti più interessanti della sua storia, Giovanni De Pierro è anche il proprietario dei terreni della discarica di Borgo Montello, la zona in cui ancora oggi porta i rifiuti il Comune di Latina, gestita da una società del gruppo Cerroni, la Ecoambiente. E dell’area, proprio accanto, in cui la Camorra avrebbe consentito lo sversamento di rifiuti tossici negli anni ’80.

LE SCATOLE CINESI
Ieri, su indicazione del pm di Roma Giuseppe Cascini, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha sequestrato a lui e alla sua famiglia un totale di 270 milioni di euro, tra beni immobili, conti correnti e quote di 73 società italiane e 14 estere, oltre a 174 unità immobiliari tra fabbricati e terreni, 32 autoveicoli, moto e 2 yacht di oltre 20 metri. Una carriera penalmente molto fortunata: le inchieste giudiziarie lo seguono almeno dal 2003, quando il pm di Potenza John Henry Woodcock chiede il suo arresto all’interno dell’indagine Vip, poi trasferita a Roma per competenza, eppure, al momento è stato sempre assolto o dichiarato prescritto e solo in un caso ha subito un rinvio a giudizio. Tra le indagini che hanno riguardato l’imprenditore ora residente a Barcellona ed esperto nel rapido svuotamento di società titolari di appalti pubblici, anche quelle sui trasferimenti all’estero della Banca Desio. Solo grazie alle nuove normative antimafia, la procura di Roma è riuscita a mettere sotto sequestro i suoi beni.

LA DISCARICA
Tra i beni congelati, c’è anche la discarica di Latina attualmente in funzione ma in via di esaurimento, di proprietà della società Capitolina ma gestita dalla Ecoambiente (riconducibile a Cerroni anche se l’amministratore delegato è l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi). Nel ’96, la Capitolina di De Pierro comprò tutta l’area destinata a discarica nella zona di Borgo Montello, compresa quella di cui parla Carmine Schiavone nei suoi verbali, come specifica l’informativa curata dal comandante del Gico Gerardo Mastrodomenico: «Tale sito è stato oggetto, nel tempo, di diverse indagini della Dda di Napoli in merito alla nota vicenda dell’interramento, avvenuto negli anni ’80, di fusti contenenti rifiuti chimici altamente tossici, ad opera del Clan dei Casalesi». Una parte di quei terreni viene poi riaffittata alla Ecoambiente, prima ancora che questa ottenga l’autorizzazione a gestire la discarica. E, altro fatto strano, nell’Autorizzazione integrata ambientale del 2009, la Regione Lazio scrive che il terreno è «di proprietà» di Ecoambiente, omettendo di dire che la proprietà è invece di De Pierro. Bisognerà capire cosa accadrà nel 2016, quando il contratto di affitto scadrà e, almeno teoricamente, l’azienda del gruppo Cerroni sarà comunque considerata responsabile di qualunque problema ambientale dovesse verificarsi nell’area.
Giovedì 30 Gennaio 2014 - 08:18
Ultimo aggiornamento: 08:21
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