venerdì 31 gennaio 2014

MALATO SARA’ LEI E SUO NONNO… Latina BANCA DELLA ZAPPA, sabato 8 febbraio alle ore 17,30

Per gli appuntamenti della costituenda BANCA DELLA ZAPPA, sabato 8 febbraio alle ore 17,30 sei invitata/o all’incontro: 
MALATO SARA’ LEI E SUO NONNO…
Il benessere possibile, fisico e mentale, attraverso le esperienze dell’Ecologia dell’Anima.
Spunti di riflessione a cura di Gustavo Giorgi
Nel nostro primo appuntamento abbiamo capito come siamo diventati oggetto di esperimento, particolarmente in questo territorio, di un gigantesco laboratorio a cielo aperto su ciò che viene spacciato di volta in volta come progresso e che poi invece si rivela essere un regresso delle millenarie conoscenze della nostra specie.
Nel secondo appuntamento abbiamo visto come gli esseri umani sono capaci, attraverso stili di vita e di alimentazione totalmente sbagliati ed insostenibili, di creare danni permanenti ed irreparabili a se stessi, alle persone a loro vivine e care, oltre che al pianeta che ci ospita.
Ora c'è necessità, per chi condivide questo nostro percorso e chi lo ritiene opportuno, di fare un ulteriore passo per creare quella “massa critica” necessaria per ogni tipo di cambiamento.

Recentemente è nata una corrente di pensiero che intende affrontare il problema della sostenibilità dei nostri sistemi economici da punto di vista solo apparentemente radicale. Gli attuali esseri umani, in quanto tali e nel loro insieme, sono di per sé un problema, anzi una minaccia, per l’esistenza della Terra. Nella competizione tra di loro per motivi di supremazia e di dominio su tutti gli esseri viventi, il genere umano non sta tenendo in conto il fatto di aver ingaggiato una guerra (perdente e irreversibile) contro la natura e le sue smisurate forze. Questo confine è già stato superato la prima volta con l’avventura dell’uso bellico dell’energia atomica, del quale l’uso “civile” attraverso le centrali nucleari rappresenta ormai solo un patetico paravento. Ma invece di ripensare e rivedere queste scelte insostenibili dal punto di vista eco-logico, ilbisogno psico-logico malato di supremazia su tutto e su tutti di alcuni esseri umani,* sta producendo ulteriori sconfinamenti che rischiano di essere letali per la nostra intera specie. Ne sono esempio l’uso indiscriminato delle risorse limitate per fini di lucro momentaneo (acqua e suolo in primo luogo) e la modificazione ad uso commerciale del patrimonio genetico dei nostri alimenti (OGM).
Ma esiste ormai la convinzione che l'ambiente di vita nel suo complesso, cioè includendo animali e piante, deve essere rispettato e considerato come avente diritti giuridici inalienabili a prescindere dai benefici o meno che produce a noi esseri umani. Questo passaggio però ha bisogno della nostra capacità di guardare più in profondità, anche dentro la propria anima, al fine di valutare il reale rapporto che attualmente abbiamo con la natura e l’insieme delle altre esistenze. Se si sta male con se stessi, quel male produce danni anche ad altri. E se le decisioni che ci riguardano tutti le prendono sempre e solo persone che stanno male per motivi di potere, il danno conseguente riguarda tutti. Molte di queste persone che non stanno bene già a partire da se stessi appartengono all'attuale classe politica che continua a chiederci deleghe in bianco per rappresentarci dentro le nostre istituzioni. Noi tutti possiamo fare qualcosa per impedire a costoro di ingaggiare anche per nostro conto una guerra già persa in partenza. 

Il nuovo appuntamento è per sabato 8 febbraio presso i locali di SPAZIO BIO LATINA (già Naturlandia) in Via Tanaro 13/23 – Latina (vicino Torre Pontina), a partire dalle ore 17,30 in poi.
L’incontro successivo, dal titolo “COME MANGIARE ACQUA AVVELENATA E VIVERE CONTENTI”, si terrà venerdì 21 febbraio alle ore 17,30.

Sermoneta "Inquinamento e rischi per la salute" Inchiesta sulla turbogas "fantasma"

Nel mirino della procura di Latina una cartiera di Sermoneta che utilizza un impianto per trasformare il metano in energia elettrica. Accertamenti dell'Arpa e dei carabinieri del Noe

di MARINO BISSO E CARLO PICOZZACerca e ricerca, nelle carte del Comune e del Consorzio industriale Roma-Latina non sembra esserci traccia. Ma sulla turbogas fantasma a settanta chilometri dalla capitale è stata aperta un'inchiesta. L'impianto che trasforma il gas in energia elettrica, sconosciuto alle istituzioni, è al centro di un contenzioso tra una famiglia e i titolari di una cartiera, la Ideal Cart, che utilizza la mini centrale "con congrui risparmi energetici", sotto Sermoneta, paese sui monti Lepini in provincia di Latina. E la vertenza è finita al centro dell'indagine della procura del capoluogo pontino. Il pm Eleonora Tortora vuole accertare se ci siano o no pericoli potenziali per la salute causati dalla turbogas nell'area industriale di Borgo Tufette. I reati ipotizzati sono inquinamento ambientale e acustico e lesioni colpose. Finisce così a Palazzo di giustizia la battaglia ingaggiata dagli avvocati Maria Belli e Giada Gervasi a difesa di alcuni residenti del Comune montano.

Ad avviare il contenzioso contro la turbina a gas è stata una famiglia che dal 2006 segnala i rischi per l'incolumità pubblica innescati da una mini-centrale inesistente nelle carte, ignota sia al Comune sia al Consorzio dell'area industriale Roma-Latina ma che "incombe sulla salute degli abitanti dell'area". A scoprire l'esistenza dell'impianto sono stati i coniugi Erica Giannini e Paolo Sevagian che nel dicembre di sei anni fa, acquistato un lotto di terreno, volevano realizzarvi un'azienda di apparecchi elettromedicali, 
ignari di vivere e lavorare
a pochi metri dalla turbina a gas. "Prima dell'acquisto", raccontano, "ci eravamo accertati, forti della documentazione pubblica a disposizione, che nell'area non c'erano siti inquinanti e, soprattutto, che l'azienda confinante con noi non utilizzava lavorazioni chimiche o batteriche o impianti nocivi alla salute". "Dal Consorzio industriale Roma-Latina", raccontano i coniugi, "avevamo avuto l'assicurazione che non c'era pericolo alcuno e così, acquistato il terreno, abbiamo chiesto l'autorizzazione per realizzarvi la nostra azienda". "Solo dopo quattro mesi", continuano i Sevigian, "dalla cartiera confinante è arrivata una lettera che ci informava che "per sua natura, l'impianto di cogenerazione mediante turbogas rappresentava comunque una fonte di inquinamento acustico e atmosferico"". "Ci si è aperta la terra sotto i piedi, la missiva manifestava anche dubbi sul permesso rilasciato dal Comune di Sermoneta che, secondo l'impresa, non avrebbe "tenuto conto dei rischi di esposizione ad agenti inquinanti dei futuri occupanti"". Come dire, è meglio che cambiate indirizzo. Con quella lettera, insomma, i Sevigian scoprono l'esistenza della turbina a gas "a una trentina di metri" da loro. Le sorprese non finiscono. "Da verifiche successive", ricordano, "abbiamo accertato che nessuno nella zona era al corrente dell'esistenza di quell'impianto".

 "Solo il Comune di Sermoneta risultava aver lasciato un'autorizzazione alla realizzazione della struttura", ancora i coniugi, "abbiamo chiesto allora la documentazione ma non siamo mai riusciti ad averla".
Intanto la famiglia Sevigian si trasferisce nel fabbricato che aveva fatto costruire con i suoi risparmi. "Dopo le nostre richieste, l'Arpa, Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, iniziò a controllare l'area accertando nel 2008 che l'impianto era fuori legge per l'inquinamento acustico in un ambiente abitato". Tempo qualche mese e arrivano due buone notizie. "Mia moglie era incinta", racconta Paolo Sevigian, "e dagli esami risultava in buona salute, si era sottoposta anche a un'ecografia della tiroide con esito negativo". Ma a pochi mesi dal parto la donna comincia "a perdere i capelli e a soffrire di disturbi alimentari". Si sottopone a un'altra ecografia e compaiono "alcuni noduli alla tiroide". Gli esami clinici non escludono che a causarli fosse stato l'inquinamento della vicina azienda, l'esposizione cronica della donna a fattori ambientali esogeni quali le radiazioni ionizzanti prodotte dalla turbina a gas.

"Dopo un primo esposto", spiega l'avvocato Belli, "è stata riscontrata la violazione dei parametri di legge per le emissioni acustiche e atmosferiche, che ha portato alla condanna dell'azienda e al pagamento di un'ammenda". "Nel dicembre scorso", continua il legale dei Sevigian, "in un nuovo esposto sono stati ipotizzati pericoli e danni potenziali all'incolumità pubblica determinati dalla mini centrale energetica". Ora la procura indaga e ha già disposto l'acquisizione di tutta la documentazione per accertare se sia regolare quell'autorizzazione rilasciata "in gran segreto". http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/23/news/inquinamento_e_rischi_per_la_salute_inchiesta_sulla_turbogas_fantasma-32067304/
 
(23 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

spunta la centrale a turbogas di Sermoneta: 3. progetto dopo Aprilia e Pontinia

Mentre ad Aprilia, per anni, hanno tentato inutilmente a contrastare il progetto della centrale a turbogas di Sorgenia (quella che nella pubblicità dichiara di essere a favore dell'energia naturale e rinnovabile o quella che era in società, sembra, con Legambiente in Lombardia) poi realizzata lo scorso anno, mentre a Pontinia si cerca di contrastare il progetto della centrale a turbogas progettata a Mazzocchio del gruppo sociale di cui il maggiore azionista è il suocero di Casini (dell'udc) la cui controversa VIA (scaduta da più di un anno) è stata firmata da un altro udc (all'epoca ministro) Buttiglione, a Sermoneta sono arrivati primi in silenzio, zitti zitti quatti quatti. Almeno così riporta la Provincia di oggi
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120324latina/index.html in prima pagina
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120324latina/index.html#/22/ e il servizio nella pagina di Sermoneta.

Inquinamento delle falde acquifere nei pressi della discarica di Borgo Montello inchiesta della Procura per i dati nascosti dall'Arpa

L’inchiesta della Procura sull’inquinamento a Borgo Montello e i dati «nascosti» dell’A rp a Una perizia per la discarica Consegnata la relazione sulle analisi delle falde acquifere nel fiume Astura NEL DETTAGLIO DALL’ESITO DELLA VERIFICA SUI CAMPIONI POTRANNO EMERGERE QUINDI ULTERIORI RISVOLTI INVESTIGATIVI Inquinamento delle falde acquifere nei pressi della discarica di Borgo Montello. Una questione finita in Procura. E, in questi mesi, l’attenzione della magistratura, dopo il caso dei report ambientali dell’Arpa Lazio resi noti con inspiegabile ritardo, si è spostata sul fiume Astura, tanto da incaricare degli esperti per l’analisi dei campioni prelevati nelle falde acquifere da parte degli agenti del Corpo forestale. Ma soprattutto l’esito delle verifiche di laboratorio, con il supporto di un chimico, sarebbero racchiuse in una relazione consegnata, in questi giorni, in Procura: una consulenza che va ancora più a fondo per stabilire i parametri di inquinamento sui prelievi sia a monte che a valle del fiume Astura, nella zona di servitù della discarica di Borgo Montello. Una perizia che potrebbe utile al sostituto procuratore, Giuseppe Miliano, per il confronto con i dati dell’Arpa che riportano parametri preoccupanti e che evidenziano, soprattutto, un peggioramento della situazione. Nel novembre scorso era emerso, infatti, come il livello di arsenico, ferro e piombo sforasse di cento volte il limite (questo quanto appurato e soprattutto a conoscenza degli enti fin dal marzo del 2012). Eppure invece di intraprendere qualsiasi iniziativa al fine di salvaguardare la salute pubblica; Comune, Provincia e Regione avevano preferito la via del silenzio. Lo stesso sostituto procuratore aveva ascoltato qualche funzionario dell’Arpa conferendo poi l’incarico agli agenti di eseguire dei prelievi per ulteriori accertamenti che potrebbero, quindi, portare a degli sviluppi. A questo punto, qualora dovessero venire fuori delle gravi anomalie in merito all’utilizzo delle falde acquifere per abitanti ed agricoltori della zona, non si esclude la necessità di provvedimenti per la tutela della salute pubblica. Anche i Verdi erano intervenuti ritenendo «colposo» il ritardo nella pubblicazione di quei risultati che provavano l’inquinamento sempre più grave nella zona di Borgo Montello, oltre alle due discariche, interessando anche il fiume Astura, le falde e i terreni circostanti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

il compost sarebbe regolare solo con emissioni odorigene moleste Odori sospetti, l’indagine sulle aziende agricole Prati di Coppola,

Odori sospetti, l’indagine sulle aziende agricole Prati di Coppola, compost regolare Nessuna anomalia nell’uso di fertilizzanti GLI ACCERTAMENTI DAI RISULTATI EMERGE COME I COMPONENTI DEL COMPOST USATO NON SIANO IRREGOLARI I PRELIEVI DI CAMPIONI ERANO STATI FATTI DALLA FORESTALE E DALL’ARPA Devono essere state altre le cause che, lo scorso dicembre, hanno messo in allerta i cittadini per quei forti odori sospetti che avevano reso irrespirabile l’aria del centro urbano tanto da far avviare un’attività di indagine al Corpo forestale dello Stato con l’ipotesi di inquinamento ambientale. La città era stata invasa da odori nauseabondi, non riconducibili quindi all’ utilizzo di semplici fertilizzanti da parte degli agricoltori. Anche l’Arpa Lazio si era mossa con dei prelievi: campioni di compost utilizzati come ammendante dagli agricoltori della zona Prati di Coppola. Gli agenti del Corpo dello Stato avevano proceduto nella stessa maniera perché le richieste di chiarimenti sopraggiunte anche da parte dei cittadini erano state piuttosto numerose. Ora i risultati sono arrivati e da quei campioni non risulta nessuna anomalia nell’utilizzo del compost come fertilizzante: insomma non sarebbero state riscont r a t e c o m u n q u e sostanze nocive e gli agricoltori della zona possono tirare un sospiro di sollievo. Rimane comunque un interrogativo: da cosa sarebbero stati provocati allora quei miasmi insopportabili? Diventerà piuttosto difficile per gli agenti appurare le cause alla base di quella dispersione di odori che da via del Lido avevano raggiunto addirittura il centro impregnando l’ar i a per parecchi giorni. Anche perché un fenomeno simile non è mai più ricapitato. Le verifiche erano state coordinate dagli agenti del comando stazione di Latina e avevano preso come punto di riferimento proprio le aziende agricole che si trovano nella zona ritenuta concentrato di miasmi. Anche i tecnici dell’agenzia regionale per la protezione ambientale se ne erano interessati e gli accertamenti si erano focalizzati proprio sulla tipologia dei fertilizzanti. Latina Editoriale Oggi 31 gennaio 2014

Lazio Verso l’acqua bene comune La nuova proposta di riordino del servizio idrico cancella gli Ato

Riconoscimento dei principi di salvaguardia ed economicità, nasce l’Atou regionale Verso l’acqua bene comune La nuova proposta di riordino del servizio idrico cancella gli Ato La Regione Lazio approva le linee guida della nuova legge sull’Acqua. E’ la notizia diramata nel corso della giornata di ieri dalla Giunta regionale che ricorda come efficienza, efficacia ed economicità siano i principi sanciti dalle linee guida approvate dalla giunta regionale del Lazio su cui determinare la proposta di legge sull’uso dell’ac - qua per il consumo umano e sulla gestione del servizio. «Un documento - si legge nella nota - che stabilisce che ai soggetti concessionari del servizio non venga riconosciuta la remunerazione del capitale investito. Le linee guida non consentono dunque la costituzione e la permanenza di società patrimoniali finalizzate alla detenzione delle reti e delle infrastrutture, che afferiscono al demanio idrico». Nella recente proposta di legge si sottolinea che «l'erogazione del servizio idrico integrato deve essere condotta perseguendo il recupero integrale dei costi, anche ambientali e di impiego della risorsa, mediante i ricavi ottenuti dalla gestione delle singole fasi del ciclo idrico». Sono cancellati i 5 Ato oggi esistenti, sostituiti da un unico ambito territoriale a livello regionale, denominato Atou (Ambito Territoriale Ottimale Unico). Per lo svolgimento delle funzioni relative al servizio idrico integrato, si propone l’istituzione dell’Ear (Ente d’ambito Regionale), ente di diritto pubblico dotato di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, rappresentativo di tutti i comuni, che subentrerà in tutti i rapporti attivi e passivi delle Autorità d’ambito. Esso avrà poteri decisionali in merito all'individuazione delle forme di affidamento del servizio idrico integrato, e sarà soggetto a principi di trasparenza e anti-corruzione. All’interno dell’Ear si propone inoltre l’istituzione di una assemblea dei sindaci, titolare di poteri di iniziativa e poteri consultivi (obbligatori ma non vincolanti) in materia di redazione del piano d'ambito, nonché di adozione delle carte del servizio, sulla scorta dei modelli predisposti dall’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica e il gas). Una iniziativa tra le più innovative del Paese, che l’ammini - strazione regionale intende portare all’attenzione di tutti i soggetti interessati. Le linee guida, deliberate dalla Giunta, saranno ora inviate alla VI Commissione Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica della Pisana che procederà ad espletare gli atti pertinenti all'attuazione del percorso partecipato, al fine di giungere alla realizzazione della nuova legge. «La Regione Lazio sta andando verso una conquista storica: l'acqua bene comune, ma soprattutto bene qualitativamente elevato e uguale per tutti i comuni del territorio». E’ stato il commento di Massimiliano Valeriani, vice presidente del Consiglio della Regione Lazio, che ha voluto ricordare come la giunta Zingaretti ha raccolto «le indicazioni di anni di battaglie per la tutela del diritto dell' universalita' di questo bene ed ha tracciato, con la delibera numero 40 del 28 gennaio, le linee guida per una legge innovativa per la riorganizzazione del servizio idrico integrato. Che, si legge nel testo delle delibera citata, “deve essere ispirata ai principi di precauzione e di salvaguardia delle aspettative e dei diritti delle generazioni future”, rispondendo per altro ai principi di efficienza, efficacia ed economicità ». Latina Editoriale Oggi 31 gennaio 2014

ordinanza impianto tmb comune

dopo lo scandalo rifiuti, arresti e sequestri il comune corre ai ripari con un'attesa ordinanza in merito all'impianto di tmb. Sindaco, giunta, consiglieri comunali saranno difesi con il divieto di caccia alle allodole, cioè loro stessi (allodole o allocchi) che hanno creduto alla favola del gioiello di famiglia... solo satira naturalmente

Ambiente, la Camera approva il decreto legge "Terra dei fuochi"

Stanziati 50 milioni di euro per controlli sanitari in Campania e a Taranto. Previsto anche il reato di "combustione illecita dei rifiuti" per la regione Campania. Accolte molte delle richieste fatte dai comitati ROMA -Sì dell'Aula della Camera al decreto legge emergenza ambientale, che contiene interventi per la Terra dei fuochi e l'Ilva. Il testo, che è stato approvato a Montecitorio con 268 sì, 2 no e 15 astenuti, passa al Senato che ha solo una decina di giorni per convertirlo. Sel si è astenuta.

La Camera ha infatti stabilito di interrompere e rinviare all'11 febbraio l'esame del testo unificato delle proposte di legge sulla riforma elettorale, proprio per dare la precedenza al dl ambientale. 

"Ringrazio il Parlamento per aver migliorato questo provvedimento rafforzandolo", ha detto il ministro per l'Ambiente Andrea Orlando prima della votazione finale sul decreto legge. E ha ricordato il vigile Michele Liguori di Acerra che per anni ha denunciato - inascoltato - la situazione degli sversamenti. Liguori è morto il 19 gennaio scorso stroncato da due tumori verosimilmente causati dai veleni che avvelenano la terra dei fuochi, veleni che lo hanno colpito mentre faceva il suo dovere, privo però di adeguate protezioni.

Che cosa dice il decreto "Ilva-Terra dei fuochi." Il decreto legge 136, dopo l'approvazione degli emendamenti avvenuta il 13 gennaio in Commissione Ambiente della Camera, comprende una serie di norme finalizzate al risanamento di due aree del Paese fortemente compromesse dal punto di vista ambientale: Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il dl prevede lo stanziamento di cinquanta milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede in queste due aree. Per la regione Campania, sono previsti interventi per la sicurezza ambientale e agroalimentare, compresa l'introduzione del reato di combustione illecita dei rifiuti.

Nel caso dell'Ilva, si introduce tra l'altro una speciale procedura per l'autorizzazione alla realizzazione degli interventi previsti dall'Aia e dal piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria nell'area dello stabilimento.

Tra i miglioramenti apportati, infine, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie e infine allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. 
 http://www.repubblica.it/politica/2014/01/31/news/ambiente_in_corso_alla_camera_esame_del_dl_terra_dei_fuochi-77404228/?ref=HREC1-11

Basta con le promesse non mantenute. Vogliamo un tavolo tecnico per un futuro senza trivelle in Sicilia.

A Rosario Crocetta
Basta con le promesse non mantenute. Vogliamo un tavolo tecnico per un futuro senza trivelle in Sicilia.


Lanciata da
Greenpeace e WWF
Trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia: dopo le proteste dei cittadini e le iniziative di Greenpeace e WWF, i vertici della Regione Siciliana avevano promesso di avviare un tavolo tecnico entro la prima metà del 2013. Il tavolo non lo abbiamo ancora visto. In compenso, la Regione Siciliana ha approvato una riduzione delle royalties sulle estrazioni petrolifere dal 20% al 13%. Scrivi al Presidente Crocetta e chiedigli di voltare pagina sul petrolio.
Greenpeace, il WWF insieme a molte altre associazioni e comitati si battono da tempo per impedire i numerosi progetti di trivellazioni petrolifere offshore che minacciano in particolare il Canale di Sicilia, un hot spot della diversità biologica del Mediterraneo. Si tratta di progetti approvati con Valutazioni di impatto ambientale che spesso semplicemente avallano le scelte dei petrolieri e che mettono in pericolo i nostri mari ricchi di biodiversità. A rischio sarebbero anche le aree di riproduzione e le nursery delle più importanti specie ittiche della zona, come il nasello, il gambero bianco, l’acciuga e la sardina.
I vertici della Regione Siciliana avevano promesso da tempo di avviare un Tavolo Tecnico, per affrontare la "questione trivelle" con iniziative politiche e istituzionali tese a conciliare lo sviluppo sostenibile della Sicilia con la tutela del mare, da cui dipendono settori rilevanti per l’economia delle comunità costiere. In compenso, la Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una riduzione delle royalties sulle estrazioni petrolifere onshore dal 20% al 13%
Scrivi al Presidente Crocetta e chiedi di lasciar perdere il petrolio e di puntare al futuro e convocare immediatamente il Tavolo Tecnico Trivelle. https://www.change.org/it/petizioni/rosario-crocetta-basta-con-le-promesse-non-mantenute-vogliamo-un-tavolo-tecnico-per-un-futuro-senza-trivelle-in-sicilia

Chiude la discarica di Bracciano, ipotesi rifiuti ad Aprilia

La discarica di Cupinoro (Bracciano) chiude i battenti «per esaurimento delle volumetrie disponibili».
Ed è corsa contro il tempo per trovare soluzioni alternative per i 25 comuni della provincia di Roma che sversano in quel sito. Dalla Regione Lazio, ricordando che la chiusura della discarica è prevista per domani, sottolineano «la necessità di individuare in tempi molto rapidi impianti provvisori e alternativi». Però rassicurano: ci sono diversi impianti, la situazione è complicata ma sotto controllo. Insomma si lavora per scongiurare eventuali emergenze per i 25 Comuni serviti dalla discarica. Gli impianti provvisori si rendono necessari, spiegano dalla Regione, «in attesa di concludere positivamente il rinnovo dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale).
La Regione ha comunicato ai Comuni la possibilità, prevista dall’attuale piano di gestione rifiuti del Lazio nei casi di carenza impiantistica, di utilizzare provvisoriamente impianti presenti in altri Ambiti Territoriali Ottimali (Ato), fermo restando il principio di prossimità».
Ma, rimarcano dall’amministrazione regionale, «è ora compito dei Comuni l’individuazione della soluzione più favorevole alle proprie esigenze e la relativa comunicazione in merito, che la Regione Lazio aspetta di ricevere entro le prossime 24 ore. È bene ricordare – aggiungono – che quasi tutte le 25 amministrazioni coinvolte hanno avviato in questi ultimi anni la raccolta differenziata porta a porta, con percentuali vicine al 70% per i Comuni che da più tempo hanno attuato questo tipo di raccolta differenziata. Risulta evidente come tale percorso virtuoso abbia contribuito in modo significativo a rendere meno grave l’odierna situazione».
Ma il primo ostacolo è arrivato dalla provincia di Viterbo, con il vicepresidente Paolo Equitani che ha detto all’assessore regionale all’Ambiente Michele Civita di essere contrario «al conferimento dei rifiuti di Cupinoro nel nostro territorio, in particolare nella discarica di Monterazzano. Il nostro territorio – ha affermato – non può essere utilizzato come pattumiera ogni volta che ai propri confini si verificano situazione d’emergenza». Ma poi ha aggiunto: «Siamo disponibili a venire incontro ai Comuni interessati soltanto per i primi giorni, evitando che la chiusura del sito possa creare difficoltà».
«I 25 comuni che andranno negli impianti messi a disposizione dalla Regione – dice il sindaco di Bracciano Giuliano Sala -. Noi abbiamo scelto e comunicato che l’impianto di Viterbo è per noi la scelta più favorevole in quanto più facilmente raggiungibile, se Viterbo non mi fa scaricare scriverò al prefetto. E se fosse proprio impossibile andrò ad Aprilia. Qualcuno dovrà portarci fuori da questa emergenza per un periodo».  http://www.latina24ore.it/latina/81520/chiude-la-discarica-di-bracciano-ipotesi-rifiuti-ad-aprilia

domani su Il settimanale di Latina nuova centrale a biogas a Pontinia alimentata anche da rifiuti

E' una vera e propria corsa alla speculazione sempre più spinta e forte tra biogassisti e biomassisti contro il territorio pontino. Probabilmente sono finiti i campi, le colture e iniziano anche loro a buttarsi sui rifiuti. D'altronde sembra che di rifiuti in provincia di Latina ne saranno smaltiti sempre di più anche a causa della chiusura e dello stop di discariche e impianti vari alle prese con arresti, sequestri, denunce e inchieste di ogni genere

Nuova centrale a biogas nel comune di Sabaudia, in via Colle d'Alba - Borgo San Donato

gran parte del territorio del comune di Sabaudia rientra nel Parco Nazionale del Circeo, vera perla del Mediterraneo, famosa per le dune e il paesaggio incantevole, salvaguardato da amministratori lungimiranti e da ambientalisti ante litteram. Purtroppo nell'ultimo periodo, gli ambientalisti del fare (bruciare, incenerire, devastare) tra attacchi e incendi dolosi addirittura all'interno del parco, discariche abusive è diventato anche la patria delle centrali inquinanti che spargono effetti devastanti nel suolo, nelle falde e nell'aria a biogas e a biomasse. E' la speculazione del momento, le lobby del gas e dell'inceneritore sono riuscite a farsi fare leggi e provvedimenti ad hoc, togliendo gli incentivi agli impianti fotovoltaici sui tetti delle case (una delle poche vere energie naturali e rinnovabili) per dargli agli speculatori biogassisti e biomassisti. Dopo le 2 centrali approvate dalla provincia di Latina, dopo i progetti di quella in via Portosello a meno di 1 km dal centro abitato di Pontinia, arriva l'ennesimo progetto in via Colle d'Alba a poche centinaia di metri dalla popolosa zona residenziale, vicino a Borgo San Donato e a meno di 2 km dal centro abitato di Pontinia. Anche questa centrale viene proposta dalla solita organizzazione che sta procurando sconcerto a Maenza, Priverno, nei Lepini, con un componente già fermato per tangenti per agevolare la realizzazione del biogas e con l'ingegnere progettista che a Maenza non aveva saputo spiegare se la centrale veniva alimentata da 10 – 100 o 1.000 bufale. A proposito di bufale...   

azioni di contrasto al devastante progetto dell' Autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e della Bretella Cisterna-Valmontone.

Ai Giornali, Radio, Tv e a tutti gli organi d'informazione per la pubblicazione
A tutti i cittadini
COMUNICATO STAMPA Congiunto
 Comitato Nocorridoio Roma-Latina e Comitato Nobretella Cisterna-Valmontone
Oggetto: azioni di contrasto al devastante progetto dell' Autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e della Bretella Cisterna-Valmontone.
Il 3 Gennaio 2014 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, la delibera CIPE n. 51 del 2 Agosto 2013 del progetto definitivo dell'autostrada a pedaggio A12-Tor de Cenci-Latina e della bretella Cistena-Valmontone.
Il responsabile di tutto ciò, dopo 23 anni di una continua e caparbia opposizione del movimento Nocorridoio/NObretella, è stato il Governo Letta/Lupi che ha forzato la mano, inserendo la devastazione nel “Decreto Fare”. Non assolviamo di certo tutte le Giunte Regionali del Lazio, da quella di Storace a Marrazzo, da Polverini a Zingaretti che, in maniera supina hanno sempre riproposto l'inutile opera, senza mai informare e far partecipare le comunità locali interessate dal tracciato alle decisioni.
Per questo motivo faremo RICORSO AL TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale impugnando tutto il progetto, a seguirepresenteremo un ESPOSTO ALLA COMMISSIONE EUROPEA affinchè apra un procedimento contro la Repubblica Italiana per violazione delle Direttive VIA e Habitat. Procedimento che, in caso di persistenza delle violazioni, ben potrebbe portare al suo deferimento in Corte di Giustizia e quindi ad una pronuncia di condanna in sede Europea.
Già da subito stiamo lavorando per rilanciare LOPPOSIZIONE SOCIALE E L' AUTODIFESA delle nostre comunità e dell'ambiente.
In primavera si terrà un GRANDE EVENTO con la partecipazione di artisti e di gruppi musicali per l'autofinanaziamento delle iniziative di contrasto a questa grande opera inutile e costosa.
Non sappiamo dove aprirà il cantiere, ma ci stiamo muovendo per acquistare un terreno posto in una posizione strategica del tracciato dell'autostrada nel quale istallare il PRESIDIO PERMANENTE.
Costituiremo un COMITATO DI SOSTEGNO alla nostra ecoresistenza formato da tutte le Associazioni, Comitati, Partiti e Sindacati solidali e attivi con la nostra vertenza contro la devastazione.
Ultima azione di contrasto in ordine di tempo, è la LETTERA/APPELLO rivolta alla Giunta Regionale del Lazio, mandata da decine di cittadini, di non assumere a proprio carico l'onere derivante da contenzioso relativo all’opera per cui è stato fatto ricorso a procedura arbitrale da parte soci privati di ARCEA. Tale diniego impedirebbe la messa in gara entro il mese di Aprile 2014 come da punto 4.1 della delibera CIPE 51/2013 visto la non risoluzione dei contenziosi.
Per fermare le ruspe, gli espropri, l'abbattimento delle case, la chiusura delle aziende agricole, la devastazione ambientale e sociale ricordiamo l'importanza dell'autofinanziamento della CASSA DI MUTUO SOCCORSO per affrontare tutte le spese, invitiamo a fare unBONIFICO ECORESISTENTE:
Conto Corrente Bancario intestato a "Associazione ViviamoVitinia Onlus" – c/o Banca Etica - Codice IBAN:IT03E0501803200000000168733
Causale del versamento: "contributo Ricorso al TAR"
Concludiamo, ricordando che L'UNITA' delle nostre comunità è fondamentale per la DIFESA DELLA NOSTRA TERRA e della qualità della vita, visto che l'ingiustizia, è diventata legge, promulgata da politicanti subalterni ai poteri forti della devastazione.
RESISTEREMO CON TUTTI I MEZZI A NOSTRA DISPOSIZIONE!
Roma, 30 Gennaio 2014
Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera
Il blog: http://quartiereroma12.blogspot.com - e.mail: nocorridoio@tiscali.it - cell. 3332152909
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Comitato NO alla Bretella Cisterna-Valmontone
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Sanità, il 12 febbraio fiaccolata per l’ospedale di Fondi

MUNICATO STAMPA
Sanità, il 12 febbraio fiaccolata per l’ospedale

Dalle parole si passa ai fatti. La Fondazione San Giovanni di Dio ed il Comitato pro ospedale invitano i cittadini di Fondi, Sperlonga, Lenola, Monte San Biagio e Campodimele a partecipare alla Fiaccolata che si terrà mercoledì 12 febbraio 2014 alle 17.00 con partenze dall'ospedale di Fondi. Oltre alle autorità politiche e civili, è prevista la partecipazione di Sua Eccellenza il Vescovo di Gaeta Monsignor Fabio Bernardo D'Onorio.
Con lo slogan “Non ci fermeremo”, i componenti delle due realtà in difesa del Presidio Ospedaliero Centro e in particolare del “San Giovanni di Dio” percorreranno le strade principali della città. Il coordinatore del Comitato pro ospedale Lucio De Santis chiama a raccolta la cittadinanza del Comprensorio e, come ha sempre fatto, chiede alla politica di fare la sua parte fuori dalle logiche di appartenenza: “La paralisi dell’ospedale generata dalla mancanza di personale, ci fa essere antieconomici e quindi a rischiare nel lungo periodo la perdita di servizi. Nell'ultima assemblea pubblica con i sindaci del comprensorio che ha richiamato migliaia di persone è stata ribadita con chiarezza l'urgenza che l'ospedale di Fondi deve funzionare H24, come risulta dall’ordine del giorno approvato dei vari sindaci. Gli interventi paliativi dell’azienda non ci interessano e non servono”.

Si riporta l’itinerario:
Via Provinciale per Lenola, Via Appia, Via Roma, Viale della Libertà, via Itri, Via dei Latini, Via degli Ausoni, Via degli Osci, Via Toniolo, Piazza IV Novembre, Viale Vittorio Emanuele III, Corso Appio Claudio.

L’arrivo è previsto presso al Chiesa di Santa Maria con la celebrazione della Santa Messa.



Assemblea permanente quotidiano La Provincia

QUOTIDIANO LA PROVINCIA

I punti più importanti della vertenza


·       aprile 2012
Il sindacato (Slc Cgil Latina e Frosinone) e Effe Cooperativa firmano una procedura di cassa integrazione straordinaria per i circa 15 poligrafici della durata di 12 mesi

·       maggio 2012
Il presidente del Cda della Effe Cooperativa spa e proprietario della testata “La Provincia” Arnaldo Zeppieri, la Fieg, il Comitato di redazione e Associazione Stampa Romana firmano un accordo che prevede i Contratti di solidarietà per 24 mesi per 34 giornalisti tra Latina e Frosinone

·       gennaio 2013
Arnaldo Zeppieri si dimette e la presidenza della Effe Cooperativa passa a Davide Rea. Iniziano i primi ritardi nei pagamenti

·       aprile 2013
Ai poligrafici scade la cassa integrazione. I sindacati chiedono il passaggio ai Contratti di solidarietà come i giornalisti. L’azienda rifiuta la proposta e apre una procedura di cassa integrazione in deroga per due mesi al fine di allineare le posizioni tra giornalisti e poligrafici

·       maggio 2013
La Effe Cooperativa annuncia la chiusura della redazione di Latina.
Associazione Stampa Romana e Slc Cgil Latina e Frosinone propongono all’azienda una cassa integrazione per tutto il personale. I lavoratori di Latina sono anche disposti a mettersi volontariamente a zero ore (ossia a rimanere a casa) in cambio di una integrazione al reddito, anche minima. I sindacati propongono di ‘spalmare’ gli arretrati (all’epoca erano solo 3 le mensilità) in rate. L’azienda rifiuta la proposta così come altre ipotesi di accordo altrettanto vantaggiose

·       luglio 2013
Esplode l’inchiesta su Arnaldo Zeppieri, ex presidente della Effe Cooperativa editoriale e proprietario della testata.
Nel comunicato dell’11 luglio la Guardia di Finanza afferma che: «Pubblicità nascosta e vendite fasulle, sono questi i trucchi cui aveva fatto ricorso una Cooperativa editoriale di Frosinone, per apportare al proprio bilancio il lifting necessario ad ottenere contributi per l'editoria non spettanti e che hanno generato una frode allo Stato di quasi 5 milioni di euro». «Si è così potuto accertare - prosegue il comunicato - che la cooperativa ciociara investigata, a fronte di talune prestazioni pubblicitarie o della pubblicazione di alcuni eventi, obbligava chi beneficiava di tale prestazione ad acquistare un certo numero di giornali, per fare in modo che la "tiratura" del quotidiano potesse raggiungere e superare la soglia prevista dalla legge. In tal modo si conseguiva anche il risultato di abbattere i ricavi derivanti dalla pubblicità fino a ricondurli entro i limiti stabiliti dalla legge… I 4 responsabili del reato di truffa ai danni dello Stato sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica che ha proposto il sequestro preventivo di beni…»

·       8 novembre 2013
Dopo mesi di trattativa la Effe cambia improvvisamente idea e comunica di non voler più chiudere la redazione di Latina. Sindacati e azienda firmano, davanti il funzionario della Regione Lazio, un accordo di cassa integrazione straordinaria al 50% con rotazione tra il personale giornalistico e poligrafico di Latina e Frosinone per 24 mesi. Sono coinvolti 29 giornalisti e 11 poligrafici. Intanto, però, le mensilità arretrate sono diventate 5 (da giugno a ottobre) più il 20% del mese di maggio



·       dicembre 2013
La Effe Cooperativa comunica ai sindacati che intende chiudere la redazione di Latina.

·       30 dicembre 2013
Con una mail la Effe Cooperativa annuncia la sospensione delle pubblicazioni dell’edizione di Latina a partire al 5 gennaio 2014. I sindacati proclamano 4 giorni di sciopero e, a partire dal 5 gennaio, annunciano l’assemblea permanente nei locali della redazione pontina

·       5 gennaio 2014
I lavoratori di Latina giunti in redazione per dare inizio all’assemblea permanente trovano la porta sigillata: la serratura è bloccata con un chiodo e del silicone. Da questo momento in poi i lavoratori sono per il 50% in cassa e per il restante 50% in una situazione indefinita (l’azienda non spiega ai lavoratori qual è il loro status lavorativo).

·       9 gennaio 2014
Si svolge un incontro tra azienda e sindacati presso la redazione di Frosinone. La Effe chiede ai sindacati la modifica dell’accordo in essere con la messa a zero ore e quindi la mancata rotazione esclusivamente per il personale di Latina. I sindacati si rifiutano di firmare un simile accordo perché contrario alla legge 416/81 che obbliga alla rotazione e quindi discriminatorio. I lavoratori di Latina hanno accumulato 9 mensilità (comprese tredicesima e quattordicesima) e nell’ambito di questo incontro apprendono che ai colleghi di Frosinone è stato corrisposto qualche stipendio in più. Esasperati, i dipendenti del quotidiano La Provincia di Latina proclamano l’assemblea permanente presso la sala riunioni della redazione ciociara. Sono qui, giorno e notte, da oltre tre settimane.

·       15 gennaio 2014
In vista di una protesta a Veroli, davanti la sede del Gruppo Zeppieri Costruzioni, Arnaldo Zeppieri accoglie la richiesta di incontro dei lavoratori in assemblea permanente. All’incontro prendono parte anche il direttore del quotidiano Umberto Celani e il presidente Davide Rea, oltre ovviamente ai sindacati. L’azienda e il proprietario della testata non vanno oltre una vaga promessa su un piano di rientro senza garanzia mantenendo ferma sempre la stessa richiesta di gestione di cassa integrazione. Anzi intendono fare due accordi separati per Latina e Frosinone, posizione irregolare per la legge sugli ammortizzatori sociali

·       24 gennaio 2014
Volantinaggio davanti la Cassa Edile e l’Asi

·       26 gennaio 2014
Volantinaggio al Palasport prima della partita del Basket Veroli, squadra sponsorizzata dal Gruppo Zeppieri Costruzioni

·       28 gennaio 2014
Incontro con il Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli

·       29 gennaio 2014
Incontro ristretto tra azienda e sindacati. La Effe continua a difendere ostinatamente la posizione di una cassa integrazione senza rotazione e non garantisce sul piano di rientro. Salta il tavolo e non si raggiunge nessuna ipotesi di accordo

·       31 gennaio 2014
Al momento i lavoratori del quotidiano La Provincia attendono ancora 9 mensilità (nel giro di qualche giorno diventeranno 10!). Mancano inoltre all’appello i rimborsi 730, le indennità di disabilità e maternità e gli assegni familiari di cui l’azienda si è appropriata indebitamente. E’ inoltre aperto un contenzioso che riguarda ferie e giorni liberi indebitamente sottratti e domeniche non pagate o pagate parzialmente



La Storia

Il quotidiano La Provincia è un giornale edito dalla Effe Cooperativa Editoriale spa, presente sul territorio ciociaro dal 1998 e su quello pontino dal 2004. Dal 2000 al 2013 la Cooperativa editoriale è stata presieduta da Arnaldo Zeppieri, un costruttore di spicco di Frosinone.
La Effe Cooperativa, grazie ai contributi per l’editoria, dal 2003 al 2010 ha beneficiato di circa 18milioni di euro.



Chiusura della redazione di Latina, le conseguenze

La chiusura del quotidiano La Provincia priva il territorio pontino del pluralismo dell’informazione, elemento fondamentale per la crescita culturale, sociale e politica del Paese.
Nel corso degli ultimi anni troppe sono state le chiusure di testate giornalistiche e televisive nella provincia di Latina: Il Territorio, Il Corriere Pontino, Tele Etere, Il Tempo edizione di Latina. Al momento le uniche testate giornalistiche che editano nel territorio pontino sono Latina Oggi e il Messaggero edizione di Latina. In un simile contesto di desertificazione dell’offerta giornalistica viene ostacolata la concorrenza mettendo così a serio rischio la democrazia e la qualità dell’informazione.
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Centrali a biogas: Latina via congiunte sinistre, località La Chiesuola, Sezze via Maina, Pontinia e Sabaudia

Centrali a biogas: Latina via congiunte sinistre, località La Chiesuola, Sezze via Maina, Pontinia e Sabaudia
l'ex assessore provinciale di Latina a maggio scorso aveva dichiarato “siamo preoccupati per l'informazione libera sulle centrali a biogas perchè noi di queste centrali in provincia di Latina ne dobbiamo fare parecchie”. Dopo la centrale “modello” di Borgo Bainsizza dove i risultati delle analisi delle emissioni in atmosfera (quando è stato possibile farle perchè una volta la ditta non ha adempiuto agli obblighi non avendo messo a disposizione i mezzi per effettuarli) e degli scarichi delle acque reflue non sono mai stati in conformità ai limiti di legge, dopo le centrali approvate a Sabaudia, Pontinia, Sezze, Cisterna (per molte delle quali si sono evidenziati errori nelle autorizzazioni) con la PAS sono arrivate quelle di Maenza. In questi giorni mi arrivano segnalazioni, per i quali i cittadini stanno chiedendo accesso agli atti in difesa dei giusti diritti salute, ambiente, valore degli immobili per gli impianti che sembra verranno realizzati: in località La Chiesuola (via la Cava), in via Congiunte sinistre (nel comune di Latina) Sezze Scalo in via Maina (comune di Sezze), senza contare le 3 Pontinia, altrettante a Sabaudia, di cui 2 in via Portosello e una a meno di un km di distanza dal centro abitato di Pontinia (dalle scuole, dal cimitero, dalla Chiesa). Senza valutazione di impatto ambientale, senza contare l'aggravamento dei casi di malattie, tumori e decessi che si sta verificando. Cosa sta succedendo in provincia di Latina per l'ennesima esplosione di produzione energetica ai soli fini speculativi. Eppure la nostra provincia ha già pagato e sta pagando pesantemente con le centrali nucleari del Garigliano e di Borgo Sabotino. Con lo sterminio dei fertili campi agricoli sostituiti da distese orrende di campi fotovoltaici. I campi agricoli fertili scampati dalla speculazione fotovoltaica oggi vengono aggrediti dalle biomasse e dal biogas, sostituendo l'alimentazione umana con quella energetica. Senza dimenticare gli effetti nemmeno tanto secondari dello spargimento di compost con elementi inquinanti, come evidenziano analisi e sequestri da Pontinia a Sabaudia, a Latina e Cisterna con via Moscarello e senza scordare che lo stesso digestato (derivante dal biogas), come dimostrato dai dati e dagli studi scientifici, produce elevato inquinamento nei terreni e nelle falde. Proprio da Maenza la nascita del movimento di opinione contrario alle centrali a biogas che ha appunto preoccupato il movimento biogassista, come molti esponenti politici hanno dichiarato, compresi pseudo ambientalisti coinvolti economicamente nell'affare e nella speculazione energetica. Per entrambe le centrali progettate a Maenza sono state evidenziate le carenze documentali che, secondo il comitato in difesa del territorio, della salute e del sociale di Maenza, rendono nullo il procedimento o comunque da integrare e correggere. Sono state effettuate richieste, presentate istanze, segnalate pubblicamente anche negli stessi uffici comunali. Questo ha portato alla stesura delle linee guida per i progetti delle centrali a biogas dei sindaci e delle amministrazioni comunali di Maenza, Pontinia, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca, Sonnino. Questi Sindaci hanno evidenziato il timore dello stravolgimento dell'agricoltura e dell'economia locale, oltre ovviamente al forte impatto sanitario e ambientale nella delibera condivisa con la presenza dei vari amministratori di numerosi comuni. Non avendo ricevuto risposta alle istanze che da maggio sono continuate fino a dicembre del 2013 (contrariamente alla normativa in materia) il comitato in difesa della salute e del territorio di Maenza si è rivolto, come credo sia normale quando non si ottiene risposta, alla magistratura. Il timore è che, viste le indagini sulla criminalità che ha messo le mani su quello che legambiente chiama ecomafie su rifiuti, sull'agroalimentare e sull'energia in diverse parti di Italia collegando la malavita con la speculazione energetica, dopo lo scandalo, gli arresti, i sequestri nel campo dei rifiuti si passi anche in provincia di Latina a quello energetico. Ho letto su Borghidilatina Portale che qualcuno tenta di confutare (senza argomenti tecnici) le dimostrazioni scientifiche sui danni ed effetti delle centrali a biogas. Ho chiesto l'amicizia per intervenire nel dibattito ma non mi è stata concessa. Segno evidente della capacità democratica di interloquire dei biogassisti. Mi dicono che uno di coloro che sono intervenuti, guarda caso, a favore del biogas, è il dirigente di una centrale a biogas. Anche questo un segno di imparzialità...