mercoledì 30 ottobre 2013

Una class action contro i veleni-killer di Sicilia contro inquinamento Valle del Mela, Gela, Augusta

Il fatto quotidiano 30 ottobre 2013 GREEN ITALIA MOBILITA I CITTADINI DELLA VALLE DEL MELA, GELA E AUGUSTA. 40 MILIARDI DI EURO PER BONIFICHE MAI FATTE di Valerio Cattano In Sicilia l'inquinamento, le malattie, hanno determinato un quadro allarmante che non ha nulla da invidiare, purtroppo, a quello di Taranto. Per questo motivo Green Italia ha deciso di avviare una class action, iniziativa che presenteremo con i nostri legali il 9 novembre, ad Augusta: coinvolgeremo i siciliani che vivono vicini alle maggiori aree inquinate come Siracusa, Melilli Augusta, Priolo, Milazzo, Gela. La novità: siamo pronti a dire no al ricatto occupazionale, in altri termini, o si bonifica e si procede a una riconversione industriale, o è meglio chiudere le fabbriche”. Fabio Granata, esponente nazionale di Green Italia, qualche mese fa ha ricevuto una busta con proiettili: la sua attività politica ormai riguarda in prevalenza i temi ambientali; l'impulso giunge pure dai dati del rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità; secondo il dossier sono tre le aree a rischio in Sicilia: Valle del Mela, Gela e Augusta-Priolo-Melilli. “Pensiamo alla ex Sacelit di San Filippo del Mela in provincia di Messina: negli ultimi dieci anni – prosegue Granata – su 220 dipendenti ne sono morti 115. E poi il 4% di bambini malformati nell’area di Gela. Le statistiche sono da brividi”. C’È POI IL TEMA DELLE MANCATE bonifiche, con responsabilità dei governi regionali: “Qua - ranta miliardi di euro a partire dal 2000: le bonifiche non sono mai iniziate, in compenso sono stati distribuiti incarichi ed assunzioni”, ribatte Granata, citando anche la Sogesid (come recita il sito internet, lo “strumento in house del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e del ministero delle Infrastrutture (MIT)” che non ha effettuato, a dire dell'esponente di Green Italia “una solo bonifica”. La mobilitazione dovrebbe permettere azioni legali non soltanto a chi ha avuto morti in famiglia o si è ammalato, ma a far emergere le questioni legate ai danni collaterali, come la preoccupazione di contrarre malattie e la pessima qualità della vita. Le denunce, le segnalazioni che si trovano pure nei social network terreno di divulgazione, producono le prime conseguenze. “L’Eni di Milazzo ha citato in giudizio, con una richiesta di risarcimento di 400mila euro dinanzi al Tribunale di Barcellona, Giuseppe Marano, responsabile dei Verdi/Green Italia di Milazzo: Marano – aggiunge Granata - secondo la citazione, avrebbe prodotto allarme sociale per aver sottolineato la mancanza di sicurezza e di controllo sui dati dell’inquinamento e i gravi rischi per la salute. Per noi invece ha scritto le stesse cose che sostiene l'Organizzazione mondiale della sanità”. Granata è convinto che siano i primi segnali per rintuzzare una nuova consapevolezza che spinge a rifiutare il lavoro se questo diventa letale: se la riconversione industriale è stata realizzata in Germania, nella Ruhr, perchè non è possibile in Sicilia? La citazione di Marano, secondo Granata, si inquadra in un contesto più ampio per scoraggiare le iniziative di Green Italia; lui stesso afferma di essere stato “attenzionato”, anche se in modo diverso: “Cinque mesi fa ho ricevuto minacce gravi; una busta con proiettili per fucile con un biglietto con su scritto “la bella bonifica”, una frase che ho usato spesso parlando di zone industriali e tutela paesaggistica”.

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