mercoledì 30 ottobre 2013

Rifiuti. Il caso Roma (e Latina) è un caso nazionale

Luca Fortis

Rifiuti. Il caso Roma è un caso nazionale

30-10-2013
Cumuli di spazzatura creano scenari apocalittici. I gabbiani divorano voracemente quello che possono rovistando tra le plastiche, le bottiglie e il cibo ormai putrefatto. L'odore nauseabondo si sparge per chilometri mentre file di camion vomitano sul terreno piccoli pezzi di inferno. Una società marcia si rispecchia nelle fotografie di Emanuele Luca sulle discariche laziali. Le immagini, che sono alla base di un dossier di Radicali Roma e di alcune denunce alle autorità giudiziaria e alla Commissione Europea, dimostrano come ancora oggi siamo lontanissimi dal rispetto, non solo della leggi e standard europee, ma anche di noi stessi e dell'ambiente in cui viviamo.
Cosa provano le fotografie che ha fatto?
Abbiamo una documentazione che dimostra l'esistenza di una situazione gravissima e illegale riguardo lo smaltimento dei rifiuti nel Lazio, perché mostra come ancora in questi giorni venga sversata in discarica immondizia assolutamente non trattati in violazione della normativa europea e nazionale.La documentazione sarà oggetto di un esposto alla Procura di Roma e a tutte le autorità competenti. Le foto sono state scattate il 7 ottobre scorso nei siti di Borgo Montello (Latina) e dell’Inviolata e presso Guidonia Montecelio (Roma).Nelle immagini appare in modo inequivocabile come vengano ancora conferiti rifiuti indifferenziati, non trattati o trattati in modo non sufficiente, in violazione della direttiva europea del 1999 e della legge italiana, e nonostante il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea per la situazione di Malagrotta. Le foto mostrano come le rassicurazioni delle autorità’ competenti ai cittadini siano infondate. Il conferimento di rifiuti non trattati, com’è noto, provoca percolato, odori nauseabondi, danni ambientali enormi e problemi alla salute.
Faccio l'avvocato del diavolo: tolto il fatto che è ormai assodato che, come dimostrano la magistratura e molte inchieste giornalistiche, lo stato e i privati hanno spesso speculano sui rifiuti, alla fine non pensa che ci sia una certa responsabilità anche di un parte del mondo ecologista che esprime posizioni a volte estremiste? In Europa le discariche non esistono quasi più, i rifiuti vengono riciclati e il resto bruciato in inceneritori di ultima generazione. Dire di no a tutto non finisce per favorire proprio la cultura della discarica?
Non bisogna essere ideologici. Essere ecologisti non è una questione di votare a destra o a sinistra, ma una semplice questione pratica. Se vogliamo vivere a lungo e avere economie che crescano non dobbiamo avvelenare il terreno in cui viviamo. Si tratta di un’idea molto banale in apparenza, ma in Italia ancora del tutto utopistica. La gente protesta contro le discariche, ma alla fine non cambia nulla. Mangiamo tranquillamente i prodotti agricoli coltivati nelle zone contaminate e i politici si riempiono la bocca di termini come ecologia, ma sono i primi a non fare nulla e nessuno chiede davvero conto delle loro azioni. Purtroppo protestare serve a poco se poi non si è propositivi.
Spesso in Italia girano voci che nelle discariche vengano seppelliti anche prodotti tossici.
Ci sono molte voci che denunciano questo rischio. Sono ovviamente da verificare, ma si sente spesso dire che hanno sotterrato del materiale bellico proveniente dalla Bosnia che conterebbe uranio impoverito. Il pentito Schiavone ha poi denunciato che sono stati seppelliti fusti tossici a Borgo Montello, ma finora non ci sono ancora riscontri.
Ci sono movimenti ecologisti propositivi in Italia?
Io sono rimasto colpito dalla libertà di spirito del movimento che si oppone alla discarica di Falcognana. Sono persone che studiano la questione e che non hanno alcuna barriera ideologica.
Dalla Regione Lazio hanno dato spiegazioni che possano giustificare il mancato rispetto delle regole?
Assolutamente no, finora tutto tace.
Che senso ha parlare di ecologia, chilometro zero e altro quando avveleniamo il terreno in cui viviamo?
Nessuno, provocatoriamente è quasi meglio un cibo importato che uno coltivato sotto casa in terreni avvelenati.
Io mi definisco ecologista e amante dell'alimentazione tradizionale, ma non pensa che sia paradossale l'enorme attenzione contro la possibile nocività degli Ogm, quando la scienza per ora ha dimostrato con certezza semplicemente che impoveriscono la biodiversità, e poi tollerare le discariche che danneggiano gravemente la salute secondo tutti gli studi scientifici?
Si tratta di uno dei paradossi che viviamo, mangiamo la cicoria coltivata nei terreni avvelenati, magari chilometro zero, per poi protestare perché non si è certi al cento per cento che altri cibi siano sani.
Una società che avvelena la terra che coltiva, e riempie le acque dei fiumi e dei mari di inquinanti di tutti i generi ha un futuro?
Assolutamente no. L'uomo avrà inventato la filosofia, studiato le scienze, ma oggi dimostra tutta la sua idiozia e colpevolezza. Non c'è nulla di peggio che essere consapevoli da anni delle conseguenze del propri comportamenti e non fare nulla per cambiarli.
Si possono accusare i politici e gli speculatori. Ma alla fine la verità è che basterebbe un consumo responsabile per evitare tutto ciò. Nessuna istituzione potrebbe inquinare se i cittadini bevessero acqua del rubinetto, non comprassero prodotti avvolti nella plastica o che contengano tensioattivi inquinanti.
Parole sante. La consapevolezza può davvero far capitolare i corrotti. Basta smettere di comprare prodotti inquinanti. Un sapone di Aleppo lava meglio di tanti prodotti nocivi per l'ambiente. Paradossalmente, è un sapone di alta profumeria che costa meno di prodotti inquinanti e di bassa qualità. Per la stessa ragione non ha alcun senso acquistare insalate già lavate e impacchettate nella plastica. Se non ci fidiamo di come le istituzioni e la politica gestiscono la raccolta dei rifiuti, niente vieta di evitare di produrre immondizia inutile comprando merce che non abbia involucri inquinanti. Un simile comportamento basterebbe per mandare in banca rotta chi specula sui nostri consumi.
A Napoli dopo anni di crisi della spazzatura, si continua a non riciclare e si mandano i rifiuti in Nord Europa dove il loro stoccaggio è un industria fiorente. Non sarebbe stato meglio riciclare davvero tutto il possibile e costruire termo-valorizzatori con standard nord europei?
Certamente, ma per far ciò ci vuole cultura e consapevolezza. Tutte cose che in Italia mancano. L'ecologia porta ricchezza, ma pretende sperimentazione, mente aperta e lotta ad ogni ideologia. L'esempio tedesco è molto interessante proprio perché non è ideologico.
In parole povere l'ecologia pretende una mente libera da ogni ideologia?
Penso di sì. Solamente gli spiriti liberi possono davvero immaginare e costruire un futuro che non sia succube degli interessi di parte. Ecco perché dedico le foto che ho fatto a Carla che vive accanto a una discarica e sfida i poteri forti da anni con la semplicità di chi sa di aver ragionehttp://notizie.radicali.it/articolo/2013-10-30/editoriale/rifiuti-il-caso-roma-un-caso-nazionale

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