domenica 1 settembre 2013

Veleni, camorra e P2 Chianese il massone Nuove rivelazioni di Carmine Schiavone

Il pentito torna a parlare sul business delle discariche SODALI IL FACCENDIERE INSIEME A GELLI FACEVANO DA INTERMEDIARI PER IL TRAFFICO DEI RIFIUTI DAL NORD l'avvocato CIPRIANO CHIANESE FACEVA DA MEDIATORE DEI TRAFFICI DEI VELENI CONFESSIONI CHOC NELL’INTERVISTA DEI GIORNI SCORSI L’EX BOSS AVEVA PARLATO DEI FUSTI TOSSICI INTERRATI ANCHE IN PROVINCIA DI LATINA DI PIERFEDERICO PERNARELLA I l suo zampino spunta nelle faccende più oscure degli ultimi quarant’anni della storia d’Ita - lia. Non poteva dunque mancare in quella nerissima dei veleni delle industrie del nord smaltiti nelle viscere della Campania e chissà dove altro ancora. Ecco allora che anche nel traffico dei rifiuti tossici esce fuori il nome di Licio Gelli, il faccendiere, il giornalista, il finanziere ma soprattutto il maestro venerabile della loggia massonica P2. Di Gelli ne parla l’ex boss dei Casalesi, Carmine Schiavone, in una nuova intervista rilasciata, a pochi giorni da quella trasmessa da Sky Tg, ad Andrea Palladino per il «Fatto Quotidiano». «C’era un accordo con Licio Gelli per il traffico di questa roba tossica». Ovvero rifiuti ospedalieri, farmaceutici, chimici. «Roba» interrata senza alcuna precauzione sotto le superstrade o a pochi passi di un campo di calcio. Tra i principali mediatori con le industrie del nord-est c’era Cipriano Chianese, l’avvo - cato Cipriano Chianese, titolare di una lussuosa villa a Sperlonga, ma anche il complesso alberghiero Marina di Castellone a Formia. Immobili sequestrati a seguito dell’operazione «Green» condotta dalla Dia sul traffico dei rifiuti gestito dalla camorra. Insomma una vecchia conoscenza della provincia pontina, che con Licio Gelli, parola di Schiavone, era «culo e camicia». Cose così, cose che non fanno che intorpidire ancora di più le trame di un affare che, ancora parola di Schiavone, «vale più di quello delle droghe». Miliardi entrati nelle tasche della camorra, di spregiudicati professionisti e faccendieri, ma anche di politici. Nell’intervista, Schiavone aggiunge pure di aver indicato in modo preciso tutti i punti in cui sono stati interrati i rifiuti tossici: «Le bonifiche però non vengono fatte perché allo Stato costerebbero troppo». Dunque si fa finta di non sapere. Fatto che richiama tanto alla storia dei fusti tossici interrati a Borgo Montello. Storia di cui Carmine Schiavone ha già raccontato in passato in qualità di pentito tornando a parlarne nei giorni scorsi nell’intervista rilasciata a Sky Tg. «Moriranno in tanti», è stata la lugubre profezia lanciata dell’ex boss a proposito dei veleni arrivati anche in terra pontina. Ad Aprilia, Pontinia, ma anche nel vecchio invaso denominato S-0 della discarica di Borgo Montello. I lavori di scavo sono stati ultimati nel 2012 senza dare alcun risultato. Secondo alcuni si è cercato nel punto sbagliato e con mezzi inad eg u a t i . ©RIPRODUZIONE RISERVATA Latina Oggi 1 settembre 2013

1 commento: