martedì 21 maggio 2013

slot machine accanto alla scuola eliminata la norma che lo vietava a Velletri diventa realtà

Il caso Slot, una Las Vegas accanto a scuola di Andrea Palladino A Velletri, vicino Roma, sta per aprire un'enorme sala da gioco a pochi passi da un istituto secondario. E' legale, perché la norma che lo vietava è stata bloccata. Ma dietro la proprietà, come accade altrove, ci sono oscure società nel paradiso fiscale di Panama. A cui finiranno i grandi incassi(20 maggio 2013)L'esterno della sala Slot di Velletri, vicino RomaTrenta passi. E' la distanza che separa una delle più grandi sale slot machine della provincia di Roma dalla scuola media "Andrea Velletrano", a Velletri, quaranta chilometri dalla capitale. Trecentocinquanta metri quadri per ospitare fino a 140 macchine mangia soldi, per un investimento di centinaia di migliaia di euro, in una zona dove i piccoli negozi stanno chiudendo uno dopo l'altro. Si chiama "Play game": è una srl diretta da un venticinquenne napoletano ma riconducibile, nelle quote azionarie, a due società panamensi, passando attraverso la zona franca dell'isola di Madeira, in Portogallo. Un giro che, alla fine, rende impossibile stabilire con certezza chi siano gli investitori dietro le slot machine che tra poco inizieranno a funzionare a pochi metri da una scuola, in una piazza punto di ritrovo di molti ragazzi della città dei Castelli romani. E' solo un ulteriore mattone di quella enorme Las Vegas che sta nascendo in provincia di Roma e che parte dalla ex Tiburtina Valley, dove le fabbriche chiudono lasciando il posto ai neon dei Casinò, e si estende nella provincia colpita dalla crisi e dallo svuotamento dei negozi tradizionali dei centri storici. Nell'Italia della crisi economica il gioco è in fondo uno dei settori che continua ad investire: più di 4300 gestori di slot machine risultano iscritti negli elenchi dei Monopoli di Stato nel 2013 per la sola regione Lazio, e molti di loro sono intestatari di più licenze. Un numero che raggiunge la cifra record di 15.700 iscritti in Lombardia (dati consultabili sul sito dei Monopoli di Stato). Un giro d'affari stimato dai Monopoli per il solo mese di ottobre 2012 di 1,5 miliardi di euro su base nazionale, considerando i soldi spesi dai giocatori. E una cifra, che in un anno, supera gli 8 miliardi di euro. La storia del locale delle slot a pochi metri dalla scuola media di Velletri pone una domanda non secondaria di fronte all'enorme profitto che garantisce il settore: a chi vanno questi soldi? A una prima verifica tutte le carte sono in regola. La società ha ottenuto l'autorizzazione dal questore di Roma il 5 dicembre scorso e risulta iscritta regolarmente nell'elenco dell'Agenzia delle dogane. La norma che vietava la realizzazione di sale gioco in prossimità delle scuole, proposta nel 2012 dall'ex ministro Balduzzi, non è mai entrata in vigore, bloccata dalla pressioni delle associazioni degli esercenti. Nulla vieta, quindi, di aprire le sale in stile Las Vegas davanti all'ingresso di una scuola. E' però interessante ripercorrere a ritroso lo schema societario, che dalla via Nettunense a Marino porta ai grattacieli del centro di Panama city, nello studio di Giovanni Caporaso, nome molto noto nel panorama delle società offshore, professionista in grado di garantire l'assoluto anonimato agli imprenditori che non vogliono apparire. Qui finiranno i soldi incassati, al netto dei proventi garantiti alle casse dello Stato. La società Playgame srl, che da un paio d'anni gestisce altre due sale a Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, e a Firenze, risulta amministrata da Luigi Cascone, un ragazzo di Marino originario di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Dai dati disponibili in camera di commercio risulta però che le quote societarie siano intestate, per più del 90%, alla Romax Comércio e Serviços Lda, con sede nella zona franca di Madeira. Consultando l'atto costitutivo dell'agosto del 2010 le quote della Romax sono a loro volta divise tra due società panamensi, la Eturon corporation e la Noviduc corporation. E questa è la tappa finale, visto che si tratta di gruppi con azioni al portatore, rendendo impossibile stabilire chi siano i reali proprietari. Dai registri panamensi, però, emergono dei nomi conosciuti tra gli amministratori delle due società proprietarie di fatto della sala slot machine di Velletri. L'agente locale, ovvero lo studio che gestisce le pratiche amministrative a Panama, è il romano Giovanni Caporaso, più volte intervistato come esperto in paradisi fiscali. Sul suo sito sono elencati i benefici per chi decide di costituire una società panamense: "Partecipare a società nazionali, occultando i veri soci, fatturare servizi come se fossero eseguiti da una società estera, evitando di pagare le tasse, proteggere i vostri beni in Italia o all'Estero, evitare sequestri giudiziari", sono alcuni dei "benefit" promossi dallo studio panamense. Nelle società risulta anche Roger Alberto Santamaria del Cid, nome citato dal consorzio internazionale del giornalismo investigativo (Icij) come referente di Panama della Imperia Invest IBC, società accusata nel 2010 dalla Sec degli Usa (ente che corrisponde alla nostra Consob) per una truffa finanziaria via internet. Un giochino che costò sette milioni di dollari a migliaia di clienti, attirati dalla promessa di tassi di interesse superiori al 1% mensile. Santamaria - secondo la documentazione raccolta dall'Icij - era uno dei tanti clienti di Michael Andrew Gray, proprietario della Alterego di Cipro, gruppo specializzato nel mascherare i veri investitori negli affari più delicati. Un intrigo societario che dalle slot machine porta molto lontano, in quel mondo grigio delle offshore, dove è impossibile seguire fino in fondo la pista dei soldi.http://espresso.repubblica.it/dettaglio/slot-una-las-vegas-accanto-a-scuola/2207137

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