mercoledì 22 maggio 2013

Giornata Mondiale della Biodiversità. "Più rispetti per i bacini pontini"

Natura: a rischio di estinzione in Italia 355 specie. Mercoledì sarà presentato lo studio Biodiversità: ministero dell’Ambiente e Federparchi illustreranno a Roma le "liste rosse" di animali e vegetali in pericolo. Sono 161 le specie di animali vertebrati e 194 le varietà vegetali a rischio di estinzione in Italia: lo affermano le due Liste Rosse nazionali delle specie a rischio estinzione. I due volumi realizzati dal ministero dell’Ambiente e da Federparchi nell’ambito della Iucn (Conservazione mondiale per la conservazione della natura), verranno presentati a Roma il 22 maggio dalle 9,30 alle 14 nella sala-convegni del palazzetto delle Carte Geografiche, via Napoli 36, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità e della Settimana europea dei parchi. Che cosa sono le liste Liste Rosse? Rappresentano la valutazione del rischio di estinzione e sono stati valutati pesci d'acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli nidificanti, mammiferi, pesci cartilaginei (squali e razze) e flora. La valutazione del rischio di estinzione è basata su categorie, criteri e linee guida aggiornate periodicamente (www.redlist.org). Le valutazioni vengono effettuate tramite workshop tematici con gruppi di esperti delle diverse specie e aree del territorio nazionale, e revisionate criticamente sia nei contenuti sia nell'applicazione del protocollo secondo le linee guida. L'appuntamento del 22 maggio per il ministero dell'Ambiente s'inserisce nella più ampia cornice del rapporto di collaborazione con Federparchi, che ha posto una serie di obiettivi comuni per la valorizzazione delle aree protette e della biodiversità. Secondo il presidente di Federparchi-Europarc Italia, Giampiero Sammuri, "è stato svolto un lavoro straordinario. Le caratteristiche geografiche, climatiche e storiche dell’Italia hanno consentito nel tempo l’insediamento e la permanenza di una variegata e ricca biodiversità, inclusa una gran varietà di specie endemiche e ambienti e paesaggi esclusivi. Questa ricchezza è riconosciuta a livello mondiale. Ecco perché abbiamo la responsabilità di monitorare e salvaguardare questo capitale naturale dalle tante minacce che si profilano. Le pubblicazioni con le Liste Rosse ci dicono quali e quante specie animali e vegetali rischiano di scomparire e soprattutto quali sono le cause che possono determinare i fattori di rischio”. Il comitato Iucn Italia fa parte dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, la più antica organizzazione mondiale per la difesa dell’ambiente. L’autorità nazionale dell’Iucn in Italia è il ministero dell’Ambiente, mentre Federparchi è socio e gestisce per statuto la segreteria. Tutto il materiale relativo agli animali e alle piante sarà disponibile sul sito www.iucn.it dal 22 maggio. Per saperne di più: la Lista Rossa delle specie animali E’ stato preso in esame e valutato il rischio di estinzione delle specie di vertebrati in Italia, tutti i terrestri e un gruppo di vertebrati marini; poi è stata creata una base di riferimento utile in futuro a valutare la tendenza dello stato di conservazione della biodiversità in Italia. Sono state incluse nella valutazione tutte le specie di pesci d'acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli nidificanti, mammiferi e pesci cartilaginei, native o possibilmente native in Italia, nonché quelle naturalizzate in Italia in tempi preistorici. Le specie di uccelli presenti ma non nidificanti in Italia (svernanti, migratori) non sono state valutate. Per le specie terrestri e di acqua dolce è stata valutata l'intera popolazione nel suo areale italiano (Italia peninsulare, isole maggiori e, dove rilevante, isole minori). Per le specie marine è stata considerata un'area di interesse più ampia delle acque territoriali. Delle 672 specie di vertebrati valutate in questa ricerca (576 terrestri e 96 marine), 6 sono estinte nella regione in tempi recenti. Le specie minacciate di estinzione sono 161 in totale (138 terrestri e 23 marine), pari al 28% delle specie valutate. Il 50% circa delle specie di vertebrati italiani non è a rischio di estinzione imminente. Complessivamente le popolazioni dei vertebrati Italiani sono in declino, più marcato in ambiente marino che terrestre. Le conoscenze sul rischio di estinzione e le tendenze demografiche sono più carenti in ambiente marino. In ambiente terrestre le principali minacce ai vertebrati italiani sono la perdita di habitat e l'inquinamento. Il numero di specie minacciate dal prelievo e dalla persecuzione diretta è piuttosto ridotto. La principale minaccia rilevata in ambiente marino è la mortalità accidentale, ma questo dipende dal fatto che le specie qui valutate (squali, razze e chimere) hanno scarso interesse commerciale. Per saperne di più: la Lista Rossa della flora L’Italia, che si trova al centro del bacino del Mediterraneo, è una delle aree più importanti di biodiversità nel mondo e possiede una flora molto ricca in specie, molte delle quali endemiche. In alcune porzioni della penisola la percentuale di varietà tipiche raggiunge valori compresi tra il 13% ed il 20%. La biodiversità vegetale mediterranea è però fortemente minacciata da cambiamenti ambientali provocati dalle attuali dinamiche socio-economiche e di utilizzo del suolo. L’Italia, in questo contesto non fa eccezione e molte delle sue specie necessitano di misure di conservazione per evitare un impoverimento di biodiversità con ripercussioni su scala mondiale. Il lavoro presentato nelle 64 pagine che verranno presentate il 22 maggio è il risultato di un progetto iniziato nel 2012, finanziato dal ministero dell’Ambiente e realizzato dalla Società botanica italiana, che ha coordinato oltre 200 botanici di tutto il Paese. Il risultato finale è una lista rossa parziale della flora d’Italia, che include tutte le 197 "policy species" italiane, specie inserite negli allegati della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e della Convenzione di Berna, entrambe ratificate dal Governo Italiano e di fatto costituenti leggi nazionali. Un secondo contingente di specie, che include vascolari, licheni, briofite e funghi, tra le più minacciate d’Italia, o endemiche, è stato anch’esso valutato attraverso i criteri Iucn, definendo così le categorie di minaccia in cui ricadono. Le principali minacce alla biodiversità vegetale in Italia sono rappresentate dall’urbanizzazione selvaggia (abusivismo edilizio), dallo sviluppo di infrastrutture, dall’allevamento intensivo e dal turismo. Problemi si manifestano anche nelle aree protette a causa dello sviluppo non oculato di infrastrutture e della mancanza di adeguati controlli. iornata Mondiale della Biodiversità. "Più rispetti per i bacini pontini". http://studio93.it/news/read_news.php?news=61575&category=6 21-05-2013 Tra i 74 bacini della Provincia di Latina maggiore attenzione viene riposta in quelli che ricadono nella piana di Fondi, nel Parco del Circeo e i laghi Gricilli, Lungo e San Puoto . Ricorre questo mercoledì la Giornata Mondiale della Biodiversità. Anche nel Lazio il WWF evidenzia ancora una volta la necessità di affrontare rapidamente e con maggiore efficacia le criticità che minacciano la biodiversità laziale, in particolare quella collegata agli ambienti acquatici per la quale ben poco si sta facendo. In questo 2013, Anno Internazionale della Cooperazione Idrica, il tema della Giornata è "Acqua e Biodiversità", nel contesto anche del Decennio Internazionale per l'Azione "WATER FOR LIFE" (Acqua per la vita - dal 2005 al 2015). "Quello del Lazio è un patrimonio di biodiversità insostituibile - dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio - per questo auspichiamo che al più presto venga codificato in Costituzione il riconoscimento del valore "Ambiente" affinché sia finalmente tutelato con norme rigorose e con la previsione dei reati contro la biodiversità come delitti e non solo come contravvenzioni". E' inoltre urgente sul territorio della nostra regione arrivare in breve tempo ad una effettiva tutela dei bacini idrici: tra questi sotto stretto controllo anche i 74 bacini localizzati in provincia di Latina. Tra questi maggiore attenzione viene riposta in quelli che ricadono nella piana di Fondi, nel Parco del Circeo e i laghi Gricilli, Lungo e San Puoto . Infatti, nonostante nella nostra regione sia ancora presente una natura di grande rilievo, il fronte delle minacce avanza sempre di più, tanto che, proprio oggi e proprio sotto gli occhi di tutti noi, molti luoghi importanti per la biodiversità sono sul punto di essere trasformati per sempre in assenza di politiche sostenibili di governo del territorio in grado di evitarlo. (ALCUNI ESEMPI PIU' SOTTO NELLA SEZIONE CRITICITA') "La Regione Lazio non è una regione qualunque - dichiara Fulco Pratesi Presidente Onorario del WWF Italia - Grandi e stupendi laghi vulcanici, un arcipelago di grande bellezza, montagne appenniniche che superano i 2000 metri, foreste planiziarie, paludi e laghi costieri unici in Italia, falesie marine e lunghe spiagge con dune rivestite di macchia mediterranea, montagne calcaree con vasti paesaggi di pascoli e boschi ricchi di fauna. Due Aree Marine Protette e tre Parchi Nazionali che conservano ambienti rari e una fauna preziosa che va dall'orso marsicano al camoscio, dal lupo appenninico all'avvoltoio grifone. Basterebbero queste caratteristiche, pur trascurando i tesori di arte, di storia e di tradizioni di cui il Lazio è ricchissimo, per avvalorare il suo primato tra le regioni italiane". "Quello del Lazio è un patrimonio di biodiversità insostituibile - dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio - per questo auspichiamo che al più presto venga codificato in Costituzione il riconoscimento del valore "Ambiente" affinché sia finalmente tutelato con norme rigorose e con la previsione dei reati contro la biodiversità come delitti e non solo come contravvenzioni. E' necessario che al più presto la Regione Lazio ponga all'approvazione dell'aula una legge sulla biodiversità che possa essere di esempio alle altre Regioni, in termini di certezza di diritto e tutela delle specie e degli habitat". E' dunque necessario per il WWF Lazio procedere alla redazione di un Piano Strategico regionale per la biodiversità nel quale dovranno essere definite le migliori forme integrate e coordinate di governo e controllo del territorio regionale che garantiscano la conservazione e la tutela della biodiversità regionale riconoscendo il valore intrinseco che la biodiversità detiene. A tal fine gli obiettivi di conservazione dovranno presupporre, da parte delle amministrazioni competenti, la piena attuazione degli strumenti di pianificazione esistenti nonché fare in modo che le politiche economiche ed i processi decisionali siano sempre più volti ad un uso sostenibile delle risorse naturali. In questo percorso assume particolare rilievo la piena attuazione degli strumenti di pianificazione territoriale, in particolare del Piano paesistico regionale. E' necessario e non più rinviabile riuscire a strutturare una strategia concertata e condivisa per puntare alla conservazione delle aree prioritarie (nel Lazio 182 SIC - Siti di Importanza Comunitaria, 39 ZPS - Zone di Protezione Speciale e 5 zone umide di importanza internazionale), garantendo tra queste aree una efficace e reale connettività. Oggi il sistema delle aree protette, sebbene interessi una superficie pari al 13% del territorio regionale, non è adeguatamente gestito e finanziato e pertanto non riesce a presentarsi come laboratorio di buone pratiche gestionali e di diffusione del valore della biodiversità. La gestione del sistema delle aree protette deve essere ottimizzata per renderla coerente con la tutela dei valori di biodiversità. In particolare, occorre giungere alla definizione del Piano Regionale delle Aree Naturali Protette e dare attuazione alle forme di pianificazione delle singole aree protette previste dalla L.R. n.29/97. E' inoltre urgente sul territorio della nostra regione arrivare in breve tempo ad una effettiva tutela dei bacini idrici (provincia di Viterbo: n.76; provincia di Roma: n.118; provincia di Rieti: n.42; provincia di Latina: n.74; provincia di Frosinone: n.90) e a tutele mirate delle specie migratrici e dei loro habitat di sosta. Vanno inoltre maggiormente protetti gli ecosistemi insulari, anche attraverso un ripensamento generale rispetto a quei flussi turistici che determinano forti impatti ambientali. Impatti che si ripercuotono inevitabilmente nei confronti dei consumi idrici, nella produzione dei rifiuti, nelle emissioni di inquinanti nonché nel consumo di suolo indotto dall'edificazione, sovente illegale, e dall'infrastrutturazione. Si pensi, a tal proposito, alla portualità che contribuisce al deterioramento degli habitat costieri, nonché al traffico aereo. PROVINCIA DI ROMA PALUDE DI TORRE FLAVIA E' una piccola area protetta di grande interesse naturalistico che si trova lungo la costa tirrenica, nei pressi di Ladispoli, rinomata e preziosa meta di uccelli migratori. Oggi purtroppo l'integrità dell'area protetta è fortemente minacciata soprattutto a causa dell'erosione costiera a cui si aggiunge la recente costruzione di barriere artificiali (pennelli a mare) che ha contribuito a ridurre la duna. Le mareggiate dello scorso inverno hanno poi definitivamente distrutto un tratto di duna e ora le acque della laguna interna stanno fuoriuscendo dalla palude mettendo a rischio il prezioso ecosistema che ne ha determinato la tutela. AGRO ROMANO STOP AL CONSUMO DI SUOLO Troppi ancora i progetti edilizi relativi a nuove costruzioni che gravano sugli ultimi lembi di Agro Romano. E' invece necessario tutelare con rigore questa preziosa testimonianza del passato che ancora conserva elementi importanti di biodiversità sia faunistica che vegetale. Ulteriore cemento su questi territori che cingono Roma significherebbe condannare definitivamente una Capitale vissuta quotidianamente da milioni di persone e che da decenni soffre per l'inquinamento e per la mancanza di una gestione adeguata degli spazi verdi esistenti e di una progettazione razionale di quelli nuovi. TUTELA DEI FOSSI I fossi dell'Agro Romano sono fondamentali corridoi ecologici in ambito agricolo e urbano per numerose specie animali e vegetali. Negli ultimi anni molti di questi fossi sono stati deviati o addirittura "intubati" anche per lunghi tratti proprio perché di ostacolo alla realizzazione di strade e palazzi (Solo nel Quadrante di Roma Sud, casi emblematici di una rete ecologica rimasta solo sulla carta sono quelli del Fosso di Tor Carbone/Grottaperfetta e del Fosso della Cecchignola) Per ristabilire il giusto equilibrio ai fini di tutela della biodiversità dell'Agro Romano occorre, prioritariamente, valutare in dettaglio lo stato di inquinamento delle acque e dove necessario rimuovere le cause che determinano una qualità non adeguata. Occorre poi rafforzare la tutela ambientale del reticolo idrografico minore, che sfugge facilmente ad ogni controllo e non risulta essere sottoposto alla normativa di tutela paesistica; in questi micro-ambienti, spesso la biodiversità è molto più ricca di quanto ci si possa aspettare. (Ad es. il reticolo idrografico della Bonifica di Campo Selva, a Torvajanica-Pomezia). Pertanto risulta fondamentale il contributo positivo da parte dei consorzi di bonifica perché passino finalmente da una gestione meramente idraulica ad una più evoluta, che miri anche al ripristino degli ecosistemi ripariali e paludosi, utilizzando tecniche di ecologia applicata nella prassi ordinaria (come esempi di riferimento possiamo avere il manuale del WWF Italia / il consorzio bonifica Muzza Bassa Lodigiana) PROVINCIA DI FROSINONE Gole del fiume Melfa: mantenimento del deflusso minimo vitale, bonifica delle discariche abusive, riqualificazione delle strutture presenti per un utilizzo turistico, didattico e sportivo compatibile. Lago di Posta Fibreno: eliminazione delle cause che stanno determinando l'estinzione delle specie ittiche endemiche e tipiche del lago (Carpione del Fibreno, Trota macrostigma), quali la pesca, gli scarichi fognari, il taglio della vegetazione acquatica, ecc. Lago di Canterno: riduzione dell'inquinamento delle acque emesse dal depuratore di Fiuggi, riqualificazione delle sponde del lago, limitazione del disturbo antropico, regolamentazione della pesca sportiva, creazione di aree a tutela integrale. Fiumi Sacco e Liri: eliminazione degli scarichi abusivi; depurazione efficace dei reflui urbani e industriali; rinaturalizzazione delle fasce spondali e corretta manutenzione delle stesse; bonifica delle discariche perifluviali; recupero della continuità in corrispondenza degli sbarramenti artificiali; regolamentazione degli usi del lago di Isoletta. Torrenti montani: mantenimento del deflusso idrico limitando la diffusione delle derivazioni idroelettriche e della captazione delle sorgenti per usi idropotabili (migliorare, di contro, lo stato delle condutture di distribuzione).

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